Si respira aria di cambiamento ma Cortona rimane sempre la stessa, un borgo toscano meraviglioso valorizzato da grandi avvenimenti sul territorio. Il cambiamento è portato proprio da chi, da dieci anni a questa parte, ha acceso un faro su questa cittadina incastonata sugli appennini. Cortona On The Move sta cambiando e sta cambiando anche il suo approccio alla fotografia: da “semplice” promotrice del festival l’organizzazione On The Move sta tornando sui suoi passi per fare quello per cui è nata, ovvero un’associazione culturale dedita alla commissione di inediti.
Tutte le opere più importanti consegnateci dalla storia sono state commissionate: dal David di Michelangelo alla Gioconda di Leonardo alla Primavera di Botticelli. D’altronde la storia italiana è piena di quelli che un tempo venivano chiamati Magnati, cittadini importanti della vita dei Comuni che, grazie alla loro influenza e disponibilità economica, commissionavano opere d’arte per il semplice gusto di poterlo fare, per la ricerca del bello e, ovviamente, anche per mostrare il loro status. E nonostante nel corso del tempo, dal 1200 al 1400 soprattutto, furono una categoria osteggiata per la spasmodica ricerca di un sempre maggior potere politico, resta il fatto che grazie a loro l’arte ha sempre avuto un primo piano nella storia. Proprio la Toscana, soprattutto Firenze, ha visto l’affermazione questo importante periodo storico ma l’origine è molto più antica e da ricercare in epoca romana.
Questa, a mio parere, doverosa premessa per parlare di On The Move – l’associazione culturale che ha creato dal nulla, partendo da un sogno, Cortona On The Move e lo ha fatto diventare uno dei festival più importanti nel panorama fotografico nazionale ed internazionale. In dieci anni è passato dalle pagine dei quotidiani locali a quelle del New York Times e del Washington Post, il tutto anche grazie a collaborazioni come quelle con National Geographic e Lens Culture, che quasi ogni anno mandano a Cortona i loro migliori photo editor per le letture portfolio. Fino a ieri questo era Cortona On The Move. Ma da oggi cambia tutto e lo si nota già dalla nuova denominazione di Cortona On The Move – da Festival Internazionale di fotografia a Festival Internazionale di Visual Narrative. Ma perché una così lunga premessa sui magnati per poi non parlarne? Lo faccio ora. L’associazione On The Move non si occuperà unicamente di allestire Cortona con alcune delle immagini dei più importanti fotografi nazionali ed internazionali ma comincerà a commissionare agli stessi unicamente lavori inediti, diventando così un produttore di contenuti fotografici, videografici e testuali..in sostanza, un magnate dell’arte in forma associativa. E in questo periodo ce n’è bisogno, tanto. Oggi la fotografia è forse il medium più speso su ogni piattaforma, sia cartacea che online, per il suo potere narrativo. Ma in un mondo in cui si produce così tanto è anche facile che il valore intrinseco di un’opera venga meno e si svaluti, che si consideri alla mercè di tutti solo per il fatto di essere facilmente disponibile e che rischi di perdere di significato data la sua replicabilità. Per questo è importante che siano i grandi artisti a prendere la scena ma soprattutto che ci sia dietro “qualcuno” che riesca a supportarli al meglio. E in questo periodo, reso difficile anche da quello che stiamo passando a livello sanitario, è nato lo spunto per The Covid-19 Visual Project. Quasi un obbligo morale a dire il vero. Proprio Antonio Carloni, Direttore di Cortona On The Move, ce lo ha raccontato: “Il 20 febbraio il mondo è cambiato, gli eventi di cui facciamo parte sono stati cancellati. C’era bisogno di reagire e con The Covid-19 Visual Project abbiamo deciso di proporre qualcosa di socialmente utile, che viva nella memoria e che fino ad ora nessuno aveva ancora realizzato. Abbiamo quindi creato fondo economico e commissionato progetti che raccontassero l’impatto che sta avendo il Covid sulla società. Questa è stata la nostra risposta, non da festival di fotografia ma quasi da istituzione. Il festival non sarà più come è stato fino al 2019: i contenuti inediti saranno la nuova realtà, per poter raccontare quello che ci è intorno.”
Parola chiave in questo caso, nonostante sia stata molto spesso abusata in svariati contesti, è resilienza. E così è stato per Cortona On The Move, che ha saputo adattarsi a questo cambiamento improvviso, che ha sconvolto piani, abitudini, vite. Solitamente il festival si teneva nei tre mesi estivi, da luglio a settembre, quest’anno invece si svolgerà unicamente nei weekend fino a fine ottobre: in questo modo è stato possibile utilizzare il disavanzo per creare il fondo e poter commissionare le opere. Un’edizione questa che ha rischiato di non tenersi affatto ma che l’organizzazione ha reso possibile pur non senza difficoltà: fino ad ora sono stati registrati circa 12.500 visitatori, un record visto il difficile periodo storico, quasi un vero e proprio attestato di fiducia. Fortunatamente On The Move non è sola ma attorniata da partner e sponsor tecnici che credono fermamente nella direzione di Antonio Carloni e nell’estro creativo di Arianna Rinaldo, che da quando è Direttrice artistica del festival non ha mai sbagliato un messaggio sociale o un artista, e non si sono tirati indietro davanti a questo ambizioso progetto. Canon Italia da questo punto di vista sta facendo un lavoro lodevole: oltre a fornire il supporto tecnico, mette in campo la propria esperienza organizzando workshop con alcuni dei più famosi Ambassador nazionali ed internazionali – professionisti che difficilmente si riuscirebbero ad incontrare in altro modo – e lectures sulla fotografia. L’azienda non è nuova a questo tipo di operazioni, basti pensare al filo diretto che da oltre 30 anni la lega a Perpignan: d’altronde per supportare il settore serve fare cultura fotografica, non basta certo produrre il mezzo. E Canon questo lo ha dimostrato anche in altri ambiti: emblematico è il progetto IOX che vanta all’attivo collaborazioni con svariate istituzioni per creare esperienze immersive quali Uffizi Virtual Experience, Caravaggio Experience ed Inside Magritte.
Ma torniamo al Festival. Ogni weekend fino a fine ottobre sarà possibile vedere le opere di venti artisti nazionali ed internazionali, venti punti di vista differenti sull’impatto che ha avuto il Covid sulla società, quaranta occhi diversi sul mondo che sta cambiando: Turni di vita o di morte di Andrea Frazzetta, Covid on scene di Alex Majoli, La nuova fine del mondo di Luján Agusti & Nicolás Deluca, Locked in Beauty di Paolo Woods & Gabriele Galimberti, Silenzio di Edoardo Delille, The Indispensable di Daniel Etter, Afuera di Luis Cobelo, Next stop di Daniele Ratti, COndiVIDendo 19 di Mattia Crocetti, Contingency Plans di Mattia Balsamini, Diario: il libretto sanitario di New York di Gaia Squarci, In questo momento di Serena Vittorini, No Place Like Hope di Michele Spatari, Il silenzioso battito delle loro mani di Davide Bertuccio, I sogni di Roma di Mo Scarpelli e Urtümliches Bild di Silvia Bigi. Lo spettatore è catapultato in una narrazione reportagistica incalzante e può ammirare i diversi approcci di questi artisti, tra il personale e l’oggettivo, che in molti casi uniscono le immagini a testi e video: dolore, scoperta e ripresa, ritratti dei “primi” e degli “ultimi”, storie di quotidianità e sguardi sul futuro. Un’esperienza importante che tutti dovrebbero fare. Soprattutto chi ancora non ha, o non vuole avere, consapevolezza di ciò che lo circonda e del dolore che sta causando. Una buona base per ripartire. Una buona base per reinventarsi.
The Covid-19 Visual Project conta ad ora un totale di trenta artisti e altrettanti lavori commissionati, per questo motivo è stato creato un sito web dedicato – un work in progress diviso in “capitoli” dove l’ultimo è ancora in fase di lavorazione e che diventerà uno spaccato permanente dei nostri tempi:
Per festeggiare il decennale Cortona On The Move si rivoluziona non solo diventando un Festival Internazionale di Visual Narrative ma diventando produttore di contenuti inediti. In un mondo dove sempre più spesso si dà per scontato questo importantissimo e cruciale medium, la fotografia come forma d’arte torna finalmente al centro dell’attenzione.