Piccola ma di qualità, pensata per il videomaker e per chi postproduce un filmato prima di condividerlo. Prime impressioni sulla nuova Sony ZV-E10.
Sony ha appena presentato (e ci ha dato in prova) ZV-E10, una Mirrorless con sensore APS-C ideale per il content creator, il videomaker e il creativo evoluto che lavora con la postproduzione sia in studio che fuori. Una fotocamera con le potenzialità di A6100 nel form factor di ZV-1, portatile e di buona qualità.
Questo nuovo modello ha già segnato probabilmente un record ancora prima di uscire: è la fotocamera più “postponed” della storia. Il primo brief sotto embargo risale al 21 di aprile, data nella quale avevo già un sample di preproduzione tra le mani. Da quel momento in poi una serie di stop della casa madre ne hanno rallentato il lancio ufficiale. Il 7 luglio sembrava che finalmente fosse tutto pronto: già dal primo del mese infatti il canale Youtube Sony aveva pubblicato un teaser che preannunciava il lancio di alcune novità in Cina (ZV-E10 e la disponibilità di Xperia 1 III). Ma..
Le cause? Forse il global chip shortage, che sta causando numerosi grattacapi a tutte le aziende tech e che investe prodotti che vanno dagli smartphone alle fotocamere ai pc alle auto fino ai frigoriferi. Questa almeno è la motivazione ufficiale data dall’azienda ma molto probabilmente le cose non stanno così. Sony China infatti ha diramato una nota ufficiale scusandosi e prendendosi tutta la responsabilità di questa sfortunata gestione. Il fatto che proprio la filiale cinese si sia presa carico della comunicazione lascia spazio ad una possibilità, ovvero che le cause non siano da additare alla carenza di chip ma dalla scelta di una data infelice per il lancio di prodotti giapponesi sul mercato cinese: il 7 luglio del 1937 segnò infatti l’inizio della seconda guerra sino giapponese, il più grande conflitto asiatico del XX secolo che devastò la Cina e terminò solamente con la resa del Giappone al termine della seconda guerra mondiale. Un passo indietro necessario, dati il peso dei numeri del mercato cinese nell’economia globale. Ma ora, finalmente, ci siamo.
I “Takers” contrapposti ai “Makers”. Gli amanti della condivisione istantanea e del livestream da una parte, i perfezionisti che vogliono ritoccare il proprio prodotto video prima di postarlo dall’altra. Due target davvero molto simili, uno l’evoluzione dell’altro, che però abbisognano di due fotocamere che condividono sì lo stesso intento ma con una qualità differente. Questo per inquadrare bene ZV-1 e ZV-E10, per non creare confusione tra modelli che, in fin dei conti, hanno le stesse funzionalità nonostante le tecnologie siano molto differenti. La prima, quella compatta, è quindi pensata per creare un prodotto video “mordi e fuggi”: si registra e si condivide subito o si va in livestream direttamente. La seconda invece è per i più esigenti, per chi non si accontenta.
Sony ZV-E10 è una mirrorless ad ottica intercambiabile con un sensore più grande, un AF più performante e la possibilità di collegare accessori come un microfono digitale e delle cuffie. Non è molto a dire il vero, almeno in termini di specifiche, rispetto a Sony ZV-1; a cambiare è però l’utilizzo che se ne deve fare, come si dice sempre in questi casi. Con un sensore grande c’è più spazio di manovra in editing e la possibilità di utilizzare l’accessoristica sorriderà a chi lavora con un operatore, oltre che in solitaria. C’è molto marketing in questa operazione, questo è sicuro. La domanda di prodotti dedicati al video è sicuramente cresciuta negli ultimi anni, in maniera esponenziale dato l’espandersi delle piattaforme media che li veicolano: dalle più classiche come Youtube e Instagram alle più recenti come Tik Tok. Sony si è quindi calata nella parte e ha fatto quello che farebbe qualsiasi azienda, ovvero andare a rispondere ad un eccesso di domanda con l’offerta. Sempre in questo grande disegno di marketing, dobbiamo anche cercare di vedere il progetto nella sua interezza: ZV-E10 è il prodotto che mancava per chiudere il cerchio attorno ai “creators”, per completare una linea di prodotto a loro dedicata affiancandosi a Sony ZV-1 e a Sony A7C. C’è quindi ora un prodotto per qualsiasi livello, dal più basilare per il semplice appassionato al più completo per il professionista.
Il display basculante di ZV-E10 è comodo in svariate situazioni, come ad esempio per le riprese dal basso verso l’alto o viceversa. Unico limite è forse il non avere il mirino, che per gli scatti “ad altezza uomo” è quasi indispensabile.
Ora quindi l’intera gamma di fotocamere si divide in due grandi insiemi: quello per i fotografi e quello per i creatori di contenuti. Ai primi, che fanno più foto che video, sono dedicate le linee RX100, A6000 e A7/7R/7S; ai secondi sono invece dedicate ZV-1, ZV-E10 ed A7C. Inutile dire che, anche se con posizionamenti differenti, tutti questi prodotti condividono sensori, processori, sistemi AF e funzioni..quindi è possibile fare tutto con tutto. Certo è che una macchina specifica per le proprie esigenze è sempre preferibile. Cerchiamo di dividerle quindi in sottoinsiemi, in modo da focalizzarle meglio. Ad RX100 corrisponde ZV-1 con sensore da 1″; speculare ad A6000 è la nuova ZV-E10 con sensore APS-C; ad A7 corrisponde A7C con sensore Full Frame. La “linea video” è caratterizzata da più comodi pulsanti per la registrazione di filmati oltre che specifiche funzioni di ripresa, assenza del mirino (anche se A7C ne ha un piccolo EVF laterale) e display posteriore estraibile per selfie e vlog. Quindi, e lo dico molto chiaramente, se il 90% del vostro lavoro è la fotografia questa nuova linea non fa tantissimo al caso vostro (fermo restando il discorso di prima: tutto si può fare con tutto). Invece, se avete mire da videomaker o se vi state avvicinando a questo mondo perché vi interessa sempre più il video, allora il discorso è molto diverso. In questa nuova linea, come in quella fotografica, si viene portati avanti passo passo: da un prodotto basilare per la condivisione immediata come ZV-1 a quello intermedio che permette la postproduzione come questa ZV-E10 a quello più professionale come A7C.
Sony ZV-E10 è una fotocamera con sensore CMOS APS-C da 24 Mpxl, sistema AF con Real Time Tracking e Real Time Eye AF (umano e animale) a rilevamento di fase e contrasto da 425 punti con copertura dell’84% del sensore, raffica da 11 fps e display posteriore estraibile ed orientabile da 3″ e 921000 punti. E le potenzialità video? Qualità 4K/30p (in downsampling dal 6K) in formato XAVC-S con profili S-Log 2, S-Log 3 e HLG. La stabilizzazione c’è ma date le dimensioni del corpo non è a sensore bensì elettronica Active Mode per cui si dovrà rinunciare ad una piccola porzione di fotogramma durante le registrazioni. A livello di potenzialità e qualità, oltre che di accesso ad un parco ottiche pressoché infinito, siamo quindi di fronte ad una fotocamera della serie A6000 (A6100, A6400 o A6600) dato che ne condivide le specifiche. Ma è nell’operatività che cambia tutto e che va ad assomigliare ad una ZV-1. Innanzitutto troviamo le stesse funzioni per i Vlog che ci sono sulla compatta: Bokeh Switch, Product Showcase, Skin Tone, Soft Skin Effect e Face Priority AE; poi un microfono integrato a tre capsule con filtro antivento, un display estraibile ed orientabile e la possibilità di trasmettere in diretta streaming tramite connessione USB-C.
Non sapendo cosa Sony mi avrebbe mandato in anteprima, aprendo la scatola ho creduto di essere di fronte ad una nuova A6000 senza mirino EVF. Ma non era così. Certo la forma è davvero simile, almeno a prima vista..ma andando ad osservarla da vicino si notano tutti i punti di contatto con ZV-1. Frontalmente domina l’innesto E, un bocchettone che permette il montaggio di oltre 60 ottiche (tra Full Frame e APS) e che in un corpo così piccolo sembra davvero enorme, unica eredità della linea A6000. Sulla calotta troviamo invece gli stessi tasti di ZV-1, anche se dislocati in maniera leggermente differente, con qualche aggiunta. Il pulsante di scatto trova infatti posto sull’impugnatura, che ha la medesima texture puntiforme di quella montata su A7C, liberando spazio per un miglior posizionamento di quello di registrazione video REC; anche ON/OFF abbandona la sua forma originaria e ora si presenta come leva; sempre laterale invece C1, sotto al quale si trova la funzione Bokeh Switch. Scompare invece il tasto Mode che faceva le veci della ghiera PASM, al suo posto un più funzionale pulsante di switch tra le modalità Foto/Video/Slow & Quick; novità anche una ghiera aggiuntiva a portata di pollice impostabile a piacimento e una slitta che ora supporta l’audio digitale e permette l’utilizzo di uno shotgun come ECM-B1M. Identica invece la griglia che nasconde un microfono a 3 capsule con filtro antivento.
Speculare a ZV-1 è anche il retro: vi si trovano il pulsante Menù, Function (fn), Play (per rivedere le immagini e i video), il cestino che ha la doppia funzione di poter eliminare i file e di azionare la funzione Product Showcase e ovviamente la ghiera impostabile a piacimento con i parametri preferiti. Su tutto domina il grande display posteriore LCD da 3″ e 921000 punti estraibile ed orientabile. Lato sinistro troviamo poi due sportellini ben realizzati in plastica dura: il primo nasconde un jack microfono, il secondo la porta USB-C, quella Micro HDMI e, novità, un jack per le cuffie.
Ribadiamo un concetto che mi preme sottolineare: può essere una macchina per fotografi ma tecnicamente non lo è. Sicuramente è un prodotto flessibile, il funzionamento è quello di una classica compatta: se venite da una ZV-1 di certo “vi ritroverete a casa”. Il suo pregio indisscusso è quello di essere piccola e leggera, caratteristiche che la redono tanto discreta per lavorare all’aperto quanto sufficientemente comoda per lavorare al chiuso in ambienti confortevoli. Nel primo caso mi rivolgo direttamente ai travel blogger; tutti ormai sappiamo dei rischi di portarsi appresso un’attrezzatura ingombrante e che può dare facilmente nell’occhio in luoghi dove sarebbe meglio mantenere un profilo basso: ZV-E10 in abbinata ad un E 16-50mm può essere un corredo ideale per fare meno fatica e passare del tutto inosservati. Nel secondo caso invece, per tutti coloro che lavorano in studio, ZV-E10 con un E 10-18mm potrebbe essere la soluzione più comoda per “dare aria” quanto basta ad un ambiente piccolo..quello che solitamente negli annunci immobiliari trovate descritto come “cozy”, tanto per intenderci. D’altronde questo modello è fatto proprio per questo: la possibilità di montare un’ottica grandangolare o ultragrandangolare e così avere un angolo di campo estremo ideale in qualsiasi situazione, cosa altrimenti impossibile con ZV-1 che ha il limite della focale incorporata 24-70mm standard.
Sony ZV-E10 ha poi dei vantaggi rispetto a ZV-1, proprio grazie al sensore APS-C. Innanzitutto la gestione della luce, anche in condizioni critiche, diventa estremamente semplice; il grande sensore poi permette di avere a disposizione una vera alta risoluzione, flessibile soprattutto in video dato che la qualità 4K è ottenuta tramite downsampling dal 6K. In questo panorama è la fase di editing che se ne avvantaggia ma naturalmente anche quella di montaggio: la color science è infatti quella che si trova su tutti gli altri modelli Sony, per cui l’unione di più filmati provenienti da corpi macchina Mirrorless differenti sarà più semplice e veloce oltre che precisa perché connotata dalla stessa corrispondenza colore.
Ma torniamo a noi. Indiscutibilmente è un buon passo avanti per il content creator, un modello che ne celebra la consapevolezza prima di passare ad un prodotto di più alto livello. Ma per il fotografo? Di certo ZV-E10 è equiparabile in quasi tutto e per tutto ad una A6100, automatismi a parte: stesso sensore, stessa raffica, stessa precisione in aggancio e tenuta AF. Guardando in avanti credo di potermi sbilanciare dicendo che potremmo metterla sullo stesso piano di A6600 sia per materiali che per feeling; credo poi che la divisione tra A6100, A6400 e A6600 non perdurerà a lungo nei piani di Sony, sono modelli che si equivalgono. Quindi, dando per corretta almeno ipoteticamente questa congettura, non penso che in futuro vedremo una versione più entry o più premium di ZV-E10, solo una sua evoluzione. Detto questo sul campo è come avere tra le mani una ZV-1, per cui una compatta: si possono cambiare facilmente le impostazioni tramite la ghiera sul retro e si accede alle funzioni di scatto con il pulsate fn. E poi c’è l’indiscussa comodità del pulsante Bokeh Switch, utilizzabile non solo in video ma anche in foto: staccare il soggetto dallo sfondo solo premendo un tasto è davvero un plus notevole. Tra l’altro, se questa modalità su ZV-1 era limitata alle potenzialità della focale Zeiss 24-70mm, qui lo sfocato ottico diventa ancora più preciso e piacevole dato che cambia a seconda dell’ottica che si andrà a montare sul corpo macchina..e se pensiamo che alle possibilità date dagli obiettivi ad apertura costante, beh..
Rimanendo in tema ottiche, ci sono due aspetti da considerare: uno pratico e uno teorico. Per quanto riguarda quello pratico, come si può notare dalle foto di prodotto, coassiale al pulsante di scatto c’è una levetta per lo zoom e permette di variare l’escursione della focale con ottiche Power Zoom. A listino Sony ne ha quattro: E PZ 16-50mm F3.5-5.6 OSS, E PZ 18-105mm F4 G OSS, E PZ 18-110mm F4 G OSS ed E PZ 18-200mm F3.5-6.3 OSS. Le prime due sono una buona alternativa e hanno un costo abbordabile, le altre due invece non sembrano adatte ad un corpo come ZV-E10, sono molto ingombranti perché professionali. Devo dire che con il 16-50mm è un escamotage molto comodo che permette di non dover utilizzare le dita sulla ghiera. E nei restanti casi? Se non si hanno ottiche PZ utilizzando le focali fisse la levetta servirà per andare in crop sul sensore e avere quindi una parvenza di zoom digitale, soluzione già utilizzata da Fujifilm e Leica. Andiamo ora sul teorico ma è una considerazione molto personale: credo che Sony debba spingere un po’ sulle ottiche APS-C, in modo da svecchiarne il parco e offrire soluzioni alternative. Vero è che con l’innesto E si hanno soluzioni molteplici ma altrettanto vero è che nuovi materiali e nuove costruzioni interne permetterebbero di avere più qualità generale e più compattezza, quantomeno per non vanificare questo tipo di corpi così piccoli e offrire valide alternative a chi utilizza il formato ridotto..e per non farlo scappare dai produttori terzi. In ogni caso E 10-18mm F4 OSS, quello che ho principalmente utilizzato per questa prova, è un buonissimo obiettivo e gli scatti lo dimostrano.
Una differenza che ho notato rispetto ad una A6000, o a qualsiasi altra Sony, è il funzionamento dell’area di rilevamento AF e del relativo spostamento sulla superficie sensibile; non parlo quindi della zona Wide o del punto singolo centrale, ma delle zone che si possono muovere a piacimento. Il procedimento in fase di scatto è sempre lo stesso: si sceglie l’area AF (zona o spot centrale espanso) la si muove con il joystick o con la ghiera, la si blocca nel punto prescelto e si scatta. Per lo scatto successivo, se si vuole utilizzare la stessa modalità, basta sbloccare l’area, spostarla nuovamente, ribloccarla e scattare. Tutto molto semplice. Con ZV-E10 però questo non si può fare: una volta fissata l’area su una parte del fotogramma, sarete costretti a rientrare nuovamente nella selezione AF e riselezionare la stessa area per averla semovibile. Non è una procedura comoda e veloce, soprattutto se è il fotografo a muoversi attorno ad un soggetto statico e vuole comporre differentemente la scena. Stessa problematica anche in video. Una scelta molto strana, quasi inconsueta.
Sony ZV-E10 è piccola e comoda, pregi indiscussi per una mirrorless odierna: la indentifico come quel prodotto “di mezzo” che mancava, quindi necessario per completare un set. Indispensabile per il content creator? Può darsi, anche se le alternative in un certo qual modo erano già disponibili a listino. La qualità c’è ma di questo non avevo dubbi.
Se lato marketing è un prodotto molto comprensibile, a livello personale ho qualche dubbio in più. A meno che Sony non si metta a fare sul serio sul corredo di obiettivi APS-C, ovviamente. La linea nella sua totalità è parecchio datata, un refresh delle ottiche sarebbe necessario con nuovi materiali, nuovi schemi ottici e nuova costruzione. Un po’ come è stato fatto per Sony A7C e il trio prime FE 24mm f/2.8, FE 40mm f/2.5 ed FE 50mm f/2.5; ne gioverebbero tutti, in primis i fedeli del marchio A6000 che credo aspettino da parecchio una qualche novità. Se la strategia non fosse questa comincerei ad avere qualche dubbio sull’utilità per l’azienda di puntare sul segmento APS, perlomeno vista la qualità e la quantità dell’offerta per il sistema Full Frame.