Sony presenta tre nuove ottiche, tutte APS-C: 11mm F1.8, 15mm F1.4 G e PZ 10-20mm F4 G. Le abbiamo provate tutte in un contesto street. Alcuni di voi saranno felici di saperlo, altri un po’ meno, siamo stati in Piazza Duomo a Milano durante i festeggiamenti del 19esimo scudetto dell’AC Milan.
Tre ottiche bastano per rinfoltire il parco APS-C? La risposta è nì, però questo è sicuramente un primo passo consapevole verso il futuro. Poco tempo fa mi lamentavo della mancanza di obiettivi per il formato ridotto a fronte della presenza di ben quattro corpi macchina, soprattutto dell’esiguità di ottiche fisse importanti. Ma oggi Sony comincia ad abbattere questo muro di “indifferenza” con ben tre focali, due delle quali ad ampia apertura.
Ovviamente, come vogliono i tempi moderni, con queste ottiche si può fare un po’ tutto; due di loro però sono votate a mestieri molto diversi mentre la rimanente tiene “un piede in due staffe”. Per cui E 11mm F1.8 è un compagno ideale per ZV-E10, E 15mm F1.4 G per A6600..invece E PZ 10-20mm F4 G è il classico jolly da tirare fuori all’occorrenza, quello che sta bene con tutto. Ovviamente io ho avuto entrambi i corpi macchina a disposizione e, col senno di poi, è una fortuna che io sia riuscito a restituire tutto il materiale intonso vista la situazione in cui mi sono buttato.
New I, New II e New III, così nominati nel brief sotto embargo, hanno caratteristiche comuni: sono pensati per regalare un’ottima qualità d’immagine, per essere veloci in azionamento zoom e in AF e per essere compatti. A mio avviso tre parametri pienamente rispettati. Ma guardiamo la line up. Se è vero che l’11mm F1.8 e il 15mm F1.4 vanno a coprire buchi evidenti (ok, c’è un 16mm ma è F2.8), con PZ 10-20mm F4 G Sony vada a bissare una focale esistente e buona come E 10-18 F4 G OSS; qui si rinuncia alla stabilizzazione per avere in cambio altri vantaggi derivanti dalla “modernità” dei componenti. Di sicuro un ricambio generazionale serviva. Questo trio si caratterizza per la costruzione interna complessa e ricca di elementi speciali, per l’utilizzo di motori lineari e per il peso piuma da record.
Buttare tutto in un unico calderone non è mai troppo semplice per cui vediamo come sono fatte e come si comportano le ottiche analizzandole una per una.
Sicuramente è il più complesso dei tre, per costruzione ed elementi interni: è composto da 13 elementi suddivisi in 11 gruppi, con tre lenti asferiche, una lente ED e una lente Super ED. Le dimensioni sono davvero minime: 69x66mm con un peso di soli 219 grammi. Molto più piccolo e leggero del suo corrispettivo del “brand x” che ha un 16mm F1.4 che misura 92×72 per 405 grammi. Sono d’accordo con Sony nel ritenerlo più un obiettivo fotografico che altro, un particolare su tutti è lì in bella vista a dimostrarlo: la ghiera dell’apertura. Oltre alla ormai nota posizione A automatica, è anche sfrizionabile dal pulsante De-Click; inoltre sempre sul barilotto troviamo l’altra ghiera per la messa a fuoco manuale, lo switch AF/MF e un pulsante personalizzabile Focus Hold.
Nonostante questo non disdegna certo il video. Gli elementi interni vanno a minimizzare il Focus Breathe e le dimensioni lo rendono comodo quanto basta per un gimbal. La distanza minima di messa a fuoco è di circa 17cm ed è mossa da un doppio motore lineare, in grado di supportare anche raffiche più importanti di quella di A6600; è quindi progettato per durare nel tempo, anche con i corpi macchina di domani.
Come c’era da aspetarsi questo 15mm comincia a fare sul serio in termini di risoluzione a partire dagli stop successivi al massimo dell’apertura. Considerando che le linee per millimetro non differiscono poi di molto, già ad F1.4 si comporta bene ma il meglio lo regala tra F2.8 ed F4. Poi fisiologicamente comincia a calare ma mai troppo drasticamente, diciamo che ad F8 si ha ancora un file ottimale.
Anche il segnale del rumore è ben gestito. Fino a ISO 12800 si può scattare tranquillamente in ogni condizione, il rumore si comincia a vedere a file solo dai 25600 ISO..ed è l’ultimo step ISO nativo di A6600. Una sicurezza anche di notte.
Il più compatto zoom ultra grandangolare ad ora sul mercato e va a sostituire il vecchio E 10-18mm F4 G OSS migliorandolo sotto tutti gli aspetti, dalla costruzione alle dimensioni. È composto da 11 elementi suddivisi in 8 gruppi, con tre lenti asferiche, due lenti ED e una lente asferica ED; è leggermente più piccolo, misura 55x70mm, e pesa il 20% in meno con i suoi 178 grammi. Anche lui è ottimizzato per il video, sopprime il Focus Breathe ma soprattutto è PZ per cui dotato di escursione motorizzata. Se accoppiato con un corpo FX3 o ZV-E10 lo zoom si potrà quindi comandare anche con la ghiera coassiale al pulsante di scatto. Tra l’altro questo non è solo azionabile tramite slider W/T o macchina ma anche attraverso la prima ghiera sul barilotto, mentre la seconda è demandata alle micro regolazioni in manuale. A bordo troviamo anche qui un doppio motore lineare.
Questo zoom grandangolare è davvero ben costruito, con un segnale molto costante. La risoluzione ad ogni apertura è praticamente identica ad ogni focale, sia a 10mm che a 20mm. Ovviamente al suo massimo perde qualche linea per millimetro ma per essere in presenza di un comune obiettivo non professionale è notevole.
Molto diverse invece le risultanze nella gestione del rumore. La focale migliore risulta essere il 10mm: alta risoluzione ad ogni step ISO, il rumore comincia a palesarsi solo a ISO 25600. Dopo aver visto la chart relativa all’apertura, 20mm mi aspettavo qualcosa in più: dai 200 ISO in poi la risoluzione è più bassa e il rumore si fa strada già a 6400 ISO.
Il modello più videocentrico dei tre, pensato per i Vlogger. È composto da 12 elementi suddivisi in 11 gruppi, con tre lenti asferiche e tre lenti ED; misura 57x66mm e pesa solo 181 grammi, in accoppiata con ZV-E10 solo 524 grammi in tutto. Il barilotto non è liscio, anche qui c’è un pulsante personalizzabile Focus Hold, uno switch AF/MF e ovviamente una ghiera per le micro regolazioni in manuale. Come il 15mm e il 10-20mm è dotato di due motori lineari, per un tracking più preciso sul volto nelle riprese in prima persona.
Che sia un obiettivo per “selfie” dedicato a massimizzare lo sfocato si capisce dalle misurazioni. Il miglior rapporto tra risoluzione ed apertura si ha infatti fino ad F2.8, poi da F4 comincia a calare lentamente.
Anche qui il rumore è gestito molto bene: fino a ISO 800 la risoluzione praticamente non cala mai e il rumore comincia a vedersi solo a ISO 25600. Ottimo quindi per le riprese in prima persona diurne e notturne.
Faccio una breve parentesi su E 11mm F1.8 dato che, essendo pensato per i videomaker (e non essendolo io) non l’ho utilizzato moltissimo. Come si può notare da queste ultime misurazioni, è costruito per massimizzare la resa dello sfocato alle ampie aperture; F2, F2.8 ed F4 sono stop di sicurezza, in grado di rendere omogeneo e pastoso il bokeh. Stesso discorso per la gestione del rumore: si può tranquillamente spingere fino a ISO 25600 senza che si palesi o che sia disturbante. Un ottimo obiettivo sia di giorno che di notte, sia per le ampie scene che per i lavori in ambienti poco illuminati e piccoli.
Come sempre più spesso mi accade, vedi la prova di FE PZ 16-35mm F4 G, anche questa volta ho trovato un contesto forse non troppo adatto..ma questo passava il convento. Sono stato, e qui di sicuro alcuni non la prenderanno bene, ai festeggiamenti per il 19esimo scudetto dell’AC Milan. Una grande festa in piazza Duomo. Partiamo subito con il dire che io sono un po’ fissato con il Full Frame, ho sempre con me la mia macchina e difficilmente me ne separo. Ma un’APS-C di qualità risolve tante “grane”: è più leggera, è più compatta, si passa inosservati.
E in una situazione come quella in cui mi sono ritrovato sono aspetti fondamentali per riuscire a riportare a casa tutto il materiale..Sony non lo sa, ma stavolta il rischio di perdere qualcosa per la strada c’è stato. Salti, cori, tasso alcolemico elevato. Peso e ingombri irrisori, nella mia messenger avevo: la A6600 con il 15mm montato, la ZV-E10 con l’11mm montato e il 10-20mm pronto per l’occorrenza. Durante il giorno ho utilizzato principalmente il primo bundle e la sera mi sono limitato a cambiare il fisso con lo zoom. Il secondo kit è invece è sempre rimasto lo stesso.
Il 15mm F1.4 è equivalente ad un 23mm nel formato Full Frame, una buona focale sia per la street che per il medio paesaggio. Diciamo che bisogna avvicinarsi molto ai soggetti se si vogliono immagini un po’ più “intime” ma questo è anche il suo bello. La riproduzione del colore mi sembra eccellente in ogni condizione, sia controluce che con il sole a picco che all’imbrunire. Sapendo poi che il meglio lo regala da F2.8 ad F5.6 mi sono mosso sempre tra questi valori con qualche breve excursus agli stop successivi.
I motori lineari sono un grande plus, soprattutto quando le ottiche non sono stabilizzate e i soggetti non stanno mai fermi. In questo caso l’aggancio ai volti non ha mai sbavature rilevanti, anche quando questi entrano prepotentemente nella scena dai bordi del fotogramma merito anche della stabilizzazione di A6600. Con il 15mm non ci sono mai problemi. Si può scattare in qualsiasi condizione, di giorno o di notte, e a qualsiasi valore ISO senza notare il benché minimo rumore. Persino in situazioni di controluce non ho notato alcun bagliore e nessuna bruciatura, cosa non scontata data la sua luminosità.
A6600 e 15mm F1.4 sono un kit importante, direi praticamente professionale; tanta qualità, un punto di vista classico, una focale versatile, compatta e leggera da avere sempre con sé. Con 10-20mm F4 le possibilità però si ampliano leggermente, anche grazie al fatto che sia una focale zoom che copre un 15-30mm equivalenti. Certo bisogna rinunciare ad un minimo di luminosità, però anche alzando gli ISO di molto si può lavorare in tutta sicurezza fino al valore di 12800. Il rumore lo vedrete solo se uscite dalla gamma nativa e arrivate in extended, cosa che non succede poi spesso.
Come tutte le focali zoom, alla focale minima si ha il miglior risultato mentre alla massima comincia a perdere qualità già ai 6400 ISO; però di contro è molto costante ad ogni apertura oltre F4, cosa non proprio scontata dato che siamo in presenza di una G APS-C e non di una G Mster Full Frame. Utilizzabile sia di giorno che di notte, migliora di molto la specie rispetto a 10-18mm F4; la rinuncia alla stabilizzazione quasi non si sente grazie allo Steady Shot di A6600.
Ben costruite e dalle alte prestazioni, non c’è che dire. Queste tre ottiche rendono onore ad un modello come A6600, che di qualità ne ha tanta ma che rischiava di rimanere inespressa a causa della carenza di un parco poco pingue. Il 15mm è praticamente un professionale ma il 10-20mm e l’1mm non sono poi tanto da meno. Leggeri, compatti e versatili, soluzioni che permettono di scattare o ripredersi senza dare nell’occhio e intimorire gli astanti con la sicurezza di portare a casa file importanti dall’ottima risoluzione sia di giorno che di notte. Dopo un lungo periodo di silenzio, Sony torna a dare attenzione al formato ridotto con ben tre ottiche, tutte di qualità. Io, che di quel silenzio mi sono sempre lamentato, ora non posso che fare dietro front.
Sony E 15mm F1.4 G, E PZ 10-20mm ed E 11mm F1.8 saranno disponibili a luglio; i primi due ad un prezzo di € 850 mentre il terzo ad un prezzo di € 600.