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Andrea Romeo - Country Director ITCG Canon Italia

“Il prodotto è il protagonista della nostra trasformazione”, parola di Andrea Romeo – Country Director ITCG Canon Italia

Una discussione con Andrea Romeo di Canon Italia circa il futuro dell’azienda, dalla riorganizzazione interna alla valorizzazione del prodotto al dialogo con retailer, photo specialist e consumatori finali. Il minimo comun denominatore? Il prodotto.

Francesco Carlini | 27 Luglio 2022

Andrea Romeo è il nuovo Country Director Imaging Technologies and Communication Group di Canon Italia, ruolo quanto mai chiave per tracciare la giusta rotta in questo periodo storico dominato dall’incertezza verso il segmento fotografico. Ma di cosa si occupa nella pratica? Ha la responsabilità di guidare le attività della divisione dedicata al mondo dell’Imaging Consumer e Professional, definendone strategie ed obiettivi e contribuendo alla crescita costante del business sul mercato italiano. I passi necessari per portare a termine questa missione sono molteplici: dal dialogo con i rivenditori a quello con i consumatori, dalla conoscenza del prodotto alla sua comunicazione, dall’elaborazione di una strategia vincente all’analisi dei dati di mercato. Consumer e Business quindi si uniscono sotto un’unica bandiera: foto, video e stampa saranno trattati da persone dedicate e specializzate, che conoscono a fondo il prodotto e lo sanno valorizzare al meglio. D’altronde è qui che si gioca la partita più importante, saper elevare la propria offerta e distinguerla dalle altre.

Poco tempo fa, durante la presentazione di Canon EOS R7 ed EOS R10, oltre a Paolo Tedeschi sul palco c’era anche Andrea Romeo che parlò di questa riorganizzazione interna e la paragonò ad un lavoro sartoriale. In quel pezzo anticipai un po’ questa intervista di oggi. “Questo cambiamento non è solo dato da uno sviluppo meticoloso del prodotto, bensì anche da un cambio di passo significativo a livello organizzativo. Questa multinazionale sta modificandosi incessantemente sotto i nostri occhi da qualche anno a questa parte, mettendo sempre più al centro il consumatore. Le posizioni sono state rinnovate sia a livello europeo che di country italiana; ora le persone chiave di questo cambiamento hanno un filo più diretto con la filiera distributiva, fanno formazione a chi si occuperà di vendere il loro materiale fotografico, studiano soluzioni differenti a seconda delle esigenze. Questa lavorazione “tailor made” è fondamentale non solo per fare cultura ma anche per far sì che i prodotti vengano valorizzati e compresi per le potenzialità che hanno”.

Vediamo ora come avviene questa trasformazione con il diretto interessato, Andrea Romeo.


Nuova organizzazione interna, nuovi ruoli e nuove persone. Di cosa ti occuperai nello specifico? Ci sarà commistione tra consumer e business?

Il mio ruolo non cambia, faccio quello che facevo prima: mi occupo di tutta l’organizzazione dei segmenti foto, video e stampa legati al consumatore finale e al B2B. Il team di vendita lo abbiamo riorganizzato lavorando per logiche di prodotto, un’esigenza che nasce per verticalizzare i segmenti di vendita e marketing. Lavorare su macrocategorie di prodotto ci permette di massimizzare la vendita su quelli che sono i bisogni del consumatore. Per farti un esempio: prima avevamo una figura che seguiva la GDO per foto, video e stampa, ora abbiamo uno specialista che parla con la stessa catena solo di foto o solo di video o solo di stampa. Questo è l’elemento più importante del nostro riassestamento.

Quindi una persona dedicata ai vari segmenti in grado di dialogare con specialist, retailer e consumatori..

Esatto. In più è cucita sul prodotto per far fronte alle esigenze del consumatore e alle modalità di vendita. In ogni caso, il prodotto è il vero protagonista della nostra trasformazione.

Questa lavorazione “tailor made” è fondamentale non solo per fare cultura ma anche per far sì che i prodotti vengano valorizzati e compresi per le potenzialità che hanno.

Andrea Romeo
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Andrea Romeo – Country Director ITCG Canon Italia

Questa scelta andrà ad aiutare tutti, dai negozianti ai profesionisti, perché avranno un punto di riferimento fisso..

Beh sì, lo speriamo proprio! In passato un team faceva retail e un altro faceva i photo specialist ma erano sotto cieli diversi. Ora non più. Ora si possono passare le best practice, quello che funziona sul retail lo possiamo portare anche sullo specialist. Abbiamo il dovere di far crescere il comparto non solo come vendite ma anche come conoscenze, con nuovi strumenti e nuove idee. Il nostro dovere è di essere leader, non solo nel fatturato. Per me vuol dire anche portare un modo più dinamico di affrontare un mercato che negli ultimi tempi è cambiato parecchio.

In cosa avete evidenziato questi cambiamenti?

È un mix di tutto, non c’è una risposta secca, sono una serie di fenomeni. Il primo è, il più banale, la penetrazione dell’online. Oggi gli acquisti via web si stimano, a livello mondiale, intorno al 55% a settimana. Sono numeri enormi! L’italia si posiziona con 10 punti percentuali in meno, ma rispetto a 2-3 anni fa è cresciuta del 15%. Siamo un po’ indietro come alfabetizzazione informatica rispetto ai nostri cugini europei ma ci stiamo muovendo in questa direzione. Un altro elemento importante è l’andamento della domanda di mercato sia per il segmento foto che per quello della stampa che sono stati colpiti in modo diametralmente opposto. Quello fotografico è stato castrato dalla pandemia e dall’impossibilità muoversi liberamente; la fotocamera è diventato più uno strumento per videoconferenze che per altro. Ciò ha portato ad un maggior interesse verso il video..sono fenomeni che si incastrano uno con l’altro. La stampa invece è aumentata a dismisura dato che tutti erano a casa in dad e smartworking. Di colpo se ne è sentita la necessità: la domanda è passata dal 15% al 60% e ha creato uno scompenso sulla fruizione di prodotto. Adesso stiamo vivendo un ritorno alla normalità, la gente ricomincia a voler viaggiare e stare fuori casa e lo smartworking e la dad non sono più appannaggio di tutti.

Il segmento foto ha subito una forte contrazione durante il Covid ma questo calo stava avvenendo già da prima. Ne stiamo uscendo o ci saranno altri anni difficili?

È una domanda che mi pongo anche io. Ci sono variabili fuori controllo. La mia sensazione è che il mercato a totale vada un po’ a diminuire però ci sono fenomeni da tenere sotto controllo. Il primo è il disinnamoramento verso la fotografia “canonica” da parte dei giovani: c’è tanta fruizione della foto attraverso lo smartphone non solo in termini di scatto ma anche di visualizzazione. Si perde quindi la qualità dell’immagine e la sua matericità, la sua stampa. Il secondo aspetto è che i giovani si spostano dalla foto scattata alla “foto video”, dove l’espressione avviene in modo più articolato. Questo si intreccia poi con il passaggio dalla tecnologia Reflex a quella Mirrorless. Ma non credo che oggi la somma dei due mercati sia la stessa degli anni precedenti; penso che in questo switch qualche pezzo si perda, anche perché il cambiamento tecnologico che stiamo portando dobbiamo essere bravi anche a spiegarlo. Quali sono le differenze e quali sono i vantaggi, perché i prezzi aumentano e così via.

In cosa differiscono le esigenze del retail e dello specialist? Quali le criticità nel rivolgersi a persone differenti?

Il retail ha l’esigenza di essere più specializzato; contemporaneamente ha bisogno di training e corsi di approfondimento per la vendita assistita, molto cambiata rispetto a quella che c’era anche solo 10 anni fa. Il photo specialist vive di prodotto tutti i giorni ma in questo momento ha l’esigenza di portare più gente all’interno del punto vendita e valorizzare così la sua esperienza, anche perché il pubblico è sempre più esperto. Entrambi hanno quindi bisogno di specializzarsi: il primo sul prodotto, il secondo sull’organizzazione. Poi c’è la sfida della vendita online. In ogni caso bisogna tornare a passare per la stampa. Le foto sullo smartphone diventano una massa di immagini che non si utilizzano mai, invece la consapevolezza ti porta a selezionarle e poi a stamparle. L’immagine diventa automaticamente un oggetto e questo gli dà un valore diverso. Ed è anche qui che il photo specialist può vincere la sua partita, mentre il retail si occupa solo di quantità.

Questo nuovo organigramma come sta procedendo?

Tutto è partito ad aprile scorso, è abbastanza fresco. Siamo nel pieno della presentazione del progetto e della condivisione con i clienti. Tutti l’hanno presa molto bene, questa focalizzazione sul prodotto ad oggi ha dato molti frutti ed è un segnale molto forte che, in qualche modo, la direzione che stiamo prendendo è quella giusta. Almeno a parole! Ma ci credo molto. E seguiranno i fatti.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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