Meglio il nuovo FE 70-200mm F4 G OSS II o FE 70-200mm F2.8 GM II? Come sempre, dipende.
La maturità di un’azienda non si valuta in base a quanti modelli di fotocamere presenta. Certo, il parco macchine è importante ma lo è ancora di più quello degli obiettivi. Canon (non è un nome buttato lì a caso, a breve capirete perché) fa da scuola in questo caso: se non hai un’ampia scelta di ottiche in grado di soddisfare tutte, ma proprio tutte, le esigenze di professionisti ed appassionati, la partita rischia di essere persa in partenza. Dal 2021 le cose sono quindi cominciate a cambiare anche in Sony, con la presentazione del primo obiettivo di seconda generazione FE 70-200mm F2.8 GM OSS II a cui è poi seguito FE 24-70mm F2.8 GM II; tutto con il professionista in mente. In questa strategia possiamo però inserire anche FE 20-70mm F4 G poiché va a coprire il “vecchio” FE 24-70mm F4 ZA di tedesca fattura, che tanto ha resistito nel tempo, con schemi ottici nuovi e prestazioni addirittura migliori. Ecco quindi la prima soluzione per l’appassionato esigente..e la seconda? La seconda arriva oggi con FE 70-200mm F4 G OSS II, secondo capitolo di uno degli zoom “tuttofare” più venduti e versatili in assoluto.
Prima di addentrarci nella recensione, facciamo un passo indietro e torniamo a..Canon. Al netto di tutte le comparazioni tra vecchio e nuovo modello, Sony va a prendere di mira esplicitamente la concorrenza e più precisamente quel Canon RF 70-200mm F4 L IS USM presentato anni fa e che ho recentemente provato con EOS R8: i due si equivalgono sicuramente per colore e quasi anche per dimensioni, peso e funzionamento. Il Sony dal canto suo può però vantare capacità Macro che nativamente sono dello 0.5x ma arrivano fino all’1:1 con il Teleconverter 2x..e ovviamente una distanza minima di messa a fucoo abbastanza da record. Ma perché poprio Canon? Perché per la prima volta Sony sembra prendere di petto la concorrenza: al netto dei paragoni fatti con il 70-200mm G precedente, in molte slide della presentazione figurava l’obiettivo Canon..e si sa, di solito in queste situazioni non si cita mai direttamente il marchio ma si rimane su un più generico (anche se altrettanto ovvio) “concorrente C”.
Carte in tavola quindi.
L’obiettivo è composto da 19 elementi in 13 gruppi, con una lente asferica, tre lenti ED, una lente Super ED, una lente AA (Advanced Aspherical) per minimizzare le aberrazioni e un diaframma arrotondato a 9 lamelle per garantire uno sfocato il più possibile circolare nella fotografia di ritratto. La grande novità di questo modello di seconda generazione è la sua capacità Macro: nativamente è di 0.5x ma, in combinato con il SEL20TC, il teleconverter 2x, riesce ad arrivare al rapporto 1:1 sia a 140mm che a 400mm.
Per riuscire a massimizzare le performance nella fotografia ravvicinata la scelta della costruzione Floating Focus è stata sicuramente vincente: a muoversi è solamente il gruppo di lenti mediane, lasciando ferme le altre. Il movimento è garantito da ben quattro motori XD Linear e questa accoppiata va a garantire performance di tutto rispetto in termini di fotografia sportiva dato che si possono raggiungere anche i famosi 30 fps di Sony A1.
Gli aggiornamenti non sono solo interni, anche esterni e il barilotto ha un nuovo design molto più utile sul campo. Le dimensioni ed il peso sono stati ridotti rispetto al passato: alla focale minima è lungo 149mm e pesa 794 grammi, contro i 175mm in 840 grammi del precedente. La lente frontale ha un diametro maggiorato di 2mm (si passa da 80mm ad 82.2mm), nulla di che ma vale la pensa evidenziarlo. Sui lati sono stati aggiunti due pulsanti che prima mancavano: il Full Time DMF (Direct Manual Focus), che permette la correzione della messa a fuoco in manuale anche durante l’AF continuo, e lo Zoom Lock, un sistema di blocco che impedisce l’allungamento non voluto del barilotto dato che è collassabile. A dire il vero, in questo caso, sarebbe stato preferibile avere un blocco non solo ai 70mm ma anche ai 200mm.
Ci sono poi il limitatore da 3 metri ad infinito e Macro, lo switch AF/MF, lo switch ON/OFF per l’OSS e il pulsante Mode al quale è stata aggiunta la modalità III: la I è per il ritratto, la II è per i panning e la III è mista.
Sony FE 70-200mm F4 G OSS II | Sony FE 70-200mm F4 G OSS | Canon RF 70-200mm F4 L IS USM | ||||
Costruzione | – | 19 elementi in 13 gruppi | – | 21 elementi in 15 gruppi | – | 16 elementi in 11 gruppi |
Distanza minima | – | 26cm / 42cm | – | 100cm / 150cm | – | 60cm |
Ingrandimento | – | 0.5x | – | 0.13x | – | 0.28x |
Dimensioni | – | 149mm x 82.2mm | – | 175mm x 80mm | – | 119mm x 84mm |
Peso | – | 794 grammi | – | 840 grammi | – | 695 grammi |
Come si può notare dalla tabella qui sopra, i passi avanti rispetto al “vecchio” FE 70-200mm F4 G OSS sono incredibili. Rispetto invece a quello additato come concorrente, il Canon RF 70-200mm F4 L IS USM ne esce sconfitto in termini di dimensioni e peso mentre vince la battaglia in distanza minima di messa a fuoco grazie alle sue capacità Macro.
Questo 70-200mm risulta versatile in tante situazioni. La più scontata è sicuramente il ritratto ma non bisogna dimenticare la natura e lo sport. Ed infatti sono tornato sul luogo del delitto, quello stesso Motoclub Cremona che mi aprì le porte mesi fa per provare Canon EOS R8 ed RF 70-200mm F4 L IS USM. Condizioni climatiche simili, differente risultato. Rispetto al suo ampiamente citato concorrente le immagini sono più incise e, come sempre bene ricordarlo, ciò non dipende dalla differente struttura del sensore quanto dall’utilizzo di lenti asferiche nella costruzione dell’ottica. In termini di precisione non è assolutamente un male, anzi; in termini creativi dipende invece dal vostro stile anche se sappiamo che ormai tutto è gestibile in post con un buon software di editing.
Quasi inutile dover rimarcare l’affidabilità in inseguimento AF: grazie ai motori XD Linear è sempre preciso e affidabile. Io l’ho utilizzato con una A7R V ma lui è ottimizzato per supportare i 30 fps di A1. I pregi sono molteplici. Pur perdendo la battaglia ai punti sul suo corrispettivo Canon, si fa trasportare ovunque dato che si può riporre comodamente in una borsa tipo messenger (come la mia, dalla quale cerco di non separarmi mai). Inoltre le sue proprietà Macro sono abbastanza uniche: nativamente l’ingrandimento è di 05x, già di per sé il migliore della categoria degli zoom tuttofare, ma ci si può spingere fino al rapporto 1:1 con il Teleconverter 2x. Chiaramente si perderà in termini di luminosità, cosa abbastanza comune nella fotografia ravvicinata.
L’aggiunta di alcuni pulsanti sul barilotto lo rende quasi identico al professionale FE 70-200mm F2.8 GM II. Ho apprezzato soprattutto la presenza della posizione III nel pulsante Mode: se non avete un lavoro prefissato ma vi muovete in ambito cittadino scattando ritratti o facendo street e urban, potrete lasciare in “Mista” e spostarvi da un soggetto all’altro senza grandi patemi.
Riuscire a trasformare un buon obiettivo in un ottimo obiettivo non è mai cosa facile ma credo che qui Sony ci sia riuscita appieno. Rispetto al precedente è molto più versatile ed il fatto di essere Macro lo rende unico nel suo genere; inoltre i motori lineari supportano i 30 fps, è quindi una buona scelta anche per il fotografo sportivo. Anche esternamente l’aver ripreso elementi del modello G Master rende più comoda la vita del fotografo, con i pulsanti DMF e l’aggiunta della posizione III in Mode. A costo di risultare impopolare, credo che FE 70-200mm F4 G OSS II sia preferibile in molte situazioni rispetto ad FE 70-200mm F2.8 GM II: quest’ultimo è sicuramente la scelta obbligata se si lavora in condizioni di luce scarsa o se si ricerca la massima qualità nel ritratto andando ad accentuare lo sfocato. Ma se pensiamo alla street, alla urban e alla fotografia di viaggio e natura, allora penso che questo F4 G sia forse la strada migliore da percorrere.