Nikon P950 è l’ultima bridge della casa giallonera, presentata durante IFA 2019: sensore da 16 Mpxl ed obiettivo equivalente ad un 24-2000mm. Questo modello è molto indicato per la fotografia naturalistica e di paesaggio ma può essere utilizzata anche per macro e ritratto. Vediamo pregi e difetti in questa prova sul campo.
Le bridge hanno ancora un discreto seguito. Molti fotografi amatoriali sono ancora attratti da questo tipo di fotocamere per la loro flessibilità ma soprattutto perché permettono di raggiungere distanze focali che altrimenti, con una macchina ad ottica intercambiabile, sarebbero quasi impossibili. Per coprire un equivalente di 24-2000mm bisognerebbe infatti portarsi con sé una borsa fotografica con corpo macchina e svariate ottiche, tre nella migliore delle ipotesi: un 24-70mm, un 70-200mm, un 200-600mm e un moltiplicatore di focale – accoppiata che si fermerebbe comunque a 1200mm, costringendo il fotografo ad eseguire un crop sull’immagine. In quest’ultima ipotesi il crop andrebbe pienamente a compensare la mancata distanza focale di 2000mm raggiunta, dando per assodato che una fotocamera ad ottica intercambiabile ha un sensore molto più grande.. ma appunto, a discapito della comodità generale. Nikon P950 non è certo una fotocamera compatta dato che ha le dimensioni di una moderna mirrorless Full frame/APS, ma di sicuro portarsi in vacanza un solo corpo anche se ingombrante è meglio che andare in giro con un borsone.
P950 è dotata di un sensore CMOS da 1/2.3″ e 16 Mpxl con obiettivo Nikkor con zoom ottico 83x ED VR con apertura f/2.8-6.5 equivalente ad un 24-2000mm nel formato 35mm, composto da 16 elementi suddivisi in 12 gruppi con cinque lenti ED ed una lente super ED con un diaframma a 6 lamelle. L’obiettivo è quindi estremamente luminoso alla minima focale e va a perdere un po’ aumentando l’escursione ma è anche vero che siamo pur sempre di fronte ad un 2000mm, impossibile avere più luminosità o fare meglio di così. Il sistema di messa a fuoco è abbinato ad uno scatto a raffica fino a 7 fps me è solamente a contrasto, con varie modalità: Automatica con Scelta soggetto, Face Detection, Inseguimento, Area centrale (Spot, Normale e Ampia) – e Manuale Spot, Normale e Ampia. La gamma ISO va da 100 a 6400; le varie sensibilità possono essere selezionate singolarmente oppure “a gruppi” in modalità automatica: nelle impostazioni infatti si potrà scelgliere, a seconda delle condizioni di scatto, se tenere bloccato un range compreso tra 100-400, 100-800, 100-1600, 100-3200 o 100-6400. La maccchina è stabilizzata VR fino a 5-stop con tecnologia a decentramento ottico, ovvero quella solitamente riservata ai lunghi zoom professionali Nikkor: il processore del corpo macchina elabora i dati forniti dall’obiettivo e ne compensa i movimenti andando a muovere le lenti di cui è composto nella direzione opposta alla vibrazione. Questo sistema funziona davvero bene, mi ha stupito: con un piccolo aiuto, ad esempio appoggiandosi al muro con la spalla, si può scattare anche alla focale di 2000mm a mano libera con un tempo di 1/50s. Fino ai 1000mm quindi non ci sono problemi per nessuno, da questo valore in poi dipende unicamente dalla mano del fotografo. In ambito video riesce ad arrivare alla qualità 4K/25p o Full HD/25p/50p e questo è un grande miglioramento rispetto alla vecchia Coolpix P900.
Anche il mirino elettronico è stato migliorato rispetto a P900, un piccolo pannello OLED da 0.39″ con 2.359 milioni di punti e correzione diottrica: la visuale è decisamente buona anche se non è un fedele corrispettivo di quello che poi sarà il file immagine finale (più buio rispetto a quanto mostrato sul mirino). Il display posteriore invece è un LCD da 3.2″ articolato con 921.000 punti; purtroppo non è touch, cosa un po’ strana per il panorama attuale, per cui per scattare in comodità quando la macchina è posta su un treppiede bisognerà utilizzare il pulsante di scatto (impostabile con un ritardo fino ad un massimo di 10 secondi) o il comando remoto tramite l’app SnapBridge che permette anche di aggiungere i dati GPS alle immagini scattate e di trasferirle ad uno smartphone o tablet tramite Bluthooth.
Sulla calotta troviamo la ghiera delle modalità di scatto PASM arricchita con alcune funzioni che svelano i reali intenti di Coolpix P950: una modalità Birdwatching e una modalità Luna. Subito a lato il pulsante di accensione/spegnimento e poco sotto la ghiera di selezione dei tempi. Sull’impugnatura, coassiale al pulsante di scatto, la ghiera adibita allo zoom e il piccolo pulsante fn. Sul dorso invece è tutto sul lato destro del display: il tasto per lo switch del mirino (EVF o display), la selezione della messa a fuoco (AF o MF), il pulsante di registrazione video (4K) e, posta tra i pulsanti galleria, display, menù e cestino, la ghiera di selezione dei diaframmi che consente anche di navigare tra le voci delle menù.
Il barilotto fa sfoggio di una impugnatura zigrinata, un ottimo grip soprattutto quando si utilizza lo zoom a tutta escursione. Il primo pulsante in cui ci si imbatte è quello che permette di gestire l’inquadratura durante lo zoom: una volta inquadrato il soggetto, la sua pressione consente di “uscire e rientrare” su di esso per correggere la composizione. Subito a lato la seconda ghiera, la prima era quella coassiale al pulsante di scatto, per gestire l’escursione dello zoom da wide a tele. Infine una piccola rotellina, personalizzabile dal menù impostazioni: io ad esempio ho impostato la gestione ISO, ma si possono scegliere anche la gestione dell’esposizione, il bilanciamento del bianco, i tempi e i diaframmi.
Il corpo è in plastica dura, non insensibile agli agenti atmosferici ma abbastanza resistente e “da battaglia” per poter sopportare le escusioni (d’altronde è questo il pubblico principe al quale si rivolge) qualche goccia di pioggia o il caldo senza particolari problemi. Pesa circa 1 Kg e ha dimensioni importanti, come una moderna mirrorless APS. Rispetto a Coolpix P1000, la sorellona con escursione fino a 3000mm, è decisamente più leggera e contenuta per cui potrebbe essere una sua valida alternativa. Considerando che tutto è dovuto all’enorme obiettivo utilizzata è un buon compromesso dato che offre un parco ottiche praticamente infinito.
La quarantena a cui siamo sottoposti mi ha permesso di fare le cose con la giusta calma. Comincio subito con il menù: P950 è una macchina prettamente amatoriale quindi è chiaro che l’interfaccia “pro” che solitamente si trova su altri modelli reflex o mirrorless di Nikon sia molto lontano da questo standard. Nonostante questo si trova tutto con estrema facilità sia se si guarda a display (anche perché le funzioni non sono tantissime) sia, anche se un po’ più confusionale, tramite il pulsante fn posto subito sotto a quello di scatto: qualità e dimensione immagine, bilanciamento del bianco, raffica, ISO, esposizione, AF, Area AF, stabilizzazione, focus peaking. Sono sicuramente parametri molto basilari ma è anche vero che sono gli unici che servono in determinate situazioni. Raggrupparli tutti sotto un unico pulsante è però forse eccessivo e non molto intuitivo, sarebbe stato più utile fare una selezione.
Coolpix P950 offre buoni risulati fotografici in svariate situazioni. Di giorno e con buona luce dà il meglio di sé, ma bisogna sempre stare attenti a quello che si inquadra: se il soggetto è in ombra, la macchina andrà leggermente a sottoesporre e questo è il primo limite dovuto alla tecnologia del sistema AF a rilevamento di contrasto. Di notte o nelle ore centrali della giornata, solitamente le più soleggiate, stenta invece un po’: il piccolo sensore da 16 Mpxl soffre la diffrazione, presente già da f/5.6 in poi. Poi c’è anche da considerare la distorsione atomosferica data dal caldo che andrà ad ammorbidire troppo le immagini, ma di questo non possiamo assolutamente incolpare la fotocamera.
A 24mm con apertura f/2.8 le immagini sono davvero ottime, soprattutto in modalità Macro: la distanza minima di messa a fuoco è di un solo centimetro. Con una focale di 90mm si passa poi ad un’apertura di f/4, a 700mm di f/5.6 e a 1200mm a f/6.3. La messa a fuoco non è sempre fulminea ma è molto precisa, soprattutto in single spot e se il soggetto è ben definito e staccato dallo sfondo. Qui il contrasto la fa da padrone, ed ecco il secondo limite del sistema AF di P950.
Ci sono però due modalità che tradiscono la vocazione di Coolpix P950 e sono “Birdwatching” e “Luna”: entrambe vanno ad aiutare il fotografo negli scatti ad uccelli e alla Luna, ma in maniera differente. Selezionando Birdwatching verrà mostrata sul display un’icona con scritto “500mm”: basterà premere “ok” per portare automaticamente l’escursione dello zoom a 500mm equivalenti, sia che si parta da 24mm o da 2000mm. Questa focale è infatti considerata uno standard per la fotografia naturalistica pertanto può essere utile avere una scorciatoia che consenta di arrivarci il più velocemente possibile..e quindi non perdere lo scatto. Inoltre imposta la fotocamera automaticamente su “scatto silenzioso”.
La modalità Luna è invece improntata sull’estetica: una volta selezionata si potrà trovare sul lato destro del display una palette di filtri cromatici (bianco, grigio, arancione, giallo e blu) applicabili in fase di scatto all’immagine.
Come detto inizialmente il sensore da 16 Mpxl di Coolpix P950 misura 1/2.3″, una dimensione standard che solitamente troviamo sugli smartphone..anzi, che “trovavamo” dato che ora i vari produttori ne stanno aumentando le dimensioni. Un rapido confronto è quindi doveroso: gli smartphone (soprattutto quelli più moderni, i top di gamma) possono contare su algoritmi di gestione del colore basati sul deep learning, per cui le immagini potrebbero risultare più nitide alle focali grandangolari. Ciò che però non potranno mai raggiungere sono le distanze focali elevate..perlomeno non tutti, perlomeno senza utilizzare la scorciatoia del crop: solo i più recenti device come Galaxy S20 Ultra, P30 Pro o P40 Pro possono produrre un file abbastanza buono, ma solo a 5x o al massimo a 10x. Nikon Coolpix P950 si spinge fino a 83x con la qualità ottica delle lenti Nikkor e questo permette una fotografia paesaggistica o naturalistica su un altro livello. Ecco perché questo tipo di macchine hanno ancora un grande seguito: sono compatte e facili da trasportare per un certo tipo di fotografia e tolgono dall’impiccio di doversi portare dietro un borsone pieno di ottiche.
Nikon Coolpix P950 succede ad una delle più fortunate e vendute bridge giallonere, P900. E di quel modello ne è un vero miglioramento, non solo un restyling, sia per quanto riguarda le capacità video sia per quanto riguarda il mirino EVF. Gli appassionati delle bridge ne saranno estremamente soddisfatti, come anche gli escursionisti e i fotografi di fauna e flora che cercano una macchina fotografica estremamente versatile che possa coprire dalla fotografia macro a quella paesaggistica.