Nikon Z9, Nikkor Z 70-200mm F2.8 S e un palazzetto dello sport.
Nikon sale sul treno delle Mirrorless professionali e siede in un posto in prima classe, merito di un prodotto che pare una fusione in stile Dragon Ball: Nikon Z9, una Z7 II nel corpo dell’ammiraglia D6. Stupisce per velocità unita ad alta risoluzione. La premessa di risultati eccellenti sul campo grazie a un nuovo sistema di autofocus con rilevamento dei soggetti ed a un mirino dalla tecnologia ibrida.
Siamo presso l’agenzia SGP di Stefano Guindani specializzata in moda ed eventi. Nital estrae delle borse fotografiche le sue nuove mirrorless dal body pro insieme alle nuove ottiche serie Z.
Dimenticatevi subito i corpi compatti di Z6 e Z7. Nikon Z9 ha un bel corpo voluminoso e massiccio in lega di magnesio, resistente alle intemperie e che dà quel senso di professionale; pesa 1.3 Kg, la differenza rispetto a D6 è solo di 150 grammi. Anche il guadagno in termini di dimensione è relativamente poco: L x A x P di 149 x 149,5 x 90,5 mm per la Mirrorless rispetto ai 160 x 163 x 92 mm della Reflex. Se paragonato al corpo di D6 anche lo sportello per le schede di memoria è una novità, visto lo spostamento laterale come su Z6 e Z7; il sistema è meno efficiente della Reflex che con il suo doppio sportello garantiva velocità e sicurezza nel cambio memorie.
Nikon Z9 mantiene la continuità con le precedenti schede di memoria XQD ma aggiunge la possibilità di usare le nuove CFexpress nei due alloggiamenti presenti. Ma non è solo questa la continuità con il passato; anche l’alimentazione può essere affidata alla vecchie batterie della serie EL-EN18 apparse sul mercato con Nikon D4s. Naturalmente la nuova batteria EN-EL18d assicura maggiori performance e durata grazie alla capacità portata a 3300mAh.
La prima cosa che impressiona è il monitor LCD touchscreen TFT da 8 cm di diagonale: ruota verso il basso e verso l’alto di 90 gradi, sia a destra che a sinistra, senza uscire dall’asse del corpo macchina. Un vantaggio non da poco anche se le cerniere non trasmettono tanta robustezza, anche la polvere potrebbe infilarsi tra monitor e corpo macchina.
Il mirino è di dimensioni generose e con oculare circolare rispetto alle altre mirrorless della serie Z; nonostante questo sporge solo per metà al di fuori della calotta evitando di aumentare le dimensioni totali della fotocamera. Il monitor è anche responsabile dello spostamento dei pulsanti presenti a sinistra su Nikon D6: play e zoom sono ora a portata di mano destra.
Altra assenza è quella della leva di innesto della messa a fuoco presente su Nikon D6 vicino all’obiettivo; il suo ruolo oltre a quello di passare dalla messa a fuoco manuale a quella automatica era anche di cambiare il tipo di messa a fuoco. Su Z9 questo compito è lasciato al menù digitale e ai pulsanti personalizzabili presenti sul dorso in modo da poter modificare setup velocemente senza togliere l’occhio dal mirino. Viene snellita anche la ghiera delle modalità di scatto che ora ospita i classici S, L, H, autoscatto e l’ultima opzione che permette di passare alla modalità di scatto ultra rapida da 120 fotogrammi al secondo.
Interessante il sistema di antifurto già visto su Nikon D6; si può legare in sicurezza la mirrorless quando si lavora a distanza senza preoccuparsi che qualcuno possa rubare.
Della “fusione” tra Z6 II e Z7 II Nikon Z9 prende il cuore di quest’ultima, con il nuovo sensore CMOS stacked Full Frame da 45,7 Mpxl che permette letture 12 volte più veloci rispetto a Z7 II riducendo al minimo l’effetto rolling shutter.
La gamma iso è nativa da ISO 64 a 25600 e estendibile fino a ISO 32 e ISO 102400. Il sensore utilizza un otturatore elettronico che le permette di scattare da 30 secondi fino 1/32000s. Da notare l’assenza dell’otturatore meccanico, quindi il rumore di scatto è solo artificiale. Durante il cambio ottiche è presente una tendina che protegge il sensore da polvere o urti.
La parte elettronica è gestita dal nuovo processore Expeed 7. Non solo ha il compito di elaborare e gestire la mole di file, ma anche quella di alimentare il nuovo mirino con sistema Real-Live. Un sistema ibrido di mirino che ha le stesse caratteristiche di quelli visti fino ad ora sulla serie Z, Oled da 3.69 milioni di punti, ma che elimina completamente il blackout durante la fase di scatto. Come? Separando i due flussi di lavoro. La fase di scatto e registrazione è indirizzata solo alla scheda di memoria, al mirino viene inviato un segnale video HDR continuo privo di interruzioni dovute allo scatto così da garantire una visione continua e fluida.
Sensore e processore hanno anche il compito di gestire il nuovo sistema AF con rilevamento dei soggetti da 493 punti; include 405 punti area AF auto, cinque volte superiori a quelli della Z 7II. Inoltre 10 modi Area AF consentono di ottimizzare la configurazione per qualsiasi lavoro contentando il fuoco su determinate aree dell’inquadratura. Ma ciò che impressiona è il sistema di AI con apprendimento profondo.
L’intelligenza artificiale riesce a riconoscere persone, animali, uccelli, veicoli presenti nella stessa scena e grazie all’algoritmo di calcolo riesce ad agganciare il soggetto anche se si muove nell’inquadratura.
Dopo il primo contatto in studio ci spostiamo sul campo. O meglio, nel palasport di Desio per seguire alcune partite di calcetto femminile, la condizione ideale per provare il nuovo sistema di AF e riconoscimento dei soggetti che equipaggia Nikon Z9.
Le nuove ottiche serie Z sono disponibili ma decido di utilizzare Nikkor 120-300 F2.8 con il vecchio innesto F; grazie all’adattatore FTZ II garantisce la compatibilità tra i due sistemi di innesti a baionetta.
Il mirino con sistema real-live permette di fare panning con tempi molto lenti senza perdere il soggetto inquadrato.
Il corpo macchina di Nikon Z9 ben bilancia anche un obiettivo così grande e pesante rispetto a Z6 e Z7, l’impugnatura corposa e la posizione dei pulsanti permettono di trovare subito il giusto feeling di lavoro. Soprattutto per chi come me proviene dalla Nikon D5 o da altri corpi reflex pro di casa Nikon!
Vado a Impostare la modalità di autofocus completamente in automatico e nel secondo menù scelgo la modalità riconoscimento persone/volti tra quelle disponibili. Se il mettere a fuoco era abbastanza scontato ricevo un’ottima impressione dalla reattività del sistema di riconoscimento e dalla risposta allo scatto nonostante l’obiettivo montato sia con innesto F per Reflex.
La Nikon Z9 grazie all’intelligenza artificiale rileva tutti i volti presenti nella scena; con il joystick posso spostarmi sui vari per decidere a quale dare la priorità aiutato da una freccia grafica vicino ai quadratini che delimitano i visi.
Il soggetto che stavo seguendo è stato coperto completamente ma l’AF di Nikon Z9 non l’ha perso e quando è riapparso era già a fuoco.
Anche in presenza di ostacoli (esempio l’arbitro a bordo linea) tra il sensore e il soggetto, l’AF lavora in modo intelligente mantenendo il fuoco in modo corretto e senza nessuna incertezza. L’intelligenza artificiale e gli algoritmi di calcolo la fanno da padroni; gli scatti sono “facili” e sempre a fuoco anche quando i soggetti nell’inquadratura sono più di uno.
Un’altra innovazione è la velocità di scatto ad alta frequenza: fino a 120 fps con file Jpeg da 11 Mpxl immortalando dettagli dell’azione inimmaginabili prima; a pc le sequenze di scatto si trasformano in un video slow motion ad alta risoluzione.
Grazie ai 120 fotogrammi al secondo tutte le fasi di un’azione vengono registrate. Incredibile come si possa scegliere con facilità il momento migliore dell’azione.
Se invece vogliamo scattare utilizzando la massima risoluzione e i file in formato RAW la velocità di scatta è di 20 fps; 30fps se scegliamo solo i Jpeg, con un buffer di scatto superiore ai 1000 file.
Montando il nuovo 70-200 F2.8 serie Z non ho più bisogno dell’adattatore: si guadagna maggiore reattività della macchina nella fase di scatto: La differenza tra le due è impercettibile, per la felicità di chi ha obiettivi serie F importanti e che vuole continuare ad utilizzare.
La priorità di messa a fuoco sui volti evita che il fuoco possa cadere sul pallone o peggio passare allo sfondo.
È stato divertente come a causa della musica alta nel palazzetto abbia dovuto alzare il volume dello scatto della fotocamera; l’otturatore è elettronico e non produce nessun rumore ma neppure alcuna vibrazione, mi sono trovato con la sensazione che la macchina non stesse scattando.
Durante le pause tra una partita e l’altra ho potuto testare anche la capacità di lavoro dell’AF in condizioni di scarsa luce che sulla carta si attesta a -8,5 EV. Le luci del palazzetto dello sport sono state abbassate al minimo tanto che si vedeva a fatica il conduttore dalla parte opposta del campo. Alzando gli ISO l’immagine è comparsa nel mio mirino digitale ed il soggetto è stato messo a fuoco in modo rapido e preciso.
Il palazzetto era completamente buio per pochi secondi ma Nikon Z9 ha rilevato ugualmente il soggetto e mi ha permesso di scattare. Gli alti ISO permettono di vedere anche dove l’occhio non arriva.
Lo scatto realizzato a ISO 25400 risulta leggermente impastato se ingrandito del 100%. Nonostante questo non è afflitto da gravi disturbi legati al colore o al rumore; tenendo presente anche l’alta risoluzione del sensore il risultato è davvero ottimo.
La durata dell’evento non mi ha permesso di spremere la batteria fino in fondo ma posso spingermi a fare un calcolo ipotetico. Per i circa 380 scatti fatti ne ho consumato circa il 10%; ciò mi permette di dire che con un’intera carica, EN-EL18d dovrebbe alimentare Z9 per circa 3800 immagini.
Nel panorama fotografico sono tempi che difficilmente scorderemo. Ogni volta che un brand annuncia una novità l’asticella viene spostata sempre più in alto e Nikon con Z9 ha dato un bel colpo. Se Z6 II e Z7 II non convincevano ancora a causa dei loro mirini, della messa a fuoco e delle piccole dimensioni, con Nikon Z9 non solo ci si allinea alla concorrenza in termini di messa a fuoco e intelligenza artificiale ma anzi si va anche oltre per merito del mirino con sistema Real-Live.
Triste ma vero. Il destino delle reflex, anche in versione pro, pare ormai destinato alla pensione.