Fujifilm XF10 è l’ultima compatta presentata da Fujifilm. Ma “compatta” è forse un termine riduttivo per le potenzialità di cui dispone. Nata come versione evoluta della Fujifilm X70, con quest’ultima condivide in realtà solo l’ottica 18mm f/2.8 (equivalente ad un 28mm nel pieno formato) ereditando invece sensore e processore dalla più moderna Fujifilm X-T100.
Collocare questa macchina sul mercato non è facile. Ormai ogni macchina si rivolge, almeno sulla carta, al giovane che ama condividere le proprie immagini sui social media in maniera istantanea senza rinunciare alla qualità dello scatto: tutte sono infatti dotate di connessione Wi-Fi e Bluethooth. Ma qui siamo di fronte ad una piccolissima compatta che incorpora un enorme sensore APS per cui, rispetto a numerosi prodotti della concorrenza, ad un livello superiore. Grazie alle dimensioni così contenute XF10 entra comodamente in qualsiasi tasca, persino in quella posteriore dei pantaloni, senza dare il minimo fastidio. È reattiva e di qualità. Per cui chi è alla ricerca di qualcosa che sia allo stesso tempo discreto e prestazionale..beh, ha trovato quello che cercava. Basterà rinunciare alle ottiche intercambiabili e affidarsi ad un obiettivo da street..che però ha un asso nella manica.
Il paragone andrebbe fatto con la vecchia Fujifilm X70..ma alla lunga, non reggerebbe. Siamo di fronte a due macchine completamente diverse, accomunate solo dalla dicitura e dall’ottica utilizzata, un XF 18mm f/2.8 (equivalente ad un 28mm nel pieno formato) con 7 elementi suddivisi in 5 gruppi e un comodissimo teleconverter incorporato che trasforma l’obiettivo in un 35mm o in un 50mm a seconda delle necessità al solo ruotare della ghiera che lo circonda. Per il resto sono un mondo a parte. Innanzitutto Fujifilm XF10 è dotata di un sensore APS-C da 24 Mpxl a matrice di Bayer a differenza della precedente che aveva un 16 Mpxl X-Trans. Perché non replicare quindi? L’abbandono è stato “forzato” dal mercato, essendo andato fuori produzione il taglio da 16 Mpxl Fuji ha deciso di puntare sul 24 Mpxl standard.
Le differenze sono poi nel corpo. Mentre X70 era una macchina più classica, il nuovo design di XF10 è estremamente minimal e moderno. Sulla calotta, la ghiera dei tempi si è rimpicciolita ed è diventata la ghiera PASM, nella quale trovano spazio, oltre alle varie modalità Ritratto, Tramonto, Panorama, Sport e Notte, tre impostazioni automatiche decisamente avanzate. La prima, SR+, è una modalità full auto che consente di rilevare automaticamente sia le scene sia le aree da mettere a fuoco, inseguendole se necessario; la seconda, ADV, è una modalità che permette di scegliere tra ben 27 filtri differenti, da HDR a Colori parziali (blu, arancione, giallo ecc), da Rimozione nebbia a Soft focus, da Toy camera a Split screen e via dicendo; la terza, SP, è invece pensata per scene particolari quali Notte (con cavalletto), Fuochi artificiali, Tramonto, Neve, Spiaggia, Testo, Macro, Party, Tramonto, Doppia esposizione e Ritratto.
Subito a fianco troviamo il pulsante di scatto con una ghiera coassiale che, a seconda della modalità utilizzata, servirà a gestire l’apertura o il tempo di scatto. Infine la ghiera dell’esposimetro che non ha perso la sua funzione originaria. Sul lato sinistro della calotta c’è solo il piccolo, ma raggiungibile, pulsante fn impostabile a piacimento dal menù.
Sul retro della macchina, a fianco al grande display touch, al posto del selettore a croce troviamo un comodo joystick ideale sia per navigare nel menù sia per selezionare l’area di messa a fuoco. Subito sotto il pulsanti di accesso al menù e quello che permette di aggiungere o eliminare le varie scritte a display. A lato, di fianco all’impugnatura per il pollice, sono invece incastonati il secondo pulsante fn e il pulsante q, scorciatoia che permette di impostare i parametri di scatto a seconda della modalità utilizzata.
Veniamo al dettaglio ed esaminiamo risoluzione, rumore, sensibilità, apertura, distorsione e vignettatura. Nella prima scheda si nota come la risoluzione tenda ad essere molto elevata e scende di soli 100 lw/ph per step fino ai 1600 ISO con un costante aumento del rumore, quasi impercettibile a 200 ISO e con una crescita molto uniforme dai 400 ISO in su. Poi la situazione comincia a cambiare e a farsi molto più visibile: mentre la risoluzione tiene un rapporto costante dai 1600 ISO ai 3200 ISO, il rumore tende a farsi fastidioso e a 12800 ISO fa scendere la risoluzione fino a circa 2400 lw/ph.
Fujifilm XF10 è chiaramente ottimizzata per la massima apertura di diaframma. La maggior risoluzione si ha tra f/2.8 ed f/4 e si attesta in 3400 lw/ph. Da qui il degradamento dell’immagine si fa più importante e la risoluzione cade costantemente fino alle 2400 lw/ph ad f/16.
La distorsione è davvero contenuta, mentre la vignettatura è purtroppo abbastanza visibile.
Come anticipato precedentemente, Fujifilm XF10 è una macchina talmente compatta e discreta che riesce a stare anche nelle tasche dei pantaloni. Non è elaborata come X100F, ma la mancanza di altri pulsanti sul dorso non si sente minimamente anzi: giocare con con pollice e indice sulle ghiere poste sulla calotta, una volta impostate, è estremamente intuitivo e veloce e il piccolo joystick per la selezione dell’area di messa a fuoco è davvero reattivo. Riuscire a dare un simile feeling in un corpo così compatto è davvero un plus. Ma ecco, date queste dimensioni minimali c’è uno scotto da pagare, anzi due che la irrigidiscono un po’. Il primo è l’assenza del mirino, mancanza che si fa sentire soprattutto nelle giornate più soleggiate. La seconda è il display incastonato nel dorso, non basculante. Sembrano piccolezze, ma bisogna tenere a mente che XF10 è votata alla street dove le basse angolazioni, la composizione o anche solo una prospettiva “più interessante” sarebbero sempre preferibili. Detto questo, questa sua rigidità costringerà il fotografo a “sciogliersi” e ad avvicinarsi ai soggetti o a cambiare la propria postura per eseguire scatti diversi..e di certo non è una cosa negativa. Comunque un piccolo “aiuto” per i più pigri c’è ed è la possibilità di cambiare focale e trasformare l’obiettivo fisso 28mm in un 35mm o in un 50mm. Come? Andando a ruotare la ghiera dell’ottica, trasformando così XF10 da compatta ad ottica fissa a compatta con un leggero zoom: non è propriamente digitale, è il classico crop sul sensore ma è decisamente molto utile in svariate situazioni, soprattutto se si vogliono inquadrare i soggetti senza infastidirli troppo.
La riproduzione del colore è eccellente (ricordiamoci che siamo davanti ad un comune CMOS, non ad un X-Trans) e l’implementazione dei filtri Fuji è un’opzione creativa aggiuntiva decisamente interessante: personalmente trovo magnifiche le simulazioni pellicola Classic Chrome (ereditata dalla serie X-T) e Monochrome – opzioni che avevo ampiamente sfruttato anche durante la prova di Fuji X-H1. È ottima anche la resa in condizioni di luce scarsa: qui bisognerà stare attenti a giocare con gli ISO in maniera rapida, allungare i tempi di scatto non è un’opzione percorribile a mano libera dato che XF10 non dispone di una stabilizzazione. Purtroppo, pecca un po’ di sovraesposizione.
La messa a fuoco è abbastanza rapida ma non siamo comunque di fronte ad una scheggia, per cui ogni scatto che vuole essere “rubato” abbisogna di una minima preparazione. I 91 punti AF coprono la maggior parte del sensore e quindi del display posteriore e sono selezionabili attraverso il joystick sul dorso oppure direttamente con le dita sullo schermo. Le modalità di messa a fuoco sono quattro: Punto singolo, Zona, Grandangolo/Tracciamento e All, che sta per “tutta l’area”.
Una cosa migliorata nel corso degli anni e sicuramente pregevole su questo tipo di macchina è la rapidità della connessione tramite app Camera Remote: XF10 infatti è ideale per un utilizzo “di strada” o in viaggio, ambiti in cui in molti ricercano una rapida condivisione sui social media. Una volta accoppiata al device prescelto, sia esso un tablet o uno smartphone, il trasferimento tramite Bluethooth è immediato: si può scegliere se condividere alcune foto singole, oppure trasferire tutto il flusso della giornata in un’unica volta. Inoltre, l’accoppiamento è permanente, per cui ad ogni spegnimento della macchina – se il Bluethooth è acceso – il software invierà automaticamente le immagini non trasferite precedentemente in formato leggermente ridotto, per diminuire i tempi di attesa.
Fujifilm XF10 è una piccola compatta ad ottica fissa che, grazie allo zoom in fattore crop, riesce ad essere ideale in svariate situazioni e a concedere quella flessibilità durante lo scatto che altre macchine della stessa categoria non sempre offrono. Inoltre, sempre tenendo fermo questo paragone, nonostante il corpo estremamente compatto cela al suo interno un enorme sensore APS che regala una qualità fotografica superiore. Di contro c’è che bisogna rinunciare alla stabilizzazione, che sarebbe necessaria per il genere di fotografia al quale questa macchina è orientata, alla mancanza del mirino e al display posteriore incastonato nel corpo e non basculante. C’è però da dire che sono mancanze alle quali forse si può soprassedere, visto al prezzo estremamente competitivo (€ 519) al quale è stata presentata.