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Fotografia.it

Nikon Z50: piccola, leggera, versatile

Una fotocamera APS mancava alla lineup Nikon, che con Nikon Z50 cerca di offrire un prodotto più economico rispetto alle Full Frame Nikon Z6 e Z7 e più spendibile verso la massa.

Francesco Carlini | 31 Ottobre 2019

Con la decisione di entrare nel settore delle mirrorless Nikon ha dovuto affrontare una sfida non da poco: creare da zero due sistemi, uno Full Frame e uno APS, indispensabili per sostenere il confronto con Sony e Canon. Sony aveva un vantaggio considerevole, avendo sviluppato da tempo i due sistemi, mentre Canon pur non avendo una mirrorless Full Frame aveva già fatto fotocamere con questa tecnologia e, soprattutto, obiettivi APS. Questo progetto però è molto più simile a quello Sony che a quello Canon: come Sony infatti le Nikon Z condividono il mount, per cui sarà possibile utilizzare un’ottica Full Frame Z su un corpo APS, cosa invece impossibile per Canon che per fare ciò dovrà presentare una APS con innesto RF (le EOS M hanno appunto un mount differente rispetto alle EOS R). A dire il vero anche Nikon aveva in passato seguito il modello Canon presentando il sistema Nikon 1..e sappiamo tutti com’è andata a finire, con Nikon che ha chiuso il progetto data la scarsa accettazione del mercato. La scelta di optare per un deciso cambio di rotta è sicuramente la strada giusta.

Una fotocamera APS mancava quindi alla lineup Nikon, che con Nikon Z50 cerca di offrire un prodotto più economico rispetto alle Full Frame Nikon Z6 e Z7 e più spendibile verso la massa. È da dire che di primo acchito sembra un prodotto davvero ben riuscito: è piccola e leggera, di buona fattura, con un monitor orientabile per agevolare gli autoscatti e con l’enorme innesto delle sorelle maggiori a pieno formato. Sulla carta quindi siamo di fronte ad una macchina pensata per il fotoamatore evoluto e che, seppur manchi di alcune caratteristiche che invece la concorrenza offre, sicuramente darà tante soddisfazioni a chi deciderà di acquistarla.

Z50: carattersitiche tecniche

Il sensore è da 21 Mpxl, un’evoluzione di quello montato su D500 e D7500. Il processore di immagine è Expeed 6, lo stesso delle Full Frame, e insieme al sensore consente un range di sensibilità base da ISO 100 a 51.200 espandibile fino a 204.800, proprio come sulla Z6. I paragoni con Z6 però non finiscono qui: la raffica è a 11 fps (12 fps su Z6) e può registrare video 4K (3840 x 2160 a 30p/25p/24p). Il sistema AF ibrido non è il medesimo ma ci si avvicina molto: 209 punti a rilevamento di fase e contrasto (contro i 273 di Z6) con Face/Eye Detection, ma la vera pecca è che il processore si ferma a Pinpoint, Single-Point, Dynamic-Area AF e Wide-Area AF (S/L) non permettendo modalità quali Single-Servo AF (AF-S), Continuous-Servo AF (AF-C), Full-time AF e Predictive Focus Tracking (che invece sono standard su Z6). È questa la caratteristica che svela un po’ la vocazione amatoriale di questa fotocamera e che la allontana dall’essere un prodotto davvero completo rispetto ad altri della concorrenza (tipo la gamma Sony A6000). Detto questo l’autofocus copre circa l’87% del sensore in verticale e l’85% in orizzontale e, come su Z7, opera su un range da +/- 5EV.

Z50: corpo macchina

Nikon Z50 è in lega di magnesio e il suo peso è quasi un terzo inferiore a quello di Z6 e Z7 quindi di poco sotto i 500 grammi; sebbene non sia a tenuta stagna al livello delle Full Frame è comunque sufficientemente sigillata per resistere alla pioggia.

La risoluzione del mirino elettronico OLED è di 2.360.000 punti (3.690.000 punti su Z6/Z7) con un ingrandimento di circa 0.68x (0.80x su Z6/Z7). Tasto molto dolente per me è la mancanza del joystick posteriore, utilissimo per tutta una serie di impostazioni quali ad esempio la variazione dell’area AF, il cui funzionamento è stato sostituito dai pulsanti posti a bordo del monitor posteriore. Proprio il monitor LCD da 3.2″ è una novità: a fronte di una minor risoluzione rispetto a quello delle sorelle Full Frame (1.040.000 punti contro i 2.100.000), questo, oltre che basculante, è anche inclinabile verso il basso di 180°. Questa nuova conformazione permette sicuramente di eseguire autoscatti in maniera più semplice ma soprattutto non va ad intralciare l’uscita del piccolo flash posto sulla calotta e il possibile utilizzo di un microfono esterno sulla slitta (cosa che invece succede sulle Sony A6600). Lo slot per le schede di memoria è singolo e, come logica vuole per un prodotto indirizzato principalmente agli amatori, viene abbandonato il formato XQD per un più comodo standard SD. Nonostante Z50 sia compatibile con le UHS-II, la velocità sarà limitata a quella delle UHS-I..il perché di questa scelta, a dire il vero, rimane un po’ incomprensibile soprattutto vista la raffica a 11 fps e alla possibilità di registrare video 4K. Altro aspetto opinabile è la scelta di utilizzare il classico standard USB 2.0 con il connettore Type-B Micro, più lento rispetto alle prestazioni del Type-C che ormai sta diventando un vero e proprio standard.

Z50: utilizzo

Cominciamo subito con il fare un primo punto necessario. Nikon Z50 è stata presentata con due ottiche zoom a corredo, un pancake 16-50mm f/3.5-5.6 VR e un 50-250 mm f/4.5-6.3 VR: non saranno ottiche luminosissime, ma di sicuro coprono focali sufficienti al 90% dei fotografi amatoriali e sono in piena filosofia con il corpo a cui si abbinano per due ragioni – la prima, la luminosità scarsa è ampiamente sopperita dall’enorme innesto Z-Mount che permette di raccogliere molta più luce; la seconda, guardandosi attorno, a parità di qualità del file la concorrenza offre le medesime focali (a parte Fujifilm ovviamente, ma siamo anche su un altro piano dato che per Fujifilm le APS sono un segmento professionale e non amatoriale). Rimanendo in tema di innesto, coloro che si sono sempre lamentati che “le mirrorless sono grosse e pesanti, dovrebbero farne di più leggere” saranno contenti di questo prodotto: grazie al tiraggio così corto (un record nel settore se vogliamo) Nikon Z50 è estremamente compatta e leggera (pesa solo 397 grammi), comodissima da portare in giro e quindi ideale per la street photography, ambitodove, in abbinata con il pancake 16-50mm, darà sicuramente il massimo. Io stesso, per il breve tempo che ho avuto a disposizione con un sample fornitomi da Nikon Italia, ho cercato di utilizzarla proprio come una classica punta e scatta e devo dire che sono rimasto positivamente stupito dalla sua versatilità.

Dati di scatto: 1/200s – f/6.3 – ISO 200

A prescindere dalla estrema leggerezza del bundle Z50 + 16-50mm, le compatte dimensioni non vanno ad influire negativamente su maneggevolezza e rapidità di utilizzo: i pulsanti sono facilmente raggiungibili ovunque (ma ahimé, come ho già detto, ho sentito la mancanza del mio caro e vecchio joystick) ma soprattutto la presa è ben salda dato che l’impugnatura è molto profonda. Il sistema AF è sicuramente veloce e preciso anche se si sente la mancanza del fuoco predittivo, almeno nelle condizioni in cui l’ho utilizzata. La stabilizzazione non è interna ma demandata alle ottiche (che infatti sono marchiate VR): fino ad 1/15s non se ne sente assolutamente la mancanza, da qui in poi una mano estremamente ferma o un treppiede/monopiede/punto di appoggio potrebbero essere necessari per la realizzazione di uno scatto senza mosso. Il micromosso è comunque sempre dietro l’angolo, per cui bisogna stare attenti a cosa si vuole fotografare e prepararsi.

Dati di scatto: 1/320s – f/7.1 – ISO 200

Data la mancanza di un joystick, una grande pecca è l’impossibilità di spostare l’area di messa a fuoco utilizzando il dito sul display posteriore soprattutto quando si ha l’occhio al mirino.

Z50: conclusioni

Mentirei se dicessi che Nikon Z50 non mi è piaciuta, anzi l’ho trovata estremamente versatile. Come Z6 e Z7 è una macchina qualitativa, forte di un innesto incredibilmente capacitivo e che in futuro permetterà all’azienda di produrre ottiche estremamente luminose senza sforzo alcuno (spoiler: sono riuscito a mettere mano in anteprima al Noct 58mm f/0.95 con innesto Z..ma ne parlerò in separata sede). A lasciarmi perplesso sono alcune “piccolezze”, che però ormai sono uno standard nel segmento mirrorless per cui non sono trascurabili come ad esempio la scelta di una connessione Type-B anziché la più veloce Type-C, il mancato supporto alle schede SD UHS-II e l’utilizzo di una batteria diversa da quella montata su Z6 e Z7; quest’ultimo passaggio tra l’altro va a rendere più difficoltoso il possibile utilizzo di Z50 come secondo corpo per i possessori di Full Frame Nikon Z. Scelte invece dell’azienda sono state quelle di tenere un basso profilo sulle modalità AF disponibili: quelle che ci sono possono bastare per un utilizzo soddisfacente, ma la macchina ha delle grandi potenzialità..per cui perché non sfruttarle appieno? La risposta a questa domanda potrebbe essere che Nikon in un futuro prossimo decida di presentare una APS più “professionale” sulla falsa riga di quanto sta facendo Sony (che addirittura ne ha tre di APS: una pro, una mid e una entry)..ma è solo una mia supposizione. Il prezzo è estremamente competitivo, soprattutto se paragonato alla concorrenza e alla Nikon Z6 che costa quasi il doppio.

Ecco le immagini scattate a Milano nel breve tempo passato con Nikon Z50

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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