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Fotografia.it

Intervista a Maurizio Mori di Fujifilm

Intervista a tutto campo sulla situazione del mercato e le prospettive.

Paolo Namias | 21 Ottobre 2024

General Manager Fujifilm Imaging Solution Business Domain

La situazione geopolitica è molto aggrovigliata, tra guerre e sanguinose competizioni elettorali; ora si è ulteriormente complicata con gli scontri nel mar Rosso tra l’esercito israeliano e gli Houthi dello Yemen. Ne parliamo con Maurizio Mori per capire se ci saranno conseguenze sul mercato fotografico.

I prezzi dei trasporti sono dati in continua crescita, vedi il rischio aumenti per i prodotti fotografici?

Questo rischio c’è per alcuni prodotti, come la carta fotografica e le pellicole Instax, ma la causa principale è il costo dell’argento, che sta lievitando continuamente: il suo prezzo varia di giorno in giorno, con continue oscillazioni. Nei nostri meeting, spesso affrontiamo la questione dell’aumento delle materie prime, questo ci porta a delle riflessioni sul prezzo al retail e al consumatore finale.  D’altra parte la produzione non si può fermare, dobbiamo affrontare questa variabile, definire le giuste strategie di vendita e definire come porci al meglio sul mercato.

Ultimamente abbiamo visto problemi nella consegna dei prodotti; com’è la situazione?

Non nascondo, il mercato ci chiede prodotti sia digitali che analogici: è una richiesta continua e stabile che interpretiamo come soddisfazione del consumatore nei nostri confronti, ne siamo molto soddisfatti. Tuttavia, la produzione fatica a reggere l’enorme richiesta che riceviamo quotidianamente e non mi riferisco solo al mercato italiano, ma anche a quello europeo e internazionale in genere.

Potrei citare il caso di X100V e poi di X100VI per spiegare meglio quanto ho appena detto: sono diventate le fotocamere iconiche del brand, prodotti che tutti vogliono, un fenomeno che è letteralmente esploso in modo virale e siamo costantemente in shortage. È una situazione che va avanti da un paio d’anni, se non di più; la richiesta non riguarda solo X100VI, ma anche X-T5, X-H2 e la nuova X-T50, senza dimenticare X-S20 eX-T30. Il lancio della X100VI ha per di più rivitalizzato tutta la gamma. Il mercato chiede, i nostri partner vogliono vendere e il mio lavoro, e quello del mio team, è mettere in campo le azioni che permettano di soddisfare quanto più è possibile le richieste.

Per la gamma GFX, il Large Format di Fujifilm lo shortage è meno evidente. Questo è un sistema pensato per il professionista e per l’amatore evoluto, corredi che possano essere utilizzati sia in uno studio fotografico, sia all’esterno, ampliando e rivoluzionando l’utilizzo del medio formato. Fujifilm non si ferma qui, è costantemente in ascolto delle esigenze degli utilizzatori sia pro sia semi pro, e coprirà nuovi ambiti fotografici per essere competitivi, come la fotografia sportiva. L’obiettivo di Fujifilm è di continuare a crescere; d’altra parte i prodotti ci sono, gli investimenti ci sono, le risorse ci sono e i team sono formati da persone molto capaci.

Tra X-T50 e X-T5, a quale si rivolgono le preferenze del pubblico?

X-T5 è la nostra ammiraglia, la serie X-T ha uno “zoccolo duro” di affezionati.
X-T50 a differenza di quello che si potrebbe pensare, non è una nuova versione di X-T30, ma ha le caratteristiche di una piccola X-T5.

Il pubblico chiede più X-T5 o X-T50?

In questo momento la richiesta è simile. Nel primo mese di vendita di X-T50, abbiamo raggiunto quello che era l’obiettivo dell’intero anno. Dopo le prime consegne, abbiamo già ricevuto dei riordini; questo vuol dire che il prodotto è entrato nei negozi ed è stato capito. Comunque, sono due prodotti che soddisfano due diversi target: X-T5 piace al professionista, X-T50 è stata pensata per chi inizia a fotografare, o vuole passare dallo smartphone alla fotocamera digitale.

I prodotti Fujifilm piacciono anche ai giovani, racconto quanto avvenuto sotto i miei occhi per la vendita di X-T30 II, fotocamera mirrorless con sensore APS-C del 2021. Ero in un negozio quando è entrato un ragazzo cinese chiedendo della X-T30; l’ha comprata senza batter ciglio e, come prima cosa, ha aperto la confezione, si è messo la macchina al collo e poi si è scattato una foto con lo smartphone per postarla subito

su Instagram. X-T30 II è un prodotto di tendenza worldwide, compatto con ottica intercambiabile; Fujifilm ha smesso di distribuire questo modello in Cina e i cinesi che vivono o vengono in vacanza in Europa lo cercano e ne fanno incetta.

So per certo che in Cina X-T50, il nostro lancio più recente, sta spopolando; i colleghi hanno venduto il triplo delle macchine che abbiamo venduto in Europa.

E per quanto la fotografia Instant?

Piace molto ai ragazzi, ai teen e ai bambini, anche perché stiamo parlando di una generazione che vive come una novità le fotografie stampate istantaneamente. È molto apprezzato anche l’approccio giocoso del mondo Instax.
Piace sia la stampa da cellulare che quella diretta dalla fotocamera e spesso i ragazzi amano regalarla: è una vera condivisione.

La cosa interessante di questo sistema è che unisce il “vecchio” al “nuovo”, nel senso che i ragazzi scattano magari con lo smartphone per poi stampare la foto, approfittando della possibilità di scegliere quali foto stampare e se valorizzarle con elementi digitali come gli “emoj”. Insomma la fotografia intesa come gioco e condivisione.

Per il prossimo Big Event abbiamo progettato un’iniziativa con organizzazioni che si prendono cura dei ragazzi disabili: abbiamo intenzione di invitare questi ragazzi e di dare loro una macchina Instant con cui poter fare un reportage della manifestazione. Le foto stampate le esporremo.

Sorrido perché questo tipo di iniziativa l’ho fatta io stesso tempo fa e i ragazzi ne sono stati entusiasti: quando vedono che l’immagine si sviluppa tra le loro mani, i loro occhi si riempiono di gioia

Quale ruolo hanno per voi gli ambassador?

Abbiamo collaborazioni con tanti fotografi che contribuiscono a raccontare Fujifilm, la nostra filosofia e quanto lavoro e tecnologia c’è dietro allo sviluppo di un prodotto. Inoltre, sono per noi strategici per avere feedback e riscontri per i miglioramenti da apportare ai prodotti. Provano le fotocamere e gli obiettivi ben prima che vengano messi in produzione e danno i loro suggerimenti alla sede centrale di Tokyo che ne fa tesoro. Gli ambassador fanno quindi parte integrante della progettazione di un nuovo modello.

Negli ultimi tempi abbiamo preferito fare una selezione puntando sulla specializzazione; ovviamente supportiamo gli ambassador e rispondiamo alle loro richieste. Tra l’altro alcuni ci supportano in attività nei negozi o in eventi fotografici per dare consigli a chi già utilizza i nostri prodotti o a chi si avvicina o vuole scoprire il mondo Fujifilm Serie X e GFX.

Per le Olimpiadi avete programmato progetti particolari?

Nessun progetto specifico o particolare, tranne che Fujifilm Francia con il noto partner di vendita al dettaglio Objectif Bastille offre supporto ai fotografi accreditati che utilizzano apparecchiature Fujifilm durante i Giochi Olimpici. Si fornirà  il servizio di  pulizia gratuita del sensore, prestito di attrezzature, assistenza tecnica.

Secondo te sono pensabili integrazioni tra elettronica e chimica?

Dipenderà dalle evoluzioni della fotografia analogica. Di certo per la Instax il futuro è roseo, tanto che l’azienda a dicembre inaugurerà una nuova fabbrica per rispondere alle richieste del mercato

E come vedi il mercato digitale?

È in continua crescita e l’azienda è molto impegnata a investire per offrire prodotti sempre nuovi, andando a rispondere alle richieste degli utenti. E non parlo solo degli strumenti fotografici, ma anche delle stampanti.

Il pubblico oggi è molto sensibile alle questioni ecologiche; come si pone Fujifilm?

Anche in questo ambito l’azienda sta continuando a investire e a breve ci saranno delle interessanti novità, anche a livello di sede; oggi siamo a Cernusco, ma da giugno dell’anno prossimo ci trasferiremo a Segrate, in un nuovo Building progettato con una particolare attenzione alle questioni ecologiche e green.
Tra l’altro saremo vicini all’aeroporto con una fermata della metropolitana

Parliamo dei negozi specializzati; la loro riduzione dovrebbe essere terminata…

Penso di sì. Un piccolo segnale positivo è la nuova apertura di Foto Diego a Bari che è andato a servire una piazza del sud molto importante, dove ormai non c’era più nessuno. Il vero problema è che per aprire un nuovo negozio oggi ci vuole un importante investimento e non tutti hanno la disponibilità economica per un progetto del genere.

Le eventuali difficoltà possono derivare dalla concorrenza di internet?

No, secondo me la ragione è il timore della concorrenza per cui il negozio va a ridurre i propri margini di guadagno a scapito degli investimenti e delle iniziative a favore del pubblico che gli consentirebbero di crescere. Non scordiamo però che un player come Amazon oggi ha comunque una rilevanza importante all’interno del mercato.

Ritengo che il futuro dei negozi cine-foto non sia compromesso: gli utenti finali amano rivolgersi a dei professionisti a 360°, sia per la consulenza, sia per l’assistenza e sia per un’eventuale permuta. 
Paolo Namias

Paolo Namias
Direttore editoriale delle pubblicazioni di Rodolfo Namias Editore
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