Qualche giorno fa sono volato a Londra per poter vedere e provare in anteprima Nikon Z8, la nuova Mirrorless giallonera che promette di ripercorrere i fasti di quella D850 della quale vuole essere l’erede diretta.
Come ogni anno la Somerset House di Londra ospita Photo London, una manifestazione dedicata più che altro a galleristi e collezionisti nella quale si possono trovare le opere fine art di artisti emergenti molto quotati accanto a quelle di mostri sacri della fotografia. Ho sempre sognato di metterci il naso dentro ma non ci sono mai riuscito..ho sempre troppo poco tempo e il periodo nel quale si tiene è spesso fitto di eventi di presentazione di prodotto. Ma il caso ha voluto che quest’anno le due cose andassero a braccetto. Nikon ha infatti deciso di togliere il velo, letteralmente, a Z8 proprio durante il Photo London, forte anche della partnership che lega l’azienda alla fiera fine art; durante la manifestazione infatti Nikon propone eventi e workshop totalmente gratuiti tenuti da docenti Nikon School di fama internazionale..il tutto compreso nel prezzo del biglietto di ingresso. Osservare l’arte ed imparare la tecnica, un ottimo ed imprescindibile binomio in fotografia.
Nello spazio dedicato a Nikon all’interno della Somerset si è tenuta quindi una breve conferenza di lancio di fronte a fotografi professionisti e giornalisti provenienti da tutta Europa, tutti lì per Z8, tutti estremamente vogliosi di provarla.
Il tempo concessoci con Nikon Z8 è stato abbastanza breve. Poco per farne una recensione approfondita, quanto basta per dare alcune prime impressioni. Le caratteristiche di questo modello erano già da tempo di pubblico dominio, nessuna sorpresa quindi e nessun effetto “wow” almeno inizialmente. Resta però quella voglia di comprendere bene questo azzardo dell’azienda, che senza batter ciglio ha deciso di presentare un’ammiraglia più piccola, leggera e “democratica”. Un doppione in formato ridotto insomma. Ha senso tutto questo? Credo di sì, molto, sia in termini di posizionamento di prodotto nella piramide professionale (proprio come lo erano D850 e D5 o D3 e D700) sia in termini di prezzo.
Se prendessimo il libretto di istruzioni di Nikon Z9 e Nikon Z8 e ci fermassimo alle specifiche tecniche, non noteremmo alcuna differenza. Senza poterle guardare una di fianco all’altra quello che rimane è una serie di caratteristiche vincenti che si ripetono. Qui le riassumo in brevissimo.
Anche qui no, il sensore non è sviluppato da Sony bensì dalla stessa Nikon: è diverso da quello che equipaggia Nikon Z7 e restituisce lo stesso identico file di Z9; se potessimo prendere due immagini senza dati Exif non sapremmo mai da quale macchina provengano. Tutta l’architettura è infatti la medesima: processore Expeed 7, raffica da 30 fps in Jpeg, fino a 20 fps in Raw e fino a 120 fps in formato ridotto ad 11 Mpxl, possibilità di scattare a pieno formato anche a 25 Mpxl, AF con 3D Tracking con riconoscimento di persone, animali e veicoli. Qui però troviamo una modalità dedicata agli aerei, che quindi vengono scorporati dall’insieme dei veicoli in generale; è una soluzione che probabilmente arriverà anche su Z9 con un aggiornamento firmware e che, altrettanto probabilmente, in futuro vedrà lo scorporo anche di altri mezzi di locomozione. Il tutto per avere un AF il più preciso possibile su 493 punti a rilevamento di fase e contrasto.
Il mirino è Real Live con tecnologia Dual Stream blackout free, dove le informazioni raccolte dal sensore passano attraverso il processore che le elabora e le sdoppia in due flussi: i dati di raffica (quindi quelli con blackout) che vengono direttamente salvati in scheda e quelli della scena che vengono visualizzati dall’EVF. Ciò che si vede attraverso il mirino da 3.68 milioni di punti è quindi un flusso video, per questo motivo anche su Z8 l’otturatore è solo elettronico.
Qui cominciano le differenze. Il corpo, anche lui con gabbia in lega di magnesio e quindi resistente ad alte e basse temperature e alle infiltrazioni proprio come Z9, misura 144 x 119 x 83mm (contro 149 x 150 x 91mm) e pesa 930 grammi (contro i 1340 grammi). Una cura dimagrante necessaria per aumentare la portabilità e diminuire gli sforzi soprattutto in vista del target esageratamente ampio al quale si rivolge: praticamente tutti. Non c’è un vertical grip incorporato, la batteria è singola ed è la classica EN-EL15c comune anche a Z6/Z6 II e Z7/Z7 II. Dati CIPA non sono stati comunicati ma, facendo due conti, l’ipotesi è che l’autonomia di Z8 sia circa 1/3 di quella di Z9. Che sia poi un modello più democratico lo si capisce anche dal Dual Slot laterale posto a destra che ora, accanto alla professionale XQD, accetta anche una classica SD.
Sul retro domina il display posteriore TFT LCD da 3.2″ con la stessa articolazione già vista su Z9, simile a quella proposta da Pentax anni fa. Discorso identico per la disposizione dei pulsanti posteriori e superiori, per cui i nikonisti si ritroveranno a casa fin da subito; unica differenza è che su Z8 scompare la Drive Dial posta sulla calotta a sinistra. Piccola grande novità è invece nascosta sotto lo sportellino inferiore laterale sinistro: una doppia porta USB-C che permette il trasferimento veloce e la ricarica/alimentazione contemporaneamente. Può sembrare una particolarità di piccolo conto in realtà è una soluzione altamente utile soprattutto quando si lavora in esterni e fuori da uno studio. Al di sopra una porta HDMI di tipo A (quindi grande) e jack per cuffie e microfono. Niente porta LAN quindi.
Terminata la presentazione è finalmente arrivato il tempo di provare Z8. Tre le situazioni di scatto, tutte controllate, all’interno della Somerset House: la prima di architettura, la seconda a soggetti in movimento, la terza in studio. Sono sincero, ammetto di aver fatto un po’ di testa mia e quindi la seconda sessione, che in realtà era dedicata al video, l’ho sfruttata per scattare con un 50mm F1.2 (altrimenti chissà quando mi sarebbe capitata questa occasione un’altra volta..) mentre la terza ho deciso di non farla. Comprendo che Nikon abbia voluto mostrare le potenzialità del sensore da 45 Mpxl ma una prova in studio non è poi molto indicativa quindi l’ho sostituita con “altro”. Fortunatamente infatti, e qui è d’obbligo ringraziare Nital, ci è stato lasciato un “muletto” per la sera e la mattina successiva..una cosa abbastanza unica, uno strappo alla regola.
La realtà è che provare Z8 sapendo di avere tra le mani una Z9 è una bellissima esperienza: dimensioni più contenute, peso irrisorio, la consapevolezza di utilizzare una professionale “più umana”. La conformazione dell’ammiraglia è da sportiva, tutte le macchine di questo tipo lo sono: impugnatura integrata e mani “piene” dei grip. Il primo pensiero è quindi quello che sia un modello pensato solo per la velocità. In realtà non è così, perché tolti gli ingombri del BG, una fotocamera così potente diventa un’arma su più fronti: dalla fotografia di tutti i giorni, al video, al reportage. Forse è anche per questo motivo che Nikon Z8 ha un target così vasto che va dai creator ai matrimonialisti ai ritrattisti ai videomaker. Un corpo snello e leggero permette infatti di avere la macchina sempre con sé senza che sia un ostacolo al proprio lavoro e di montarla agilmente su gimbal e droni.
Il paragone come detto è con Nikon D850. Ma attenzione, non parlo tanto di forme quanto di feeling in mano. Senza contare che, penso sia fuori da ogni discussione, quando quella Reflex venne lanciata nel 2017 stabilì un nuovo standard: la macchina prosumer migliore in assoluto, in grado di combinare l’alta risoluzione della serie D800 con la velocità della D5. Z8 è lo stesso progetto, in versione senza specchio. Difficile dare alcune prime impressioni su una macchina che in realtà ho già provato. Z8 è identica in tutto e per tutto a Z9: stesso sensore, stesso processore, stessa raffica. Questi 45 Mpxl sono ovviamente diversi da quelli di Z7 II, qui il sensore è Stacked e l’incarnato e la miglior tonalità della pelle ne sono un chiaro esempio.
Anche la riproduzione del colore è eccellente, merito anche delle ottiche che ho utilizzato per la prova: Nikkor Z 50mm F1.2 S, Nikkor Z 14-24mm F2.8 S e Nikkor Z 24-120mm F4 S.
Dato per assodato quindi che non c’è nulla di nuovo (sembra strano da dire ma così è) veniamo a delle considerazioni personali circa il suo posizionamento, il suo prezzo e la sua convivenza con Nikon Z9 (qui trovate la mia anteprima). Partiamo da un assunto fondamentale: Nikon riesce a riempire i suoi modelli con funzioni foto/video estreme perché, a dispetto della concorrenza, non ha linee di prodotto separate. Quello che un tempo poteva quindi sembrare uno svantaggio in termini di numeri ed opzioni, in realtà si sta rivelando un grande vantaggio per l’utente finale che non dovrà quindi sacrificarsi nel valutare in quale percentuale scatta foto o registra video per scegliere la macchina che più fa al caso suo. Gli aspetti intorno ai quali ruota tutto? Il prezzo, la batteria, le SD card e le dimensioni.
Per quanto riguarda il primo aspetto, ma ci mettiamo anche il secondo perché è consequenziale, è indubbio che Nikon Z8 si inserisca benissimo tra Canon EOS R5 e Sony A7R V. Nei confronti di Z9 invece il discorso è diverso: quei circa € 1500 in meno sono tanti, anche per chi con la macchina ci lavora. Tra l’altro questa considerazione verte proprio su quello che non ha: un vertical grip integrato e quindi una batteria adatta a lunghissime sessioni ma molto costosa. La longevità non è quella dell’ammiraglia, si aben chiaro, ma con il prezzo di una batteria professionale si possono acquistare almeno tre batterie “normali” che possono essere sempre portate in borsa facendo comunque salvi gli ingombri. Chi possiede già una Z6/Z6 II o una Z7/Z7 II potrà poi usare quelle batterie come ricambio oppure chi lavora spesso fuori avrà la possibilità di ricaricare il corpo con un Powerbank perché una delle USB-C laterali è PD (Power Delivery) lasciando libera l’altra per il trasferimento dei file. Vero, è disponibile un BG per aumentare le dimensioni del corpo e l’autonomia. Però, però, credo non sia proprio necessario. Se vi serve un vertical grip integrato per quella ragione, forse è il caso di virare su Z9 e non su Z8 dato che si snaturerebbe un po’ tutto il progetto.
Il terzo aspetto importante è quello delle memorie. Al posto di un doppio slot XQD è stato messo un doppio slot XQD/SD, una soluzione migliore per due ragioni: amplia il pubblico di riferimento (tutti hanno una SD, non tutti hanno una XQD) e salva di nuovo il portafoglio (le SD sono molto più economiche e vanno bene per il 90% delle situazioni di scatto e ripresa). Non per altro sono il formato più utilizzato e, se l’intenzione è quella di passare al Mirrorless o di fare il salto di qualità professionale, un corpo che accetti le SD può essere fondamentale.
Veniamo alle dimensioni. Nikon Z8 è un modello estremamente versatile sia per i professionisti sia per gli amatori esigentissimi. A meno che il proprio lavoro non sia al 90% fatto di fotografia sportiva, quindi bordo campo o bordo pista, questo modello si adatta a tutti. Anche più di Z9. Un matrimonialista ad esempio non sarà costretto a fare lunghe giornate con 1.3 Kg (ai quali bisogna aggiungere il peso delle ottiche) sempre in mano, ma il discorso è ribaltabile anche per chi fa reportage, ritratto, moda, prodotto. La qualità è quella dell’ammiraglia in tutto e per tutto ma gli ingombri sono quelli di una macchina “normale”.
Tutto bello e senza difetti? Di primo acchito direi di sì. Nikon Z8 prosegue nella filosofia Nikon, quella di fornire una prosumer con caratteristiche da professionale e renderla disponibile a tutti, senza che si debba rinunciare a nulla. Come già fatto con D850 e D5, ecco lo stesso binomio con Z8 e Z9. Personalmente credo sia una buona mossa. Sono convinto che i fotografi sportivi che già possiedono una Nikon Z9 sostituiranno facilmente le loro Z7 II o Z6 II con una nuova Z8 dato che in cambio avranno la stessa identica qualità del file (come cromia e dettaglio) e la stessa identica potenzialità di scatto (in termini di raffica ed elaborazione). Quindi sì, è un secondo corpo perfetto per loro..anzi, l’unica vera scelta da fare. Diverso invece il discorso di chi ha acquistato una Z9 ma si occupa principalmente di ritratto o cerimonia, che forse vedrebbe di buon grado il “downgrade” (ma è un termine improprio) a Z8..ma che, in fin dei conti, probabilmente non farà per una mera questione di perdita di valore nei riguardi di un prodotto acquistato da poco. Per tutti gli altri invece, per tutti quelli che aspettavano con ansia una D850 senza specchio..beh, eccola qua.