L’intelligenza artificiale sbarca finalmente in maniera prepotente anche sulle fotocamere, cambiando il metodo di rilevamento con cui viene identificato un soggetto umano. Una piccola, grande, rivoluzione per tutto il segmento fotografico che apre a nuovi sviluppi futuri.
Sony presenta oggi A7R V, nuova regina della risoluzione. Non un mero upgrade di A7R IV, con cui condivide solo sensore da 61 Mpxl e raffica da 10 fps, ma un modello che potrebbe insidiare la vetta della piramide professionale su cui si trova addirittura A1. Il nuovo chip dedicato con algoritmi di intelligenza artificiale è sicuramente il fiore all’occhiello ma non devono passare in secondo piano altri aspetti importantissimi quali, ad esempio, la stabilizzazione IBIS fino a 8 stop.
Siamo soliti identificare quella “R” con il termine “Resolution” per la caratteristica principale della linea A7R ovvero l’alta risoluzione del sensore. Ma da oggi cambia qualcosa e credo nessuno se la prenderà se mi spingo a storpiare quella “R” cambiandole indirizzo e affibiandole il termine “Revolution”. Questa rivoluzione passa attraverso l’utilizzo di un chip AI dedicato al rilevamento AF. Di intelligenza artificiale parlavo giusto qualche giorno fa (riguardo alll’intervista rilasciata dal manager di Qualcomm Judd Heape) evidenziando come stia aiutando i sistemi autofocus delle fotocamere. Ma anche di come sia “relegata” a delle linee di codice all’interno dei processori proprietari, diciamo anche “imbrigliata”. Sony però ora la libera, le lascia spazio, dedicandole un chip tutto suo e dando inizio ad una piccola, grande, rivoluzione del segmento fotografico: macchine più precise, più veloci, con AF in grado di sapere davvero cosa hanno davanti.
Ai meno attenti questo non sembrerà un passo epocale, in fin dei conti stiamo parlando pur sempre di riconoscimento umano. Ma qui la persona è ora identificata non solo attraverso occhi e testa ma come un “tutto” sulla base di quella che Sony chiama “Human pose estimation”, ovvero la determinazione di una postura nello spazio circostante attraverso altri punti sensibili quali il collo, le spalle, i gomiti, i polsi, le anche, le ginocchia e le caviglie. Non cambia quindi il “cosa”, cambia il “come”. E cambierà il lavoro di fotografi e videomaker. Insomma, cambia tutto pur non cambiando nulla.
Le specifiche, in breve:
Dopo questa semplice scheda tecnica, entriamo nello specifico.
Partiamo dai numeri, non di certo l’aspetto più importante ma sicuramente utile per sostenere le modalità di cui parlerò a breve. A7R V ha un sistema AF con rilevamento di fase da 693 punti, quasi 130 in più rispetto ad A7R IV, che coprono circa l’80% del sensore. Cosa pregevole è che questa distribuzione permette di utilizzarli tutti sia in modalità Full Frame che in APS-C. A7R V vede anche più casistiche rispetto al passato. Al rilevamento di umani, animali e uccelli sono stati infatti aggiunti anche gli insetti, le auto, i treni e gli aerei, cosa abbastanza shockante se pensiamo che “l’ammiraglia delle ammiraglie” A1 si ferma a solo a tre.
Ma andiamo alle cose interessanti e parliamo della Human pose estimation, ovvero la modalità con la quale il chip AI riesce a capire di essere in presenza di un soggetto umano e, di conseguenza, inseguirlo con precisione. Il processore non solo è stato addestrato con migliaia, più probabilmente milioni (forse anche miliardi?) di immagini ma che è anche in grado di svolgere calcoli e parametri da solo proprio come fa il cervello umano; può stabilire con precisione dove siano collo, spalle, gomiti, polsi, anche, ginocchia e caviglie di una persona. Gli algoritmi ricavati consentono all’intelligenza un apprendimento profondo, si passa dal Machine Learning al Deep Learning come si suol dire.
Ora la macchina, partendo dall’analisi della postura, è in grado di stabilire la posizione degli occhi anche se il soggetto è di profilo o se il suo volto è coperto da occhiali da sole o da copricapi di vario genere e dimensioni. Gaudio generale per i ritrattisti. Ma ciò non succede solo nei primi piani, situazione fin troppo semplice, bensì anche quando la persona è lontana dall’obiettivo e immersa in un ambiente ad ampio respiro. La vera “magia” avviene però quando questa si volta e dà le spalle al fotografo; in questo caso il sistema AF continuerà ad inseguirla mettendone a fuoco la testa, la schiena o l’intera figura a seconda di dove si trovi nell’inquadratura. Credo che questo modus operandi farà la felicità di tutti i fotografi di moda che lavorano in passerella e che fronteggiano sempre questa problematica.
Per capire meglio la portata di questo cambiamento e far sì che non passi sotto traccia facciamo anche un rapido paragone con il passato, con il classico Fast Hybrid AF a cui siamo sempre stati abituati, valevole per ognuna delle condizioni sopra descritte. Il “vecchio” sistema, peraltro molto preciso e quasi infallibile, quando non riusciva a trovare l’occhio o il volto si sganciava andando in rilevamento di zona; qui potevano nascere delle difficoltà per il fotografo, soprattutto nelle scene con presenza di più soggetti dato che il rilevamento, privilegiando sempre la figura umana rispetto alla zona, poteva agganciarsi ad una persona differente da quella di suo interesse. Questo perché il sistema AF, per quanto intelligente, non poteva svolgere calcoli in piena autonomia ma si basava su una “strada tracciata a monte”. Bene, problema risolto.
La Human pose estimation è molto simile ad un’altra soluzione che Sony già impiega in ambito sportivo: lo Skele Track Tracking System di Hawk-Eye Innovation. Questa tecnologia utilizza algoritmi AI che le permettono di tracciare i movimenti dei giocatori per fornire statistiche, prevenire infortuni, supportare gli arbitri durante il gioco; grazie all’utilizzo di più immagini da varie angolazioni rileva ben 29 punti della figura umana. Su A7R V non sono così tanti (“solamente” 18), ma è impossibile non notare le similitudini tra queste due branche della “stessa” azienda. Nonostante Sony A1, A7 IV e A7S III condividano il processore Bionz XR, inutile credo dover sottolineare che le innovazioni nel rilevamento introdotte con A7R V non potranno sbarcare anche sui modelli precedenti tramite aggiornamento data la mancanza di un vero chip dedicato.
La AI è appannaggio unicamente del rilevamento umano ma anche le altre casistiche godono di una rinnovata spinta grazie al processore Bionz XR come ad esempio Animal e Bird AF. Animali e volatili, che prima erano riconosciuti e tracciati unicamente tramite il rilevamento dell’occhio, ora potranno essere agganciati anche tramite muso e corpo. Qui vale lo stesso discorso fatto sopra: qualora il sistema AF non trovi l’occhio, passerà prima al muso e poi al corpo. Anche se questi si voltano o ci danno le spalle. A differenza di quanto accade con gli umani, queste aree di interesse potranno essere selezionate a piacimento: solo occhi, occhi e testa o occhi, testa e corpo.
La cosa pregevole è che questa scelta funziona indipendentemente dalla modalità selezionata. Mi spiego meglio. Ovviamente si potrà avere, ad esempio, il fuoco sull’occhio in Animal AF e quello sul corpo in Bird AF essendo due modalità di rilevamento separate. Ma anche in quella che li unisce entrambi, quindi in Animal + Bird, si potrà scegliere un punto di interesse diverso per ogni soggetto. Questo flessibilità è incredibile e permetterà ai fotografi wildlife di lavorare in comodità a prescindere dall’animale che si troveranno davanti senza per forza dover passare dal menù della fotocamera.
Molto interessante anche il rilevamento degli insetti, una modalità che credo solleticherà non poco i macrofotografi. Non pensate però che questo sia infallibile, bisogna creare delle condizioni di scatto ottimali. Ad esempio il soggetto deve occupare una buona porzione del fotogramma, deve esserci la giusta luce e deve avere una forma il più possibile “omogenea” altrimenti l’AF si aggancerà solo alla parte più visibile del corpo lasciando fuori quella più esile. Io ho provato un modello con un firmware non definitivo quindi probabilmente questo problema, se così lo vogliamo chiamare, non si presenterà sulle macchine che andranno in commercio a breve.
Secondo punto cruciale di questo nuovo modello è la stabilizzazione IBIS a 5 assi in grado di compensare fino a 8 stop in modalità fotografica. Lato video entra in gioco invece la funzione Active Mode, quindi una stabilizzazione digitale, che però è stata rivista e ora è più performante che in passato. Inutile specificare qanto questa soluzione sia importante: con una risoluzione come questa il micromosso è sempre dietro l’angolo, avere 8 stop di compensazione consente di diminuire sensibilmente le possibilità che accada.
Ciò non vuol dire che da oggi si potrà lasciare a casa il treppiede ma che sarà possibile utilizzare la macchina anche in contesti “non propriamente suoi” con più sicurezza, portando a casa immagini che si potranno croppare. Anche qui il primo pensiero va alla street o comunque al ritratto a mano libera. Però, se uniamo i puntini, l’accoppiata IBIS + AF sugli insetti continuerà ad essere ideale anche per il macrofotografo. Pensiamo anche ai piccoli animali, ai fiori e a tutti i contesti che si possono trovare in natura.
Qui Sony si toglie il classico “sassolino dalla scarpa”. Dopo le presetazioni degli enormi innesti Mirrorless Canon e Nikon, l’E-Mount ne usciva irrimediabilmente sconfitto; era diventato “piccolo” a detta di molti..e in questa categoria di “criticoni” mi ci metto dentro anche io senza problemi. Le più ovvie considerazioni erano che difficilmente avrebbe potuto supportare ottiche dall’estrema luminosità o una stabilizzazione più performante. E invece questi dubbi sono stati entrambi dipanati, con un FE 50mm F1.2 GM prima e con un IBIS fino a 8 stop ora.
Esternamente è identica ad una A7 IV. Sulla calotta a destra la ghiera PASM con coassiale lo switch Foto/Video/S&Q, pulsante personalizzabile C2, tasto REC, doppia ghiera di comando e pulsante di scatto con ghiera coassiale ON/OFF sull’impugnatura. Sul retro a partire da sinistra i pulsanti C3, Menù, C1, AF/On e AEL; subito sotto il joystick e i tasti Fn, Play e Trash che contornano la ghiera multifunzione.
Ma il corpo è leggermente più spesso. Il display posteriore, un pannello da 3.2″ con 2.95 milioni di punti, è infatti di nuova concezione. Porta Sony ad allinearsi a quanto già offrono Nikon Z9 e Panasonic S1R: un monitor a 4 assi che si può estrarre lateralmente, orientare fino a 180° e basculare verso l’alto e il basso. Una soluzione ideale proprio per il target di riferimento al quale è proposta; i fotografi di wildlife e natura potranno avere quindi molta più libertà di movimento senza essere costretti a lavorare subendo alcune limitazioni (o alla cieca in determinate condizioni). Pregio di della struttura è poi di non sporgere troppo dal corpo macchina e di essere, almeno così mi è parso, davvero molto resistente.
Il mirino è un EVF QXGA Oled da 9.44 milioni di punti e un refresh rate da 120 fps, lo stesso di Sony A7S III con la quale condivide anche il sistema di dissipazione del calore. Come nei modelli più recenti è presente anche il doppio slot per schede, “Dual” nel vero senso della parola dato che ogni singolo alloggiamento supporta schede SD UHS II e CFexpress di tipo A. Questo tipo di memorie veloci servono per due buone ragioni, il buffer e le potenzialità video.
Nel primo caso il paragone in scatto continuo con A7R IV è impietoso. Se quel modello si fermava a 68 immagini in Raw compresso, A7R V arriva addirittura a 583 in Raw compresso e Jpeg. In questi termini viene anche aggiunto un nuovo formato Raw: oltre a compresso (50%) e non compresso (100%), anche il lossless (50%-80%) utilizzabile sia in Full Frame che in APS-C e con risoluzione ridotta a 26 Mpxl e 15 Mpxl. La seconda ragione è motivata da meri numeri: video 8K/24p e 4K/60p 4:2:2 10 bit in Full Frame con crop 1.2x o 4K/30p senza crop con S-Log3 ed S-Cinetone. Il Raw 16 bit è possibile solo tramite HDMI di tipo A, porta posta lateralmente a sinistra assieme all’uscita cuffie, microfono e USB-C 3.2 Gen 2.
Il sensore è un BSI CMOS Da 61 Mpxl e la raffica è rimasta fissa ai 10 fps. Qui vale lo stesso discorso fatto nei confronti di Sony A7 IV: si poteva fare di più ma si è deciso di non farlo. La scelta è volta a preservare altri modelli posti più in alto nella “catena alimentare” Sony. L’otturatore è garantito fino a 500 mila scatti e la prima tendina meccanica scende a coprire il sensore a macchina spenta. Come ho detto più volte, ci sono molte differenze tra A7R V e A7R IV, non troppe a dire il vero tra A7R V e l’ammiraglia Sony A1; verso quest’ultima pendono raffica e mirino EVF ma la nuova vince per AF con AI, modalità di rilevamento e stabilizzazione. Insomma, la scelta si fa difficile.
Difficile pensare di provare questo modello e non puntare diretti sul sistema AF. Ho passato un paio di giorni solo per capire come poterlo mettere alla corda ma nulla, sempre preciso e affidabile. Purtroppo non sono un fotografo wildlife e il mio modello animale è stato il mio cane. Ma si muove imprevedibilmente tanto quanto, dalla sua pende la caratteristica di entrare in “modalità delirio” non appena capisce che lo voglio fotografare. Nonostante il chip AI non intervenga sul rilevamento animale, la prontezza con la quale è stato aggiornato il processore Bionz XR è innegabile: cambio di fuoco tra occhio destro e sinistro fulmineo e altrettanto si può dire nello stacco dal muso al corpo.
Diverso il discorso sugli insetti, per il quale vanno trovate sempre le migliori condizioni di ripresa per evitare che l’AF non li trovi e vada in rilevamento di zona.
Poi sono uscito, la curiosità di capire come il chip AI potesse migliorare un sistema pressoché perfetto come il Fast Hybrid era grande. Il rilevamento umano è pressoché infallibile e addirittura più veloce di quanto siamo soliti vedere sulle altre A7 o A9; anche A1 viene abbastanza eclissata in questo senso, nonostante possa contare su più punti AF. La Human pose estimation è un miglioramento silenzioso che però “si sente”. Non ha un effetto “wow” e non cambierà la vostra percezione dello scatto ma, appena messo l’occhio al mirino, non potrete non notare la differenza di funzionamento. La zona non è mai stata imprecisa ma la sicurezza di tracciare il soggetto nella sua interezza porta il rilevamento su un altro piano.
Che sia voltato di lato, che porti gli occhiali, che vi dia le spalle. In ognuna di queste condizioni A7R V continuerà ad inseguirlo “senza mai distrarsi”. In poche parole viene eliminato alla radice il problema che l’AF, una volta andato in zona, possa agganciarsi ad un soggetto diverso da quello voluto per questioni di prossimità. E se questo aspetto è importantissimo già per il fotografo di moda, ritratto e street, immaginate quanto possa voler dire per il videomaker. Sempre grazie al chip AI, miglioramenti sensibili e visibili, soprattutto se il soggetto è coperto o in ombra, anche nel calcolo dell’esposizione AE, nel bilanciamento del bianco e nella riproduzione del colore.
Ammetto che è stato strano utilizzare questo modello come una fotocamera “qualunque”. Non che lo sia, mi spiego meglio. Avere a disposizione una stabilizzazione IBIS a 5 assi vuol dire poter scattare a mano libera anche in giro con la certezza (o quasi) di tornare a casa con uno scatto talmente nitido da poterlo croppare a piacimento senza pensieri. E questo sta a dimostrare che un modello dalla così importante risoluzione non per forza deve essere relegato ad uno studio. Inoltre, a mio modo di vedere, 10 fps sembreranno pochi a qualcuno, in realtà sono più che sufficienti ad un professionista sportivo (abituato a lavorare anche con 4 fps) per scattare immagini in movimento.
Una macchina diversa, più intelligente e che apre le porte del Deep Learning al segmento fotografico. Il chip dedicato arriva dove gli algoritmi statici falliscono, permettendo ad esempio al sistema AF di “comprendere” dove posizionare l’occhio umano anche quando non è perfettamente visibile. Questa Human pose estimation cambia le carte in tavola e permetterà a fotografo di moda, di ritratto e di matrimonio, ma soprattutto al videomaker, di non perdere mai più un tracciamento sul soggetto. E quindi di non perdere neanche uno scatto. Farà anche le fortuna del fotografo di wildlife che potrà permettersi di riprendere animali differenti (con punti di interesse differenti) con la comodità di impostare una sola modalità, nonché del macrofotografo che sarà sicuro di avere la maggiore nitidezza possibile anche sugli insetti. Insomma, come dicevo in apertura, una piccola, grande, rivoluzione.
Sony A7R V sarà disponibile a partire da metà novembre ad un prezzo di € 4500.