Apre oggi la XII edizione del MIA Image Art Fair a Milano: 100 espositori con un’importante partecipazione estera e molte novità.
Da quest’anno, MIA entra nel gruppo Fiere Di Parma. Si respira aria di rinnovamento, a cominciare dalla promozione che è stata più importante del solito.
All’interno degli spazi del Superstudio Maxi, tra gli stand si vedono diverse gallerie presenti per la prima volta nella fiera ideata da Fabio Castelli. Tra queste, l’indiana Nine Fish Art Gallery che presenta il lavoro del giovane fotografo Jayesh Kumar Sharma sulla lotta tradizionale indiana che sta scomparendo.
Sono ormai sei anni che Jayesh si dedica a documentare la lotta Kushti che ha lontane radici in Afghanistan, Bangladesh e Nepal. Oggi, la maggior parte dei giovani lottatori si lascia attrarre dal fascino del wrestling internazionale. Come conseguenza, le storiche arene di fango nelle quali in passato generazioni di praticanti si sono allenate, sono ormai deserte. Lo stile di vita e le pratiche quasi monastiche che i giovani dovevano adottare come parte della filosofia di vita kushti non sono più così attraenti per gli atleti. Queste antiche palestre, o “akhadas”, sono oggi per lo più silenziose e hanno un aspetto desolato e fatiscente, che si riflette spesso sui volti dei pochi frequentatori rimasti.
Spostandoci nella fiera, possiamo trovare diverse gallerie (tra cui AG galerie e Mah art gallery di Theran, Royal Khadjavi Projects di New York e Podbielski Contemporary di Milano) che espongono opere iraniane. Non è un caso, fanno tutte parte del progetto Underskin, Stories From Iran a cura di Rischa Paterlini. Una iniziativa per fare conoscere artisti iraniani emergenti ed affermati, residenti in Iran o all’estero. La morte di Masha Amini, la giovane curda iraniana deceduta nel settembre 2022 mentre era in custodia della polizia morale, ha segnato un momento cruciale nella storia dell’Iran e il MIA desidera dare il suo contributo per accrescere la consapevolezza nel pubblico di ciò che le donne iraniane stanno vivendo.
Per l’Italia, una proposta molto interessante è Still Live, di Giangiacomo Rocco di Torrepadula che espone presso la galleria Federico Rui Arte Contemporanea. Le sue immagini sono un manifesto della lentezza, del piacere dell’osservazione, del recupero della riflessione.
Il fotografo prende un oggetto di uso comune del suo ambiente domestico, apparentemente non più utile perché vecchio, rotto o conservato solo per motivi affettivi, lo posiziona nello spazio e lo inquadra con il banco ottico. Prima dello scatto lo studia con calma, intesse con l’oggetto un dialogo intimo fino a trovare una visione che gli restituisca una nuova vita. Ci possono volere diversi giorni per arrivare al risultato giusto. Ma sono giorni che hanno il piacere della lenta riscoperta di un passato di cui in qualche maniera ti riappropri. Il risultato sono grandi stampe che distillano l’essenza di un oggetto in forme semplici e d’impatto.
Un altro stand interessante è quello di The Yah Factory, giovane organizzazione milanese molto concentrata nella promozione di talenti emergenti di tutte le età. Con loro si respira un entusiasmo palpabile e hanno diversi artisti impegnati in progetti interessanti e diversi tra di loro: dai neon di Mattia Gravili, ai frame di Supe8 di Martin Bruckmanns, alle investigazioni sul corpo umano di Giulia Frump.
Nello stand di Antonia Jannone tornano le sedie di Marco Palmieri: architetto di formazione, l’ultimo e più stretto allievo di Ettore Sottsass. Le sue immagini hanno qualcosa di disorientante, ti fanno subito venire il dubbio se siano fotografie o meno. Costruisce i suoi soggetti (ora non più solo sedie, ma anche forme geometriche) con cartoncino da disegno e li colora con acquerelli prima di fotografarli. Il risultato sono superfici acquerellate che traggono facilmente in inganno. “Sembra che qualcuno ci si sia appena seduto sopra, vero?”, ti chiede con candore disarmante l’architetto poeta. Vero. E la disposizione delle cornici suggerisce un dialogo tra queste celebri sedioline che possono vantare un record di vendite all’interno del Mia.
Condivide il primato di bollini rossi la fotografa Malena Mazza, che con le sue foto attira un pubblico di acquirenti numeroso e facoltoso. Un passato da assistente alla regia, con nomi del calibro di Michelangelo Antonioni o i Fratelli Taviani, Malena ha sviluppato il suo stile particolarissimo principalmente sui set di moda o scattando campagne pubblicitarie. Oggi espone in Italia e all’estero, specialmente negli Stati Uniti dove è molto apprezzata e richiesta.
All’interno del Mia c’è un’altra innovazione: la zona bar e la zona lounge sono state curate da Designitaly, il portale dedicato al design italiano che è anche diventato l’e-commerce ufficiale della fiera. Le opere di artisti emergenti e di nomi consolidati tra quelli proposti in fiera possono ora essere visionate ed acquistate in oltre 100 Paesi del mondo, in particolare in Asia e negli Stati uniti dove la creatività italiana e le proposte della piattaforma sono particolarmente apprezzate.
Mia Fair
23-26/03/2023
Milano, Superstudio Maxi
via Moncucco 35 – MM Famagosta
Giovedì e Venerdì 12:00 -21:00
Sabato e Domenica 11:00 – 20:00