C’è un social fortemente orientato verso la fotografia dove non devi preoccuparti di soddisfare l’algoritmo, non c’è pubblicità e ci sono delle funzioni che piacciono molto ai fotografi. E poi c’è una novità di cui possiamo andare fieri.
Fino a poco tempo fa, VERO era un’applicazione semi-sconosciuta. Ora, grazie agli utenti delusi dagli ultimi cambiamenti di Instagram, è sulla bocca di tutti e conta circa 6 milioni di utenti. Sono dimensioni ancora lontane da quelle di Instagram (1,4 miliardi di utenti), ma il suo successo è in crescita per molti motivi. Uno è che non c’è pubblicità. Ci sono, invece, una serie di cose che mancano ad Instagram.
Molti dei fotografi che si sentono frustrati dai cambiamenti dei social Meta sono migrati verso VERO o, perlomeno, hanno aperto un account e stanno sperimentando una ambiente completamente diverso. La piattaforma offre molte funzioni che mancano ad Instagram e non ha le limitazioni che stanno causando così tanto scontento. Ecco qualche esempio:
Insomma, se Instagram non è più una applicazione per fotografi come prima ed ha deluso milioni di utilizzatori, VERO sta entusiasmando i fotografi. Oltretutto, in questa fase cercano di fare il possibile per farci sentire a nostro agio e aiutarci a farci conoscere. C’è anche la possibilità di proporre dei propri lavori e vederli pubblicati su VERO Full Frame, un appuntamento settimanale (ogni lunedì) nel quale un fotografo viene presentato alla comunità del social-media.
Per favorire gli incontri tra fotografi, su VERO ogni giorno della settimana corrisponde ad un hashtag specifico:
Gli hashtag settimanali sono usati un po’ da tutti e aiutano ad esplorare generi specifici. È un modo per incoraggiare il “networking” tra fotografi che hanno gli stessi interessi. Gli hashtags per professionisti (quando rispettati) sono più specifici: #editorial_photography, #commercial_photographer, #photojournalism, eccetera.
E se facendo una ricerca si trovano tanti post interessanti, ma manca il tempo di leggerli, è possibile usare la funzione “bookmark” e salvarli per leggerli successivamente.
I social media, lo sappiamo, possono dare dipendenza. Alcune piattaforme in particolare sono progettate apposta per tenere gli utenti incollati allo schermo: più è il tempo passato dagli utilizzatori su Facebook, Instagram o Twitter, più questi possono guadagnare dalle inserzioni.
VERO ha un approccio diverso perché non ha pubblicità e se non utilizzi per un po’ l’applicazione non ti manda subito notifiche push per incuriosirti e farti tornare. Mentre navighi c’è addirittura una funzione che – se vuoi – ti permette di controllare quanti minuti passi ogni giorno sull’applicazione. Per esempio, se temi di perdere troppo tempo e decidi che vuoi passare al massimo 10 minuti al giorno, puoi impostare il timer e sarai avvisato quando complessivamente hai esaurito il tuo tempo della giornata.
Senza pubblicità e senza lucrare sui dati degli utenti, VERO ha trovato il modo di guadagnare diversamente. Sulla piattaforma è possibile pubblicare canzoni dal catalogo di Apple Music e titoli di Apple Books. Se degli utenti acquistano articoli da Apple Books o Apple Music, VERO riceve una commissione di affiliazione.
Ma c’è di più. Per il momento l’applicazione è gratuita e promettono che lo sarà sempre per chi crea un profilo adesso. In futuro, però, hanno intenzione di chiedere il pagamento di un abbonamento. Su questo punto si sono scagliati i critici: un social network a pagamento sembra uno scandalo! Eppure altri hanno accolto con grande favore la novità. La piattaforma fornisce un servizio agli utenti e questo servizio va pagato, è una garanzia che non ci siano altre forme di sfruttamento degli utenti. Molto meglio sborsare una piccola somma annuale piuttosto che avere i propri dati utilizzati per essere perseguitati con annunci pubblicitari ed avere la nostra privacy messa a repentaglio. Per i fotografi, VERO sembra essere il nuovo social su cui essere. Sarà proprio…vero?
VERO esiste dal 2015, ma solo nel 2018 ha conosciuto il successo diventando l’applicazione più scaricata. Con le recenti modifiche di Instagram, negli ultimi mesi c’è stata una nuova ondata di utenti alla ricerca di un social affidabile su cui potere condividere ciò che si vuole senza dovere assecondare le esigenze dell’algoritmo. In tanti lodano l’applicazione, ma su internet si trovano opinioni discordanti e c’è anche chi critica VERO. Perché? Vediamo i motivi:
Su VERO ci sono meno photoeditor, agenzie e direttori marketing rispetto ad Instagram. Giusto, si tratta di un social in crescita e numericamente il paragone non regge. Eppure a cosa serve avere un bacino di potenziali utenti sconfinato se poi l’algoritmo non ti fa trovare? I sostenitori di VERO preferiscono comunque liberarsi dalla schiavitù dell’algoritmo e crescere insieme alla piattaforma. E poi nulla vieta di mantenere il profilo su Instagram.
Ayman Hariri, l’amministratore delegato di VERO, è stato criticato. Nel 2016, un anno dopo il lancio della piattaforma, la Reuters pubblicò un articolo sulla Saudi Oger, una società di costruzioni in cui Ayman Hariri aveva precedentemente lavorato come vice amministratore delegato. L’articolo riportava che la Saudi Oger aveva lasciato i lavoratori bloccati per mesi in dormitori affollati nei campi di lavoro, con pochi soldi e un accesso limitato a cibo, acqua o cure mediche. Ayman Hariri aveva dichiarato che si trattava di informazioni inesatte e che i fatti erano accaduti dopo che lui aveva lasciato la società. Il boicottaggio, però, era già iniziato e la campagna #DeleteVero si fece sentire.
Ayman ha fornito la documentazione che conferma il suo disinvestimento dalla Saudi Oger diversi anni prima delle sfide finanziarie senza precedenti che hanno causato gli eventi del 2016-2017. La documentazione è citata in questo articolo di Mashable. Per i più esigenti, abbiamo recuperato una dichiarazione rilasciata a nome degli azionisti della società che conferma che Ayman ha venduto le sue quote in Saudi Oger ed ha cessato ogni responsabilità manageriale nel 2014.
In ogni caso, in questa intervista Ayman Hariri racconta perché ha voluto creare VERO e qual è la sua etica nella gestione della nuova piattaforma. Ascoltare le sue parole aiuta a capire che cosa considera importante e l’orientamento innovativo che ha dato a VERO.
Vero raccoglie solo una minima parte di informazioni sugli utenti e assicura di non fornire i dati ad inserzionisti o terze parti. Si tratta di una scelta precisa e sicuramente lodevole, infatti è uno degli aspetti che sottolineano nella loro comunicazione. Ma, analizzando il contratto di VERO per scrivere questo articolo, avevo notato qualcosa mi era sembrato davvero inaccettabile. Infatti agli utenti venivano richiesti i diritti di utilizzo “perpetui e irrevocabili” dei contenuti caricati. Benché fosse specificato chiaramente che non avrebbero venduto i contenuti a terze parti, si trattava comunque di una richiesta impegnativa. Perché la licenza richiesta all’utente non avrebbe potuto terminare con la cancellazione del profilo?
Ho scritto a Vero e mi hanno risposto che sarebbe troppo complesso monitorare: “Questa autorizzazione è perpetua e irrevocabile, in modo da permetterci di visualizzare il contenuto pubblicato dall’utente, senza dover verificare con ogni singolo utente, dopo un determinato periodo di tempo, che ci conceda ancora l’autorizzazione a visualizzare ogni singolo post che ha pubblicato – o commento che ha fatto quando ha un account con noi.”
Non convinto, ho insistito chiedendo se avrebbero potuto riconsiderare i termini del loro contratto. Io, fotografo e potenziale utilizzatore di Vero, non avrei pubblicato le mie foto concedendo i diritti di utilizzo perpetui e irrevocabili. E come me tanti altri.
La risposta non è arrivata subito, ma non si erano dimenticati: stavano decidendo come affrontare il problema che avevo sollevato. Poi mi è arrivata una mail nella quale mi ringraziavano per avere fatto notare che qualcosa strideva e mi informavano di avere cambiato il contratto:
“Grazie per i commenti che ci hai mandato. Abbiamo rivisto i nostri Termini d’uso e aggiornato la sezione di concessione della licenza rimuovendo la parola “perpetuo” e chiarendo che la concessione dei diritti è limitata al periodo in cui l’utente ha un account VERO. Come abbiamo sempre specificato nelle nostre Condizioni d’uso, non siamo proprietari di alcun contenuto pubblicato dagli utenti sul servizio, né limitiamo in alcun modo l’utilizzo di tale contenuto al di fuori di VERO, ma siamo sempre felici di aggiornare le nostre Condizioni d’uso quando possiamo rendere le cose più chiare, come in questo caso. Puoi visualizzare le Condizioni d’uso aggiornate qui.”
Insomma VERO è una applicazione che promette davvero bene e hanno anche dimostrato di essere aperti a recepire i commenti degli utilizzatori. Infatti già in passato avevano modificato l’applicazione seguendo i suggerimenti del pubblico. Si tratta di una piattaforma in crescita con continue novità per permettere agli utenti di creare una propria comunità con altri utenti accomunati dagli stessi interessi. Io ho appena creato un profilo vero.co/enzodalverme e intendo esplorare le nuove potenzialità di questo social media senza pubblicità e libero dalla schiavitù dell’algoritmo.
A chi è venuta voglia di creare un profilo?