Ho scelto di utilizzare una pellicola come la Agfa Vista 100 dai toni verdi per le immagini cittadine in notturna, come questo tornitore con il laboratorio proprio nel centro della città blu, Jodhpur - Dati di scatto: 1/320s F4.5 Iso 12800 22mm
Con alcuni compromessi, Fujifilm X-M5 ha il merito di portare nel suo corpo da compatta tutta la qualità dell’immagine professionale.
Nel sentire la parola “India” la mente di qualunque appassionato di fotografia viene abbagliata dai colori e dalle luci di questo Paese anche per merito di un grande che ha collezionato scatti indimenticabili; un fotografo che viene menzionato come la Ferrari quando parli di auto sportive o la Coca Cola quando parli di bevande gassate: Steve McCurry.
Abbagliato dalla magia del suo lavoro da fotoreporter, recentemente anche io ho deciso di visitare l’India. La scusa è stata l’invito di una coppia di amici italo-indiana che ha deciso di celebrare il loro matrimonio proprio nel Paese dai mille colori. Paese che ho deciso di fotografare con la nuova Fujifilm X-M5, per motivi che vi spiegherò a breve.
Prima di esporre i motivi della mia scelta partiamo con descrivere le caratteristiche di Fujifilm X-M5: eredita le incredibili qualità di compattezza e funzionalità dalla precedente versione X-M1, che si uniscono alle specifiche tecniche della già collaudata e apprezzata Fujifilm X-S20. Il risultato è un sensore retroilluminato X-Trans CMOS 4 in formato APS-C dalla risoluzione di 26.1 milioni di pixel ed il processore X-Processor 5. Il tutto racchiuso nelle dimensioni di soli 111.9 mm x 66.6mm x 38.0mm per un peso che si ferma a 355g circa, comprensivo di scheda di memoria SD e batteria: è la mirrorless più la più leggera della serie X.
È dotata di AF ibrido (fase + contrasto) in grado di rilevare soggetti in movimento come animali e automobili utilizzando l’intelligenza artificiale come sui modelli X100VI e X-T50; il funzionamento è garantito non solo in modalità fotografica ma anche in video, andando a supportare la possibilità di registrare filmati 6.2K/30P con output 4:2:2 10-bit su scheda SD, 4K/60p e 1080/240p. In questo caso molto interessante è la possibilità di connettere una ventola di raffreddamento aggiuntiva (opzionale) nella zona posteriore posta sopra al monitor, in modo da registrare lunghi video senza problemi di surriscaldamento. Riprese fluide e senza vibrazioni sono garantite da un potente stabilizzatore d’immagine digitale. Il design generale presenta l’aspetto di alta qualità caratteristico della serie X in stile vintage Fujifilm. Posizionate simmetricamente sulla superficie superiore del corpo macchina sono le ghiere, che si dividono nella classica PSAM e nella neonata FILM che permette di scegliere velocemente la simulazione pellicola (con 20 simulazioni disponibili) che si vogliono utilizzare durante gli scatti, senza entrare nel menù dedicato. Sempre nella parte superiore troviamo pulsante di scatto e accensione con a fianco il tasto REC, una ghiera di regolazione tempi e, a differenza di altre mirrorless, il pulsante Q che però non è proprio facile da premere in fase di scatto.
Nella parte posteriore trova spazio lo schermo LCD da 3’’ vari-angle con risoluzione da 1,4 Milioni di pixel che rende facile l’utilizzo della modalità Vlog, attivabile direttamente dalla ghiera PSAM, e che consente agli utenti di modificare le condizioni di ripresa in modo intuitivo toccando il display. Inoltre, la nuova Short Movie 9:16 permette di girare facilmente video verticali da condividere direttamente su vari social media. Il layout della modalità Vlog è stato progettato per rendere la registrazione video intuitiva e piacevole, anche per chi è alle prime armi con la creazione di contenuti.
X-M5 è il primo modello della Serie X dotato di tre microfoni integrati per un audio di altissima qualità. Sono disponibili quattro diverse modalità audio: Surround, Priorità anteriore, Priorità posteriore o Priorità anteriore e posteriore. Ma non offrono solo un controllo direzionale: è stata aggiunta anche una versatile funzione di riduzione del rumore che abbatte anche quelli con una frequenza costante, come ad esempio il suono dell’aria condizionata o il rumore del vento. Presente anche l’ingresso jack per cuffie e microfono, posizionato sia vicino alla slitta flash che nel classico alloggio laterale. La parte ‘’social’’ di condivisione dei file presenta interessanti strumenti anche per il reparto video: consente di selezionare velocità in bit di 8 Mbps e 25 Mbps in modo da ridurre il peso dei file video e quindi il tempo necessario per trasferire su smartphone e altri dispositivi, così da poter ottenere più rapidamente i contenuti da pubblicare online. Inoltre, la connessione USB-C consente il trasferimento ad alta velocità di file video da 4 GB o più a dispositivi Android e iOS.
Qualcuno aveva già capito dal cappello introduttivo il motivo principale per cui ho scelto di portare con me Fujifilm X-M5, in coppia con il XF 8mm F3.5 R WR e XF 16-50mmF2.8-4.8 R LM WR: replicare i toni e i colori degli scatti di Steve McCurry attraverso le simulazioni pellicola disponibili nel menù, potendo anche richiamarli facilmente quando salvati nelle posizioni C1, C2, C3 e C4 della ghiera PSAM. Online sono disponibili delle ‘’ricette’’ o set impostazioni per le mirrorless Fujifilm che vanno a replicare le maggiori pellicole disponibili in passato tra cui quelle che usava il famoso fotografo del National Geographic. Pochi passaggi e mi ritrovo nel preset C1 la pellicola Kodachrome 64, la preferita da McCurry per i suoi colori brillanti, più altre trovate sul sito fujixweekly.com tra cui una bellissima Fujicolor Gold 100 dai toni caldi, una Agfa Ultra 100 dai toni freddi e una Agfa Vista 100 che ha come caratteristica una dominante verde, ottima negli scatti notturni. Ed ecco così impostati i 4 slot C della mia X-M5.
Il mio viaggio non si è limitato solo al matrimonio ma ne ho approfittato anche per un tour in moto del Rajasthan dove le dimensioni da compatta di X-M5 in coppia con XF 16-50mmF2.8-4.8 R LM WR sono perfette per viaggiare su due ruote in modo da cogliere le infinite situazioni che si presentano sulle strade indiane, sempre in modo discreto. La prima occasione per sfoderarla è stato il famoso Taj Mahal, monumento simbolo dell’India e una delle sette meraviglie del mondo. I cartelli all’ingresso recitano che bisogna pagare un extra per fare foto professionali, ma lei non si fa notare: look vintage e dimensioni compatte non hanno fatto preoccupare gli addetti al controllo, anzi con lo schermo chiuso rivolto all’interno sembra proprio una fotocamera a pellicola. Sono uno dei primi ad attraversare i giardini che mi separano dal maestoso monumento di marmo bianco che mi appare subito in tutta la sua magnificenza avvolto dalla luce del mattino e fortunatamente senza nebbia attorno.
Testo subito i preset che ho memorizzato e alla fine scelgo la simulazione di pellicola Agfa Ultra 100 perchè grazie ai suoi toni freddi mi restituisce il bianco brillante di cui è fatto il Taj Mahal; una volta vicino mi rivela dettagli e trame stupende per cui monto lo zoom XF 16-50mm (equivalente a un 24-75mm su full frame), ottima lunghezza focale per isolare i particolari. Ben presto i giardini si affollano di gente e colgo l’occasione per testare la resa di X-M5 in un controluce filtrato dalla nebbia (o pulviscolo) con il risultato di una foto molto definita, merito sia del sensore che del lavoro di analisi del processore.
Il viaggio riprende in sella alla mia Bmw R1300 GS che non passa del tutto inosservata anzi è come essere alla guida di una Ferrari con tutti che ti salutano e si fermano a guardarla, addio discrezione! Così decido che X-M5 non mi accompagnerà più durante il viaggio all’interno dello zaino o nella tasca della giacca ma direttamente al collo pronta per scattare. L’India è veramente un paese stupendo che offre scatti magici dietro ogni angolo, persino quando si guida in autostrada mentre si affiancano camion coloratissimi. Decido così di fermarmi in un piazzale di terra adibito a sosta e ad officina all’aria aperta per questi bisonti della strada. Qui riesco a inserirmi tra di loro senza farmi notare mentre sono indaffarati a sistemare un cuscinetto ruota cosi da catturare un momento di vita quotidiano senza che se ne rendano conto grazie anche allo scatto silenzioso.
Il viaggio continua e la luce inizia a scendere avvolgendo tutto di un calore magico, le persone che incontro per strada iniziano ad avere ombre lunghe e toni contrastati che in fotografia spesso sono difficili da gestire. Ruoto la ghiera nella posizione C2 dove si trova la simulazione pellicola Fujicolor Gold 100 per esaltare i toni caldi ma anche per sfruttare la gamma dinamica del sensore che mi regala subito delle emozioni incredibili. I toni delle luci sono vibranti, anche merito degli abiti colorati illuminati dal sole, ma allo stesso tempo anche le ombre sono ricche di dettaglio in una latitudine di posa che non sembra finire mai. Nonostante l’assenza del mirino, l’LCD compie un ottimo lavoro per quanto riguarda il comporre l’immagine ma anche la giusta esposizione nella varie situazioni di luce. Sento molto di più la mancanza di un piccolo LCD superiore per verificare le impostazioni di scatto, spesso piccole e difficili da leggere soprattutto di giorno quando la luce è forte.
In India è facile fare la curva di un piccolo paese di montagna è ritrovarsi in mezzo al caos di un ‘’Baraati’’, la processione nuziale che porta lo sposo dalla propria casa al banchetto delle nozze. Vi lascio solo immaginare il livello della musica che proveniva da un pick-up in testa al corteo con tanto di motore-generatore dedicato per le sole casse audio. Qui ho testato sia la bontà dell’autofocus che il sistema audio in fase video. Il primo ha agganciato il viso dello sposo quando è stato sollevato dagli amici, seguendolo anche in un mare di mani festeggianti alzate al cielo, invece il sistema audio integrato con 3 microfoni direzionali ha registrato le urla dei festeggianti anche se da dietro il suono del pick-up era molto potente.
La magia della luce al tramonto non dura per sempre neppure qui, anche se lo vorrei tanto soprattutto a Udaipur la “Venezia indiana” con i suoi laghi e i palazzi affacciati sull’acqua. Per catturare gli ultimi riflessi di luce devo alzare gli Iso fino a quota 3200. Rimango stupido di cosa riesce a restituire sia a livello di toni che di rumore, un risultato eccezionale se pensiamo al fatto che sia un sensore APS-C in un corpo da compatta. Ma non mi accontento e penso che ci sia margine per andare oltre, cammino per le affollate e trafficate vie del centro già illuminate dalle luci fredde dei neon. Scelgo il preset C3 dove ritrovo la simulazione della pellicola Agfa Vista 100 con una dominante verde perfetta per questa situazione. ISO 12800! Ed ecco bloccati due ragazzi in sella a uno scooter fuori da un negozio di abiti: riproduzione eccellente dei colori della scena e rumore contenuto.
Con il nuovo giorno inizio a passare attraverso le zone rurali dell’India fino ad arrivare nel deserto del Thar, le scene che incontro sono uniche. Fermo al volo la moto e scatto: ho potuto fare parecchia strada con la macchina al collo senza alcun disturbo fisico, ben diverso sarebbe con una fotocamera professionale con tanto di zoom. Nel deserto dedico una giornata alla creazione di contenuti specifici per la moto, nello specifico video e immagini di azione nella polvere. I sistemi di comunicazione wireless e bluetooth giocano un ruolo fondamentale consentendomi di comporre la corretta inquadratura anche stando a distanza dalla fotocamera, posizionata sul cavalletto e con il sistema di scatto a distanza che mi consente di catturare l’azione perfetta, senza sprecare troppa memoria con scatti inutili o vuoti.
Tempo di riconsegnare la moto e di volare al matrimonio della mia cara amica. “Carico la pellicola”, o meglio la simulazione della Kodachrome 64, per catturare tutta l’intensità presente nelle scene che ho davanti agli occhi e i colori degli abiti che vestono gli invitati. La festa è anche l’occasione perfetta per provare l’XF 8mm F3.5 R WR e dare un taglio più creativo agli scatti. Anche con un grandangolo spinto, 8mm su APS-C equivale a circa 16mm su full frame, i sistemi di riconoscimento dei soggetti lavorano perfettamente grazie all’AI integrata nel processore senza dovermi preoccupare di selezionare i visi in modo specifico. In questa situazione però sento la mancanza di un mirino: la visione ampia che include tanti elementi è difficile da valutare con il solo monitor dove le cose risultano ancora più piccole e distanti. Il matrimonio indiano, diversamente dai nostri non si limita ad una sola giornata, così da avere svariate situazioni di luce che si ripetono più volte, dal tramonto alla sera. Ci sono tante piccole cerimonie da seguire, come quella di ornamento delle donne con bracciali. È difficile fotografare queste situazioni dato l’alto numero di persone invitate ma X-M5 è molto compatta ed è facile infilare la mano e rubare qualche bellissimo dettaglio come una gonna che si muove durante i balli del Baarati oppure il rituale dei bracciali con uno scatto dall’alto.
Concludo questo straordinario viaggio con una fotografia speciale: mentre la cara amica e sposa Bhagya posa per i fotografi rubo uno scatto che racchiude tutta la sua bellezza, i colori di questo incredibile paese e la sua luce magica, il tutto grazie a questo piccola ma grande macchina che sa restituire tutto ciò in un semplice click.
Fujifilm X-M5 ritorna in quella fascia di mercato di fotocamere compatte a ottica intercambiabile che era stato un po’ dimenticato ma che oggi, grazie ai social e all’esigenza del v-log, è in ascesa più che mai. L’aver implementato le sue funzioni in questa chiave, la buona capacità della batteria (circa 350 scatti con una carica) e le dimensioni compatte la rendono perfetta per chi fa del racconto social il suo lavoro e la sua passione. Ma non si limita a questo perché il sistema X di Fujifilm apre le porte a tutti gli obiettivi serie X di alta qualità ampliando le possibilità creative, creatività che trova il supporto nella simulazione pellicola e relative personalizzazioni marcando in modo netto lo stile che il fotografo vuole dare alle proprie immagini. Anche il reparto video non è da meno, ottimo anche per i tagli verticali, con un sistema di microfoni integrati di alto livello e molto versatile. Con alcuni compromessi, Fujifilm X-M5 ha il merito di portare nel suo corpo da compatta tutta la qualità dell’immagine professionale.