Il nuovo FE 16-35mm F2.8 GM II è più leggero e compatto..ma c’è proprio bisogno di fare la corsa a cambiare il vecchio modello per questo?
La settimana scorsa Sony ha deciso di presentare non uno ma ben tre nuovi prodotti. Le due nuove A7C sono passate sotto la mia lente di ingrandimento, in particolar modo A7C R, e successivamente ne è scaturito anche un confronto diretto. Ma c’è di più, c’è anche il nuovo FE 16-35mm F2.8 GM II..e no, non me ne sono scordato.
La triade F2.8 GM è completa ed è qui per restare per un bel po’ di anni. Sony chiude il giro di boa degli obiettivi luminosi per i professionisti con l’ultimo pezzo mancante, FE 16-35mm F2.8 GM II. Tra l’altro lo fa con un progetto ben preciso, ovvero quello di fornire i professionisti di un trittico leggero e di qualità ma soprattutto versatile. Ad esempio, in accoppiata con A1, si passa dai 3.046 grammi del corredo F2.8 precedente ai 2.287 grammi di questo: un risparmio di ben 759 grammi nella borsa e, di conseguenza, sulle spalle del fotografo. La cura dimagrante maggiore è stata sicuramente riservata ad FE 70-200mm F2.8 GM II, anche se FE 24-70mm F2.8 GM II non è da meno, resta che i 133 grammi di peso in meno rispetto al precedente fanno anche di questo 16-35mm un bel progetto ingegneristico. Ma ad essere interessante non è solo la bilancia, come sempre anche la costruzione interna è stata rivista e le prestazioni sono da primo della classe.
Nuovi motori AF, nuovo schema ottico, nuovo design esterno fedele alla linea G Master e comodo in ogni situazione. Questo è un obiettivo ideale non solo per il paesaggio ma anche per il viaggio, la fotografia notturna, il ritratto, la street ed il video. Senza dimenticare gli eventi dove si vogliono includere più persone nella scena e ci si può avvicinare tanto, come i concerti, le piece teatrali e i matrimoni. Insomma, dopo circa sei anni di attesa non ci si poteva aspettare nulla di meno.
Sotto innumerevoli aspetti è quindi migliore della prima versione..ma occorrerà fare la corsa al cambio? Cerchiamo di scorpirlo.
Questa seconda versione è composta da 15 elementi suddivisi in 12 gruppi con: una lente asferica e tre lenti XA (Extreme Aspherical) per minimizzare le aberrazioni, una lente Super ED e due lenti ED per minimizzare le aberrazioni cromatiche ed una lente ED asferica per sopprimere aberrazioni cromatiche e sferiche simultaneamente. Il diaframma è arrotondato ad 11 lamelle.
Sony FE 16-35mm F2.8 GM | Sony FE 16-35mm F2.8 GM II | Sony FE PZ 16-35mm F4 G | ||||
Costruzione | – | 16 elementi in 13 gruppi | – | 15 elementi in 12 gruppi | – | 16 elementi in 11 gruppi |
Lenti interne | – | 3 lenti Asferiche, 2 lenti XA, 2 lenti ED | – | 1 lente Asferica, 1 lente Asferica ED, 2 lenti ED, 1 lente Super ED, 3 lenti XA | – | 2 lenti AA, 1 lente ED, 1 lente Asferica, 1 lente Asferica ED, 1 lente Super ED |
Distanza minima | – | 28cm | – | 22cm | – | 24cm |
Dimensioni | – | 122mm x 89mm | – | 111.5mm x 87.8mm | – | 88.1mm x 80.5mm |
Peso | – | 680 grammi | – | 574 grammi | – | 353 grammi |
Come su tutti i più recenti obiettivi G e G Master anche qui c’è un sistema Floating Focus, dove a muoversi è solamente il gruppo di lenti mediane lasciando ferme le altre, che sblocca alcune migliorie fondamentali: ottimizza la risoluzione dal centro ai bordi, aiuta a contenere i bagliori interni e permette di avvicinarsi di più al soggetto inquadrato. Inoltre a beneficiarne sono anche le dimensioni: è lungo 111.5mm, ha un diametro di 87.8mm e un peso di soli 547 grammi, ben 130 meno del precedente modello. Il cambio di passo si nota anche in termini di prestazioni AF. Il motore piezoelettrico viene sostituito con ben 4 motori XD Linear: focus tracking garantito fino ai 30 fps in foto e fino ai 120 fps in video e breathing contenuto.
Esternamente cambia praticamente tutto. Non che ci volesse molto, la versione precedente era completamente spoglia a parte la ghiera per la messa a fuoco, quella dello zoom ed un pulsante Fn. Compare qui sul barilotto la prima grande e gradita novità: la ghiera dell’apertura. A lato di essa troviamo il pulsante De-click per sfrizionarla e un Iris Lock per isolare la posizione A (che serve a demandare la scelta degli f/stop al corpo macchina). Oltre al classico selettore AF/MF troviamo anche un secondo pulsante Fn per facilitare l’utilizzo in verticale.
Il passato non sembrava “così passato”..perlomeno fino a quando non si mette mano al nuovo modello: le migliorie sono significative ed in linea con le richieste moderne. La ghiera dei diaframmi è imprescindibile. In modalità foto sentire sotto le proprie dita la frizione al cambio di ogni valore è una bella sensazione e premia la velocità di adattamento all’ambiente circostante; in modalità video è un mondo a parte, finalmente ogni videomaker potrà riprendere variando l’apertura in maniera fluida avendo la possibilità di agire sul pulsante De-Click e sfrizionarla all’occorrenza. Inoltre da notare anche la soppressione del focus breathe, cosa che con il modello precedente viene lasciata al corpo macchina se ne è dotato. Una comodità aggiuntiva sono sicuramente i due pulsanti personalizzabili, “orizzontale e verticale”, sul barilotto, uno in più rispetto alla prima versione.
A livello di risoluzione generale è un obiettivo ben fatto e che rispecchia i dettami della linea professionale G Master: ottima risoluzione dal centro ai bordi del fotogramma sia a 16mm che a 35mm e aberrazione cromatica, flare e ghosting mai pervenuti anche controluce. In più è da notare che la distanza minima di messa a fuoco è stata ulteriormente ridotta, quindi ci si può spingere ad una distanza che va dai 20cm ai 30cm dal soggetto a seconda della focale utilizzata; è un passo avanti enorme, il potersi avvicinare di più sblocca delle possibilità creative che prima erano impossibili. La riproduzione del colore è leggermente più calda e il contrasto un tantino più accentuato. Lo sfocato, come sempre, eccellente.
La differenza nel corpo è minima. é il 20% più leggero e alla massima estensione è di circa 2cm più corto del precedente. Di certo non saranno le dimensioni generali a spronarvi a cambiare il vecchio modello, però è da notare che questa seconda versione ha un baricentro leggermente spostato “in avanti” e che questa differenza in lunghezza non vi obbligherà a cambiare il bilanciamento di un gimball se state girando un video e avete bisogno di cambiare distanza focale.
Torniamo alla domanda iniziale: ha senso fare l’upgrade? In questo caso credo che dipenda da quanto è importante il video per il vostro flusso di lavoro. Mi spiego meglio: questa nuova versione ha dei punti notevoli a suo favore ma non “lato foto”. La qualità generale del file è aumentata come c’era da aspettarsi su un obiettivo di nuova fattura ma non di “così tanto”: il vecchio 16-35mm GM era quasi perfetto già sei anni fa. Il nuovo ha sicuramente una marcia in più per quanto riguarda la fotografia ravvicinata ma, a meno che questa non sia il vostro unico interesse, è un po’ poco per pensare di aquistarlo. Discorso differente per quanto riguarda le riprese: i nuovi motori XD Linear permettono un AF veloce e preciso e supportano i sistemi delle Mirrorless più recenti (anche i 30 fps nel caso), il focus breathe è ben corretto, la ghiera sfrizionata semplicemente prima mancava. Per cui è in base a questo che dovrete trarre le vostre conclusioni.
A questo e al prezzo: il nuovo FE 16-35mm F2.8 GM II uscirà a settembre a € 2700. Se ben notate è lo stesso prezzo di lancio che aveva anche la prima versione che però ora verrà riposizionata ad € 2100.