Ottime fotocamere, ottima interfaccia. Oppo Find X3 Pro è davvero una sorpresa.
Oppo Find X3 Pro è l’ultimo top di gamma dell’azienda cinese che ultimamente sta facendo la voce grossa in Europa a discapito anche di Huawei. Questa posizione sembra evidente voglia però esternalizzarla anche da altre parti del mondo e, con Find X3 Pro, potrebbe anche riuscirci. A livello fotografico è stato una grande sorpresa, non solo data dalle impressioni personali ma corroborata anche dalle misurazioni di laboratorio.
Il nuovo Find X3 Pro è una verà novità anche nei confronti del suo predecessore Find X2 Pro, dato che sono più gli aspetti che li differenziano rispetto a quelli che li accomunano. Pensato per essere il non plus ultra dei top di gamma, ha svariate soluzioni interessanti: dai grandi sensori d’immagine all’obiettivo microscopico, dall’interfaccia estremamente curata alla gestione del colore. Oppo quindi entra in diretta concorrenza non solo di Huawei. Certo, Huawei è il marchio cinese da “scalzare” sul mercato, cosa tra l’altro già successa in Cina, ma con questo modello Oppo può puntare più in alto: a Samsung ad esempio. Fotograficamente parlando è uno smartphone quasi perfetto: la fotocamera tele e quella wide sono impressionanti e il microscopio digitale è estremamente divertente. Manca però uno zoom a periscopio.
Oppo è sempre stata un’azienda innovativa. Ad IFA ha spesso presentato soluzioni tecnologiche molto molto varie nell’arco degli anni, dallo smartphone con doppio display, uno dei quali e-ink, allo zoom a periscopio. Molti associano il marchio cinese a prodotti di fascia non altissima, economica, in molti casi proprio come OnePlus. Da tempo però il cambio di passo lo stanno facendo tutti, soprattutto in termini di valore. Find X3 Pro ne è un esempio: prezzo elevato, che alcuni non hanno gradito, ma totalmente in linea con quanto già fatto da Huawei, OnePlus, Samsung e Sony. D’altronde, discorso valido per ogni prodotto tech dallo smartphone al PC: se si cerca un high end non si deve neanche troppo guardare al portafoglio.
Sono rimasto estremamente stupito da questo modello, non mi aspettavo tanta precisione costruttiva e così tante potenzialità a livello fotografico; ad ora, forse è il cameraphone da battere. Oltre però alla fotocamera, è da prendere molto molto seriamente il display in grado di riprodurre più di 1 miliardo di colori. Professionisti avvisati quindi.
Il design è estremamente curato in ogni dettaglio, dalla scocca fino all’interfaccia. Disponibile in due colorazioni, una blu opaco e l’altra grigio lucido; la seconda, quella in mio possesso, purtroppo porta con sé l’annoso problema delle ditate. Esternamente si differenzia dalla concorrenza Android per il comparto fotocamera, ad oggi l’unico aspetto che pemette di riconoscere uno smartphone dall’altro. Non molto invece dalla soluzione adottata da Apple, dato che gli obiettivi sono disposti a “triangolo”.
Lo stacco netto con Find X2 Pro è quindi subito visibile; decisamente pronunciato, è come se fosse “avvolto” dal vetro posteriore: il “bump” non presenta spigoli, solo curve che dolcemente cingono lo scalino sotto il quale ci sono sensori e ottiche. Non male come soluzione, impreziosita dalla finitura a specchio posteriore. Alla vista sembra davvero molto delicato, non corazzato come i Samsung ma all’interno della confezione c’è una cover in silicone matte black. Il pulsante di accensione e spegnimento è sul lato destro, con una minuscola finitura verde; altra differenza sono i tasti volume che qui sono posizionati a sinistra mentre sul 90% degli altri device si trovano sul lato opposto. Sotto, l’immancabile porta USB-C che permette il trasferimento di file o la ricarcia ultraveloce. Pesa solo 193 grammi, vetro Gorilla Glass 5 anteriore e posteriore, con una certificazione IP68, quindi resistente a polvere e spruzzi.
ColorOS è una delle migliori interfacce che io abbia mai provato: intuitiva, veloce, senza troppi fronzoli. Le icone preimpostate sono davvero minimal, ben fatte e con colori pastello; si possono anche modificare bordi, dimensione e nome dell’app, che sono infatti gestibili con una personalizzazione basilare attraverso una barra a scorrimento. Una bella soluzione è quella dell’avviso notifiche: alla ricezione, una luce led arancione, viola o blu (scelta personale) “percorrerà” i bordi del display.
Il display è un Amoled da 6.7″ con risoluzione QHD+ (3216 x 1440) e una luminosità massima di 1300 nits. La particolarità è che può riprodurre oltre 1 miliardo di colori: mostra il 100% della gamma di colori DCI-P3 in aspetto cinematografico e il 100% della sRGB. Un tipo di monitor che fa della fedeltà cromatica un simile punto di forza è inutile dire quanto sia importante per un professionista che lavora con le immagini o con i video professionali e che vuole poterli riprodurre anche in mobilità. Non solo, in fin dei conti tutti potranno beneficiarne: ogni video che viene riprodotto in streaming ad esempio (Netflix, Prime Video) non viene compresso per il display.
La frequenza di aggiornamento raggiunge il picco di 120 Hz ma non è un valore fisso, bensì variabile a seconda del contenuto riprodotto: ad esempio, leggendo un ebook sarà di circa 10 Hz mentre giocando sarà a 120 Hz. Unica altra opzione è quella di utilizzare un refresh rate fisso di 60 Hz. Il processore è un Qualcomm Snapdragon 888 octa-core con 12 GB di RAM e 256 GB di spazio di archiviazione interna non espandibile. Ottimo e senza lag per giocare e vedere video, veloce e prestante per scrollare tra le app ed eseguire più precessi contemporaneamente. La batteria è da 4.500 mAh con ricarica veloce 65W e ricarica wireless.
Questo smartphone ha un sistema di quattro fotocamere. La principale grandangolare f/1.8 equivalente ad un 26mm e quella con ottica ultrawide f/2.2 equivalente ad un 16mm hanno entrambe un sensore Sony IMX766 da 1/1.56″ e 50 Mpxl con pixel da 1.0 µm sviluppato solo per Oppo. A stupire è il piccolo sensore da 3 Mpxl sopra il quale una microlente è in grado di produrre un ingrandimento 30x nativo (60x in digitale): è un obiettivo microscopico con cui ci si potrà avvicinare al soggetto da 3mm ad 1mm di distanza. Chiude tutto una fotocamera con obiettivo tele con apertura f/2.4 davanti ad un sensore da 13 Mpxl. I tre sensori principali sono poi dotati di PDAF, messa a fuoco a rilevamento di fase. Un sistema molto simile al GN2 Samsung: lì il rilevamento su ogni pixel è anche diagonale, qui invece è migliorato orizzontalmente per fornire un AF più preciso.
Find X3 Pro ha una modalità manuale chiamata Pro Mode dall’interfaccia abbastanza basilare. Si possono modificare l’escursione ISO da 100 a 6400, otturatore da 1/8000s a 32 secondi, bilanciamento del bianco da 2000 K ad 8000 K e messa a fuoco automatica o manuale. Di cose interessanti ce ne sono due. Prima: Pro Mode funziona con tutte e tre le fotocamere indipendentemente. Seconda: il file si potrà salvare in formato Jpeg, Raw e Raw+. Differenza tra Raw e Raw+ è che il secondo acquisisce informazioni HDR.
Altre impostazioni permettono di applicare filigrane, scattare in High Res a 50 Mpxl (di default l’immagine è da 12.5 Mpxl dato che viene utilizzato il Pixel Binning) e di salvare file HEIF con profondità colore 10-bit in modalità Automatica e Notte. La cattura e la riproduzione del colore saranno sicuramente migliori sotto molti aspetti, ma potranno essere visualizzate quasi unicamente sul display di Find X3 Pro o su un monitor esterno professionale a 10-bit. Nel caso si vogliano condividere sui social media, saranno covertite automaticamente in Jpeg (quindi perderanno le proprietà cromatiche del formato HEIF).
In ambito video registra filmati stabilizzati 4K a 60fps con tutte e tre le fotocamere, quindi con ottiche Wide, Ultrawide e Tele, in H.264 e H.265. Nelle impostazioni si potrà però scegliere anche la modalità Film che, oltre a veri effetti, permetterà di registrare in Log e quindi con un profilo Flat ideale per la postproduzione professionale. Ha poi la stessa flessibilità manuale dell’interfaccia Pro Mode, quindi escursione ISO da 100 a 6400, otturatore da 1/8000s a 32 secondi, bilanciamento del bianco da 2000 K ad 8000 K e messa a fuoco automatica o manuale.
Senza girarci troppo attorno, Find X3 Pro è uno dei migliori smartphone provati fino ad ora. Di questo devono essere avvertiti Huawei, Samsung e Sony, che fanno della fotocamera uno dei fattori più importanti per la scelta di un device. Sia Huawei P40 Pro che Sony Xperia 1 II hanno fatto segnare misurazioni molto buone con un eccellente contenimento del rumore; Oppo però si spinge oltre grazie al sensore Sony IMX766 RGGB Quad-Bayer da 50 Mpxl dietro alle due fotocamere principali.
L’immagine dall’ottica Wide equivalente ad un 26mm con apertura f/1.8 (con una costruzione a 6 lenti) ha una risoluzione nominale estremamente elevata per essere frutto di Pixel Binning. La cosa però più stupefacente è che la mantiene costante fino ad un valore ISO di 3200 senza alcuna perdità di qualità; il rumore comincia a salire da 800 ISO in maniera impercettibile ed è visibile solo al valore limite di 3200 ISO. Distorsione davvero minima.
Discorso identico si può fare per il sensore dietro la focale Ultrawide equivalente ad un 16mm con apertura f/2.2. Nonostante sia il medesimo, la risoluzione è leggermente più bassa probabilmente a causa della diversa architettura interna dell’ottica ma resta comunque di altissimo livello. Anzi, gestisce il rumore in maniera quasi migliore.
Non si sa chi abbia invece prodotto il sensore da 13 Mpxl dietro l’obiettivo tele con apertura f/2.4 ma si comporta in maniera quasi speculare al Sony 50 Mpxl: risoluzione molto alta e costante, rumore gestito ottimamente. Anche qui meglio della fotocamera principale, con tutti i limiti derivanti dal suo utilizzo: è infatti adibito allo zoom digitale.
Sicuramente il software proprietario e il processore danno una mano al comparto fotocamera, ma non vanno ad esagerare con gli “aiutini”. Le misurazioni sono state molto veloci rispetto ad altri device, dove si perde molto tempo a separare i numeri “puri” da quelli “spuri”.
Non sono solito mettere la Sim in un telefono che sto provando; ho gusti molto difficili in quando ad interfaccia, preferisco non dovermi abituare a cose troppo complicate e poco intuitive. Ma per Oppo Find X3 Pro ho fatto un’eccezione. Ad alcuni sembrerà impossibile ma sono onesto quando dico che la ColorOS qui installata mi è sembrata addirittura migliore di quella proprietaria Android che si trova sui Pixel. Oltre a questo c’è un innegabile vantaggio dato da un display da record in grado di riprodurre così tanti colori; la differenza rispetto ai classici pannelli è apprezzabile già guardando un film o una serie TV su Netflix, non serve essere strettamente dei professionisti per notarlo. I colori sono vividi e pieni di sfumature, grazie alla mancata compressione dei file. Ma c’è di più, ci sono fotocamere di altissimo livello.
Parto subito con una novità: la AI gestisce attivamente l’esposizione. Mi spiego meglio. Solitamente gli smartphone gestiscono la luminosità attraverso l’escursione ISO; questo escamotage funziona bene in ambienti con poca illuminazione, dove basta alzare il valore ISO. In giornate estremamente soleggiate, anche rimanendo a 50/100 ISO, il rischio di avere un’immagine con colori falsati o bruciata in alcuni punti è quasi una certezza. Su Find X3 Pro il software agisce direttamente sul valore EV, cosa che sinceramente non ho mai visto fare ad altri device. L’immagine qui sotto ad esempio ha un’esposizione corretta sia in basso che in alto, senza utilizzo di HDR: il software ha autonomamente scattato a -1EV.
Gli algoritmi di Intelligenza artificiale non rovinano quindi le immagini e non producono colori innaturali. A volte però non sono infallibili: nell’immagine qui sotto si può vedere una piccola sbavatura, probabilmente data dalla maschera applicata non precisamente alla texture del cielo.
Il telefono è grande ma comodo in mano anche se il grip sulla scocca non è dei migliori ma ormai nessuno smartphone “esce di casa” senza una custodia..e nella scatola ce n’è una in silicone ben fatta. Fotograficamente parlando è davvero una sorpresa, il lab test lo dimostra ma è una sensazione che si ha fin da subito rivedendo le immagini. Certo, un display come questo dice la sua ma anche riguardandole su un monitor esterno, professionale o meno, si può apprezzare come anche i più minimi dettagli siano precisi e i colori molto incisivi. Lo sfocato è gestito bene, in alcuni casi è addirittura circolare e senza troppo effetto cipolla in altri il software tende ad uno strano effetto acquerello. Resta il fatto che i bordi del soggetto principale sono ben definiti e staccati con precisione dallo sfondo, anche se l’inquadratura è molto affollata di elementi.
Non sono un grande utilizzatore delle fotocamere zoom, degradano molto l’immagine anche se le nuove strutture a periscopio hanno migliorato di molto il file finale. Qui la soluzione digitale classica si comporta molto bene e il perché è da ricercare nella precisione del sensore e nella buona fattura dell’obiettivo. Ottima anche la fotocamera con ottica ultrawide. Solitamente i sensori che sono dietro a questo tipo di obiettivi sono “piccoli”, ovvero con un pixelaggio basso; il motivo è semplice, premiare la cattura della luce e cercare di non degradare troppo il file finale. Find X3 Pro ha però un sensore enorme da 50 Mpxl e non ha di questi problemi: la focale wide si è dimostrata una delle migliori in assoluto per dettaglio, resa cromatica, rumore.
Grande novità, la fotocamera con ottica “microscopica”, modalità alla quale si accede dalle impostazioni. È davvero una soluzione molto interessante e che premia la creatività..oltre che la curiosità verso ciò che ci sta intorno. Inoltre è abbastanza stupefacente se pensiamo che i risultati qui sotto sono frutto di un normale smartphone e non di un dispositivo professionale.
Si può utilizzare solo posizionando il telefono orizzontalmente (non verticalmente) sul soggetto inquadrato, ad una distanza variabile dai 3mm ad 1mm; il fattore “Micro” selezionabile è 1x o 2x, equivalente ad un 30x o 60x digitale. Una volta selezionata la modalità Microscopio, sul display compariranno due crocini, uno fisso e uno mobile; la loro sovrapposizione è necessaria per poter avere una corretta messa a fuoco. Qui un esempio di display LCD.
Nota a margine: la fotocamera è impostata quasi sempre con HDR attivo. Solitamente basta escluderlo una volta e il gioco è fatto. Find X3 Pro però sembra uno smartphone “smemorato”: ogni volta che cambierete impostazione, come ad esempio accedere alle modalità che non siano quella Auto (Pro, Microscopio ecc) o anche solo cambiare ottica (da Wide a Ultrawide), l’HDR tornerà in automatico su ON e quindi dovrete escluderlo nuovamente a mano.
Oppo Find X3 Pro è uno smartphone fotografico eccellente: buona resa dei colori, contrasto ben gestito, tanto dettaglio nel fotogramma sia al centro che ai bordi. L’interfaccia è, oltre che esteticamente curata, davvero molto intuitiva e piacevole da usare anche rispetto alla classica stock nativa Android. Entra in concorrenza diretta con tutti gli altri top di gamma e, forse, è anche migliore di modelli più “blasonati”. Di meno concorrenziale c’è solo il prezzo, tutto sommato un posizionamento corretto sul mercato vista l’esperienza utente che offre.
Insomma, è un device da tenere davvero molto in considerazione.