Questa potente serie di ritratti esposti alla Fahey/Klein Gallery rivela scorci crudi e reali delle comunità più vulnerabili,
Rene, Prostitute, Figueroa Street, South Central LA, courtesy of Fahey/Klein Gallery, Los Angeles. 2024
Mark Laita, fotografo di Los Angeles, è noto per i suoi ritratti di grande impatto e per la sua meticolosa attenzione ai dettagli. Cresciuto a Detroit e Chicago, Laita ha scoperto la sua passione per la fotografia a quindici anni, documentando la popolazione dei senzatetto di Chicago, un progetto che si è evoluto nel corso di tre decenni.
Ha conseguito una laurea in fotografia presso il Columbia College e l’Università dell’Illinois a Chicago. Il lavoro di Laita è stato esposto a livello internazionale ed è presente in importanti collezioni pubbliche e private.
Questa potente di ritratti esposti alla Fahey/Klein Gallery serie rivela scorci crudi e reali delle comunità più vulnerabili, incoraggiando a considerare gli individui e le realtà che spesso non vengono visti.
Soft White Underbelly, una metafora della vulnerabilità, è nata dalla serie fotografica Created Equal di Laita del 2009. Questi nuovi ritratti, scattati su sfondi essenziali, spogli, evidenziano l’individualità e l’umanità dei suoi soggetti; enfatizzando le loro esperienze le fotografie di Laita rifuggono dal giudizio e si concentrano invece sulla narrazione. Ciascuna immagine riflette la vulnerabilità e la complessità della vita ai margini della società.
“A mio avviso, le mie video-interviste e i miei ritratti sono studi sul carattere che tentano di rivelare cosa c’è dietro alla nostra tendenza ad autodistruggerci, dietro alla nostra tendenza all’autodistruzione”.
Mark Laita.
Soft White Underbelly ci fa capire come una fotografia può costituire un documento dello stato di una persona in un momento specifico.
Il progetto Soft White Underbelly si è imposto all’attenzione internazionale grazie alle interviste video che lo accompagnano e che hanno totalizzato oltre un miliardo di visualizzazioni. Questa mostra offre l’opportunità di sperimentare queste opere in un nuovo contesto, da vicino e su una scala che consente una riflessione più profonda sulle storie che si celano dietro i volti.