Kal Sullins è noto nel Web per le suggestive riprese subacquee di splendide atlete apneiste che si esibiscono per lui in coreografie rese incredibili dalla luce naturale e del contesto unico dell’Oceano Pacifico. Lo intervistiamo.
Pensando alle fantastiche immagini che Kal Sullins pubblica sul Web (alias Coconut Salt sui suoi profili social IG: @coconut_salt e FB: @coconutsalt) i primi elementi degni di suscitare in chi le guarda alcune domande non riguardano, a mio modo di vedere, i corpi perfetti delle meravigliose modelle che nuotano sotto la superficie dell’oceano e che possiamo ammirare all’interno dei suoi scatti. La mia attenzione è stata attratta in primis dall’incredibile morbidezza della luce, una luce solare decisamente naturale, a cui viene chiesto di illuminare le scene che Kal Sullins cattura con un’estetica perfetta e una tecnica altrettanto coerente.
La fotografia subacquea è un genere fotografico molto noto per l’alto livello di competenze tecniche richieste a coloro che vi si sono confrontati. Sotto la superficie del mare la luce diminuisce la sua potenza con velocità improvvisa tanto quanto i colori si trasformano rapidamente nel tipico blu degli abissi.
Kal Sullins accetta questo ambiente impegnativo e vi porta i suoi modelli che, in primo luogo, sono atleti allenati e nuotatori molto abili. Composizione, esposizione e bilanciamento seguono questa perfezione, in un ambiente molto difficile in cui lavorare, grazie alla mano dell’autore. Chiediamo a Kal Sullins come si è avvicinato a questo fantastico scenario…
Grazie per questa intervista Kal. Prima di tutto: dove trovi gli incredibili paesaggi marini subacquei in cui ritrai i tuoi soggetti? Potrei immaginare che un legame così forte con l’acqua derivi dal vivere (o nascere) in un ambiente così particolare… o no?
Vivo alle Hawaii, sulla costa nord di Oahu. Questo luogo è famoso per il surf, una location incredibile in inverno, e per le fantastiche immersioni subacquee che si possono realizzare in estate. Amo l’oceano. In pratica passo del tempo nell’acqua dell’oceano quasi tutti i giorni. Mi garantisce una ‘dose’ di pace e di equilibrio ogni giorno, al punto che mi sono reso conto di come, per me, la vita può essere dura se sto troppo a lungo senza entrare in acqua.
La natura funziona per altro in questo modo in generale, credo. Ci collega a qualcosa di più grande. Nel mio caso, mi fornisce un senso di stupore e di meraviglia e riesce a farmi sentire i problemi della vita piccoli e insignificanti nella grande scala delle cose. Sono cresciuto a San Diego, poi ho vissuto a Los Angeles per quasi vent’anni prima di trasferirmi alle Hawaii. La vita in città può essere di ispirazione creativa se ti trovi nell’ambiente giusto, ma trovo che la natura sia rigenerativa e fonte di ispirazione in un modo più spirituale, e l’oceano in particolare.
Come ti sei avvicinato alla fotografia subacquea? La tua passione per le immersioni è nata prima della fotografia? Era già coinvolto Kal Sullins nella fotografia professionale prima di ‘trasferirla’ sott’acqua? Raccontaci di più sui tuoi inizi…
Tutte le mie fotografie sono fatte in apnea, non in immersione (Nda: il termine differenzia le condizioni di permanenza sott’acqua, con o senza strumenti di respirazione). Non ho alcun apparecchio per la respirazione. Solo la mia macchina fotografica, le pinne e una maschera. Molti fotografi subacquei prima sviluppano una passione per l’apnea o per le immersioni subacquee e poi imparano a fotografare, ma per me è avvenuto esattamente il contrario. Ho sempre amato l’oceano, ma prima di tutto mi sento un artista. Sono cresciuto disegnando, dipingendo, scolpendo e giocando con le macchine fotografiche, creando ed esprimendo me stesso con qualsiasi mezzo su cui potevo mettere le mani.
Ricordo la mia prima macchina fotografica da bambino. Era una fotocamera con cartuccia di pellicola 110 con un design a orsacchiotto. Non aveva un mirino adeguato, ma solo un quadrato di plastica forato attaccato alla parte superiore. Avevo dodici anni quando ho usato la mia prima macchina fotografica subacquea alle Bahamas. Era solo una cinepresa usa e getta ricoperta di plastica, ma la adoravo.
Da allora la fotografia è sempre stata una passione per me. Si è evoluta e mi ha portato sia alla scuola di cinema sia AL cinema. Ho scritto e diretto un film di fantascienza, “Listening”, uscito in tutto il mondo nel 2015, e ho prodotto un altro paio di film indipendenti. È stato solo quando mi sono trasferito alle Hawaii per motivi di salute che ho iniziato a fare fotografia ed a praticare il lavoro subacqueo a tempo pieno.
In realtà ho avuto dei problemi polmonari abbastanza seri vivendo a Los Angeles, quindi è un po’ ironico che mi sia avvicinato alla fotografia di apnea alle Hawaii. In realtà sono un terribile apneista rispetto ad alcuni dei fantastici atleti con cui ho lavorato. Ma sono attratto dall’oceano e amo il modo in cui la luce si comporta sott’acqua. È un po’ come una sorta di magia…
Come sei solito scegliere i tuoi modelli? Immagino che debbano essere nuotatori e subacquei estremamente abili per eseguire le incredibili coreografie ed i ‘balletti’ che possiamo osservare nelle tue foto… Sei abituato a lavorare con collaboratori ricorrenti? Quali sono le abilità necessarie che Kal Sullins ritien più utili quando scatta sott’acqua?
Alle Hawaii ho incontrato molti apneisti incredibili. Spesso sono le stesse persone che ritraggo che mi assumono per fotografarle sott’acqua. Oppure vi sono brand che mi contattano per fotografare i loro prodotti e cerco di trovare modelli che potrebbero adattarsi al lavoro commissionato. Ho incontrato un gran numero di persone interessate al mio lavoro attraverso i social media. Ho fotografato persone che hanno paura dell’oceano e non sanno nuotare, così come apneisti ben addestrati con incredibili permanenze sott’acqua e tutto il restante scenario di personaggi che si possono incontrare in un contesto simile.
Può essere più facile lavorare con modelli ricorrenti mentre impari, in modo da lavorare insieme senza troppa necessità di una direzione consapevole a priori. Mi piace molto anche fotografare modelle che si ispirano a movenze di danza. I ballerini possono avere una grazia, una flessibilità e una consapevolezza dei loro corpi che possono tradursi bene nelle necessità proprie del lavoro subacqueo. Inoltre, in genere mi piace quando le persone si sentono a proprio agio, a casa propria, quando sono in mezzo all’oceano. In questo modo durante la sessione di ripresa è molto più facile concentrarsi meno sugli elementi contingenti e più sul lato creativo delle cose.
Come ‘dirigi’ i modelli quando sei sul set? Come comunichi con loro? C’è un briefing prima delle riprese in cui chiarisci quali sono i tuoi obiettivi e le tue intenzioni in seguito? Cosa chiedi in termini di gesti, pose, coreografie?
Di solito abbiamo un breve incontro a terra, prima delle riprese, sulla sicurezza e sulla comunicazione nonché su come sarà il processo di ripresa. La mia prima priorità è che le modelle si sentano sempre sicure e a proprio agio. La comunicazione costante è fondamentale. Non chiedo a nessuno di immergersi in profondità o trattenere il respiro per un lungo periodo. Mai più profondo di dieci metri e di solito meno di venti o trenta secondi sott’acqua alla volta.
È meglio se possiamo fare un respiro profondo, immergerci e scattare rapidamente, quindi tornare in superficie sentendoci a nostro agio e non senza percepire il classico fiato corto o ritrovandoci esausti. A questo punto, in superficie, possiamo parlare rapidamente di come regolare i tempi, la posa o il movimento dello scatto e ripetere rapidamente il processo, migliorandolo.
È un po’ come affrontare una danza il mettere la modella e me stesso nella giusta posizione, in relazione l’uno con l’altro, sott’acqua, con la giusta angolazione per l’illuminazione, ed infine catturare la posa o il movimento giusti, il tutto mentre gestisci capelli, abiti e bolle d’aria! Stai prendendo un centinaio di decisioni creative e tecniche in pochi secondi mentre trattieni il respiro. È proprio tale sfida ciò che mi piace in questo genere di fotografia.
Ritieni che l’attrezzatura tecnica sia in grado di influenzare, condizionare o determinare il risultato estetico e la riuscita delle immagini? Qual è la tua attrezzatura standard quando ti prepari per una sessione di riprese subacquee?
Ovviamente l’attrezzatura e il lato tecnico delle cose è importante, ma cerco di mantenerlo secondario rispetto a ciò che spero di ottenere in modo creativo. Proprio come sulla terraferma, comprendere la luce, la fotografia e come lavorare con il soggetto sono tutti elementi più importanti del tipo di fotocamera che hai in mano. Un fotografo esperto può spesso scattare una foto migliore con uno smartphone rispetto a un dilettante con una costosa fotocamera. Detto questo, gli enormi progressi nelle fotocamere mirrorless, nella tecnologia di messa a fuoco automatica e nella gamma dinamica hanno davvero ampliato ciò che può essere più facilmente ottenibile sott’acqua.
La mia configurazione standard in questo momento è rappresentata da una Sony A1 o una Sony A7R IV con un obiettivo Sony GM, di solito un 12-24 mm o un grandangolo, il tutto all’interno di un alloggiamento Aquatech, di solito con un alloggiamento per la lente frontale a cupola. Tale alloggiamento a cupola è molto importante per gli scatti a pelo d’acqua perché aiuta a contrastare l’effetto di ingrandimento che l’acqua ha sulla luce.
E per quanto riguarda l’editing? Pensi che una sessione di editing particolarmente efficace sia in grado di trasformare uno scatto mediocre in una grande fotografia? Come gestisci i tuoi scatti in termini di post produzione? C’è una cura particolare nel mantenere la naturalezza delle luci e dei colori durante la modifica delle immagini?
Le persone spesso commentano l’editing dei miei scatti subacquei. Può essere una specie di complimento divertente, di solito non intenzionale, che può anche essere letto al rovescio e che dice che sono un bravo fotografo perché, in primo luogo, sono bravo nel montaggio. È sicuramente bello imparare e comprendere gli strumenti che hai a disposizione in post-produzione, ma in realtà io credo che si basi tutto sulla qualità della luce presente al momento dello scatto e sulla resa di quella catturata durante le riprese. La modifica può solo aumentare la qualità di uno scatto in modo incrementale.
Quando scatto, penso sempre alla luce, e spero di avere ‘qualcosa’ a cui valga la pena dedicare un po’ di tempo in fase di editing! Scatto in RAW, quindi ritaglio e modifico in Adobe Lightroom. La mia prima priorità durante l’editing è di solito trovare un tono della pelle che mi piaccia (Nda: bravo!). Questo può essere particolarmente complicato sott’acqua, perché la modifica del tono della pelle può allontanare il resto dei colori da una resa soddisfacente o dalla realtà. Per ogni metro in più di profondità nell’acqua cambia drasticamente lo spettro dei colori dell’immagine che a tale profondità si può catturare. I toni caldi, rossi, poi arancioni, poi gialli, si dissipano rapidamente mentre scendi sott’acqua. Di solito ricalibro tutti i miei colori in post produzione.
A volte devo spingere i dati dell’immagine al limite per trovare qualcosa che mi piace, che potrebbe essere semplicemente un tono della pelle naturale o qualcosa di più colorato e fantastico. A volte utilizzo gradienti e maschere, che sono strumenti davvero potenti in Lightroom, per isolare elementi diversi nell’inquadratura: il modello, l’acqua, la superficie, il fondo dell’oceano, ecc. È anche importante notare come l’acqua non solo riduce i toni caldi man mano che scendi più in profondità, ma come anche i toni caldi diminuiscono man mano che il soggetto è più lontano dalla fotocamera! Gli strumenti di mascheratura in post possono essere particolarmente utili se scatti con più modelli a diverse distanze dall’obiettivo.
Hai delle luci, degli orari, delle stagioni, una condizione meteorologica preferiti? O anche ‘acque e fondali’ preferiti dove scattare? Cerchi di ritrovare queste condizioni speciali quando stai lavorando o ti piace scattare immagini in qualsiasi situazione possa accadere, come se fosse una sorta di sfida cui sottostare?
Un po’ di entrambi, onestamente. Qualsiasi illuminazione può essere bella se sai cosa farne. La fotografia è davvero simile al dipingere con la luce. Ti permette di tracciare delle linee posizionando qualcosa di scuro accanto a qualcosa di chiaro, tanto per fare un esempio. In studio puoi cambiare ciò che è chiaro e scuro spostando le sorgenti luminose. In natura, devi cambiare la posizione della fotocamera e del soggetto. Il vantaggio sott’acqua, in questo caso, è che hai un movimento tridimensionale completo.
Non puoi muovere il sole, ma puoi spostare la tua fotocamera di 360 gradi sferici attorno al tuo modello, che in un certo senso è come spostare il sole. In sostanza, sott’acqua, sia il fotografo che la modella possono volare, quindi se vuoi il sole sopra di te, sotto di te o ovunque, ebbene ciò è possibile. Detto questo, l’ora del giorno fa una grande differenza nei confronti dell’angolazione, del colore e della qualità della luce sott’acqua. Di solito mi piace scattare nel tardo pomeriggio, quando il sole ha una certa angolazione nei confronti della superficie dell’acqua.
Le condizioni dell’acqua limpida possono essere piacevoli, cosa più comune in estate alle Hawaii, ma in realtà mi piace quando l’acqua non è perfettamente limpida. Quando c’è un po’ di foschia nell’acqua la luce prende forma e diventa tridimensionale. È come usare una macchina del fumo o del fumo quando si scatta a terra. Alcune delle mie foto preferite sono state scattate in condizioni che altri consideravano impossibili da sfruttare perché la nitidezza era pessima. Mi piace sfruttare ciò che la natura mi offre. Se è una giornata piovosa, non preoccuparti della perdita del sole, cattura la bellezza della pioggia. Naturalmente, detto questo, se un cliente commerciale ha un aspetto specifico che desidera, a volte può essere ottenuto solo in determinate condizioni.
Qual è l’elemento più importante che potrebbe trasformare una foto normale in un capolavoro per Kal Sullins? Luce? Composizione? L’originalità del soggetto? Perfezione tecnica?
Unità. Non puoi separare questi elementi. Quando una foto sembra perfetta, è perché tutti gli elementi lavorano insieme in perfetta armonia. Quando c’è un’unità di luce, composizione, soggetto e forma tecnica (sia in camera che in post), tutti lavorano insieme per migliorare un’immagine, questo è ciò che può farla sembrare un “capolavoro”.
Come hai deciso di evitare la fotografia con il flash? Alcuni decenni fa l’uso dei flash subacquei sembrava essere un must per i fotografi che lavoravano in questo ambito. Il digitale ha cambiato le regole del gioco o il tuo atteggiamento è ancora ‘unico’ tra i professionisti? Ad ogni modo: le tue immagini sono decisamente sorprendenti e riconoscibili per la splendida morbidezza e naturalezza di luci e ombre!
Grazie. Onestamente cerco sempre di imparare. Esplorare sempre nuovi modi di creare. La fotografia con il flash ha un certo aspetto che può essere sorprendente nelle giuste situazioni. Può essere particolarmente utile sott’acqua quando si scende più in profondità, o ovviamente di notte. La gamma dinamica delle fotocamere oggi è davvero incredibile e rende molto più facile scattare in condizioni di luce naturale. Con esse sono tranquillamente in grado di ottenere le mie tipiche riprese scattando in acque relativamente basse.
Ma c’è un punto debole di questa tecnica che mi piace molto, a circa cinque metri di profondità, dove l’oceano riesce a fare la sua magia, con la qualità della luce che esso è in grado di generare, pur mantenendo i colori naturali. C’è poi da considerare il fattore di trasparenza dell’acqua quando si utilizza il flash. Il flash può illuminare qualsiasi particella sospesa nell’acqua, a seconda dell’angolazione da cui proviene. Questo non è necessariamente un aspetto negativo, solo qualcosa da valutare quando si usano gli illuminatori artificiali frontali in mare aperto.
Giusto per avere un’idea di cosa sei abituato a fare quando ti trovi nelle situazioni di scatto che ti sono tipiche: come si comportano tempo di posa, diaframma, Iso in situazioni diurne e pomeridiane? Come reagiscono le lunghezze focali quando vengono messe sott’acqua? Una curiosità: la stabilizzazione dell’immagine è utile lavorando sott’acqua?!
Se possibile, provo sempre a scattare con un indice Iso nativo. O 100 Iso o lo stop immediatamente successivo con le mie fotocamere Sony, che hanno due Iso nativi. Di solito sia la fotocamera sia la modella si muovono, mentre scatto. Niente è mai statico. Ma poiché tutto si muove più lentamente sott’acqua, la velocità dell’otturatore può anche essere leggermente inferiore rispetto alla normale fotografia d’azione. Di solito ho una velocità dell’otturatore di 1/500s. Cerco di serrare il diaframma il più possibile a seconda delle condizioni, ma di solito l’apertura è intorno a f/5.6.
Ovviamente tutto cambia man mano che si fa tardi nel corso della giornata e quando la luce diminuisce, o se mi immergo un po’ più in profondità del normale. Mantengo la stabilizzazione dell’immagine attiva per impostazione predefinita, ma non l’ho sperimentata troppo. Per quanto riguarda le lunghezze focali: per la normale fotografia di ritratti sulla terraferma, adoro il mio 85mm a focale fissa. Non userei quasi mai un grandangolo o un obiettivo fish-eye per i ritratti a terra, ma queste focali sono quelle che uso quasi sempre sott’acqua. In genere preferisco uno zoom 12-24mm o un obiettivo fisso da 35mm.
Lo svantaggio è che spesso devo lottare contro la distorsione dell’obiettivo, soprattutto intorno ai bordi, ma il vantaggio principale è quello di riuscire a mantenere la fotocamera più vicina al modello. Che si tratti di un inquadratura ampia o di un primo piano, il mantenere la fotocamera relativamente più vicina al modello aiuta sia con il colore sia con la nitidezza sott’acqua. Può anche dare una sensazione di intimità e di maggiore ‘presenza’ ai primi piani, come se chi guarderà lo scatto fosse proprio lì sott’acqua con la modella.
C’è un detto comune che dice “non chiederti SE l’alloggiamento della fotocamera si allagherà ma QUANDO lo farà…”. Mai avuto problemi del genere? Come prendersi cura dell’attrezzatura subacquea?
Non mi è ancora successo, ma sono sicuro che prima o poi succederà. Mi è capitato di avere una chiusura aperta su un mio precedente ‘guscio’ mentre galleggiavo in superficie con un vecchio modello Aquatech, ma ho miracolosamente evitato qualsiasi danno causato dall’acqua. Lucido regolarmente gli alloggiamenti trasparenti dell’obiettivo, non tanto per sicurezza, ma per ridurre i graffi che inevitabilmente compaiono.
Il tuo portfolio contiene sia immagini a colori che in bianco e nero. Cosa dà ciascuno di questi due stili diversi alle tue esigenze espressive?
Dipende solo dallo scatto. A volte uno scatto funzionerà in bianco e nero, ma non a colori, o viceversa. Il contrasto è molto più importante nella fotografia in bianco e nero sott’acqua. È facile ottenere un’immagine grigia piatta se non sto davvero prestando attenzione a luci e ombre.
Chi sono i tuoi clienti principali e tipici? Ti definiresti un fotografo ritrattista, un fotografo di moda, un… fotografo sportivo o d’azione?
Mi considero un artista. Non voglio dire che non possa suonare come un’affermazione pretenziosa. Ho avuto ben chiaro per tutta la mia vita il fatto che vivo in modo un po’ diverso dalla maggior parte delle persone. Non sono mai stato ‘normale’ e sono stato fortunato ad avere una famiglia solidale che ha incoraggiato tutte le mie idee selvagge anche durante l’infanzia. Devo sentirmi creativo per rimanere in vita. Se non sono impegnato nel creare qualcosa, divento rapidamente depresso e rischio di ritrovarmi a percorrere un sentiero molto oscuro. L’arte è la vita per me. Parte di questo è la fotografia.
Non è facile definire la mia fotografia subacquea perché il mio impulso creativo non nasce da una categoria ordinata. Adoro fotografare le persone. Amo stare nell’oceano. Quello che sono in grado di creare si è rivelato attraente sia per i clienti commerciali sia per i privati, quindi sono in grado di guadagnare mentre lo faccio. Per via dei miei trascorsi cinematografici sono anche piuttosto bravo a decodificare qualsiasi look o stile che un cliente commerciale potrebbe desiderare. In quelle situazioni posso essere lì solo per soddisfare le esigenze del cliente, che si tratti di un individuo, di un marchio di costumi da bagno o di abbigliamento, di un marchio di attrezzature per immersione o di altre fotografie di prodotto.
Ho anche scoperto che a volte i miei clienti non cercano la fotografia subacquea finché non vedono le mie foto ed a quel punto decidono che è quello ciò che vogliono. Penso che ciò accada poiché questo genere di scatti ed il mio stile sembrano a molte persone unici.
Padroneggi la ritrattistica subacquea in un modo molto personale e coerente. Potresti dare ai tuoi lettori 5 suggerimenti su come entrare correttamente in questa tecnica magica? Cosa imparare e approfondire per prima cosa?
Non mi sento un maestro, ma piuttosto una persona sempre curiosa. E cerco in ogni istante di imparare, di essere migliore della volta precedente e di migliorare in generale. Forse la prima cosa, la più importante, è di farlo perché lo ami. Soprattutto con la fotografia subacquea, probabilmente non migliorerai se non ti piace il processo nel suo complesso, che è piuttosto complicato.
Poi direi di imparare a dipingere con la luce naturale. Prestare attenzione alla luce a terra. La luce è tutto. Se riesci ad imparare a fare buoni ritratti con la luce naturale sulla terraferma, puoi applicare gli stessi principi sott’acqua. Ci sarà certamente durante l’apprendistato una ‘curva di apprendimento’ che riguarda prettamente ciò che avviene nell’oceano, ma ricorda che tutto ciò che sai sulla ripresa a terra ti servirà anche sott’acqua.
Poi suggerirei certamente di rimanere in condizioni di sicurezza sempre. L’oceano è un posto bellissimo, ma può essere pericoloso. Perlustrate inoltre luoghi e location senza fotocamera. Imparate a riconoscere le correnti, le condizioni ambientali e i potenziali rischi. Usate inoltre una boa da immersione e chiedete a un subacqueo di sicurezza di individuarvi mentre state fotografando. Allenatevi, sia che si tratti di immersioni subacquee o in apnea, frequentate lezioni ed imparate le tecniche adeguate. Anche la comunicazione è fondamentale. Comunicazione di sicurezza, ovviamente, ma imparate anche a comunicare e dirigere i vostri modelli.
Ho scoperto che molte persone esageravano nel descrivere le proprie capacità in acqua, quindi non chiedere a nessuno di fare qualcosa con cui non si sentono a proprio agio e restate calmi e preparati a qualsiasi cosa. Per quanto riguarda la regia dei modelli: per prima cosa osservate cosa fanno naturalmente. Ognuno si muove in modo diverso sott’acqua. Non esagerare con indicazioni troppo dirette finché non vedrete cosa siano realmente in grado di fare ed inserite le correzioni a pose, gesti, movimenti e simili in modo incrementale. Se un modello è costretto a pensare a troppe cose sott’acqua, le pose possono diventare rigide e innaturali.
Lo scopo è migliorare ciò che essi fanno naturalmente e se il modello è in difficoltà, pensa a come procedere diversamente. Infine, tecnicamente, padroneggia la tua attrezzatura a terra e in acqua. C’è troppo di cui preoccuparsi in acqua per pensare anche alla tua fotocamera. Deve essere come un’estensione del tuo corpo. Verrà tutto con la pratica. Qualunque cosa tu faccia, migliorerai, quindi divertiti e goditi il processo creativo.
Ti chiedo inoltre di scegliere una fotografia, una sola e di qualsiasi natura, che tu possa identificare come la tua ‘Foto Preferita’ di sempre. Puoi dirci qualcosa in più a riguardo? Come è nata, dove è stata ripresa, cosa significa per te, …
Mia moglie, che mi conosce bene, ti direbbe che non ho preferiti. Non è nella mia personalità. I miei amici mi prendono in giro perché sono troppo positivo e mi piace tutto. Ma ti racconterò la storia di una delle mie ‘sorprese’ preferite. Avevo imparato che, scattando con costumi da bagno verde neon, potevo creare un giallo saturo che quasi che brillava al buio in post produzione, fatto che mi è subito piaciuto molto. Ho programmato con due amici un servizio fotografico con costumi da bagno verde neon in una baia vicina, dove si trovava una gigantesca ‘palla da esca’ di pesci: fondamentalmente migliaia di piccoli pesci che nuotano insieme in una massa compatta.
Speravo in alcuni scatti davvero epici, ma la giornata si è rivelata da subito nuvolosa e piovosa, con l’acqua più torbida del solito. È stato difficile anche solo trovare la ‘palla da esca’. E faceva anche freddo! Sembrava che le cose non stessero andando alla grande. Non bastasse, anche una delle mie schede di memoria è stata cancellata accidentalmente mentre eravamo in acqua e abbiamo dovuto provare a ripetere un sacco di scatti. Ma i modelli erano ottimisti, felici e sorprendenti. Alla fine ci siamo solo divertiti e abbiamo comunque continuato a scattare.
Quando sono tornato a casa e ho iniziato a selezionare le foto ed una tra tutte si è da subito distinta. C’è una tecnica che uso, con maschere riflettenti, per ottenere una sorta di riflesso della luce che fa sembrare che la modella abbia gli occhi luminosi, una sorta di torcia. In questo fotogramma, loro avevano appunto ‘gli occhi della torcia’ ma non tanto sul volto bensì sul loro riflesso sulla superficie dell’acqua poco sopra. È stato stupefacente. Non l’ho visto durante le riprese. Questo straordinario e felice incidente è apparso solo mentre ordinavo le foto.
Avevamo organizzato le cose al meglio nei nostri migliori piani, ma poi ci siamo dovuti adattare a ciò che la natura ci ha dato, ed è stato bellissimo. Se l’acqua fosse stata limpida, i raggi di luce non avrebbero preso questa forma. Se il sole fosse stato più brillante e visibile, la superficie dell’acqua non sarebbe stata abbastanza scura e opaca per vedere il riflesso in quel modo. E ho ottenuto inoltre l’effetto luminescente giallo scuro che volevo. Adoro quella foto perché racchiude al tempo stesso la visione pianificata che volevo esaltata dalla magia dell’oceano, anche quando pensavo che tutto stesse andando storto.
Questo episodio mi ha ricordato di non scoraggiarmi mai e di quanto io debba essere grato per il fatto di poter nuotare nell’oceano e catturare ogni giorno qualcosa di bello.
Grazie mille Kal!
Kal Sullins è un fotografo con sede alle Hawaii specializzato in fotografia subacquea. È nato e cresciuto a San Diego, in California. Si è laureato con lode all’Art Center College of Design con un BFA in cinema ed è uno scrittore, regista e produttore di lungometraggi pluripremiato. I suoi dipinti astratti sono stati presentati nelle gallerie d’arte di Los Angeles. Vive con la moglie sulla costa nord di Oahu, dove si occupa di fotografia e videografia per clienti locali e internazionali.
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