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Davide Bertuccio (a destra) durante la serata di premiazione del Premio Canon Giovani Fotografi

Il silenzioso battito delle loro mani: intervista a Davide Bertuccio

Un reportage di Davide Bertuccio sulla vita di Claudio Madia – storico conduttore del programma televisivo L’albero azzurro che ora gestisce una casa/circo alle porte di Milano. Davide ha vinto il Premio Canon Giovani Fotografi 2020.

Francesco Carlini | 2 Ottobre 2020

Il Premio Canon Giovani Fotografi è uno dei concorsi italiani storicamente più importanti: dopo una “pausa di riflessione” di un paio di edizioni, Canon è tornata ad organizzarlo con svariati successi. Da questo concorso sono infatti usciti, non solo perché lo hanno vinto, grandi nomi della fotografia italiana..alcuni sono anche diventati Ambassador per Canon, altri per aziende differenti. Da un paio di anni Canon porta il suo Giovani Fotografi alla ribalta e su una piazza importante come quella del Festival Cortona On The Move: oltre alla premiazione, i vincitori possono contare sull’esposizione del loro progetto proprio in una delle sedi storiche di Cortona, solitamente aperta in via eccezionale durante il Festival dall’associazione On The Move.

Davide Bertuccio

Il vincitore di questa edizione è Davide Bertuccio con “Il silenzioso battito delle loro mani”, un reportage sulla vita di Claudio Madia – storico conduttore del programma televisivo L’albero azzurro che ora gestisce una casa/circo chiamato Circincà alle porte di Milano. Di giovane Davide ha solo l’età anagrafica, la sua produzione è quella del fotografo navigato ed infatti ha già una collaborazione importante con National Geographic..una cosa che non tutti possono vantare a 29 anni. Tra l’altro è un professionista che ha un metodo di lavoro già consolidato, un po’ fuori dagli schemi per il classico fotografo di reportage che vive soprattutto il momento: “Sul lavoro devo avere il controllo, devo sapere cosa poi troverò. Credo che una foto che funziona davvero non sia mai lasciata al caso.” E le sue proprio non lo sono, sono invece frutto di attenta osservazione e conoscenza del soggetto che ha di fronte, di fiducia, di rapporti umani che si creano con il tempo.

Davide Bertuccio (a sinistra) durante la serata di premiazione del Premio Canon Giovani Fotografi

La mia breve trasferta a Cortona On The Move mi ha dato la possibilità di incontrare Davide e scambiare due chiacchiere con lui.


Chi è ma soprattutto com’è Claudio?
Claudio Madia è stato il conduttore de L’albero azzurro, quel programma che era in tv quando eravamo piccoli. Dopo la fine della sua avventura in Rai è arrivata la crisi e ora, dopo mille difficoltà, ha cambiato completamente vita: ha trasformato la sua casa di Milano, l’unica cosa che gli era rimasta, in un piccolo circo dove organizza spettacoli ogni settimana. Insomma, è sempre alla ricerca di un pubblico. Ha una famiglia numerosa, tanti fratelli, tre figli maschi e una femmina. Sono tutti artisti tranne la figlia, che è scrittrice. Claudio non si è raccontato molto facilmente all’inizio, pensa che a volte si dimenticava persino gli appuntamenti! Per conoscerlo bene ci ho messo un po’, davanti alla telecamera ovviamente ci sa stare quindi non sapevi mai quando fingeva e quando no. Ma ora chiaramente è tutto diverso, si apre tantissimo. In quel periodo mi sono chiesto “Come posso raccontare una persona del genere?” e ho capito che dovevo descrivere Claudio anche attraverso la sua casa o alcuni particolari, non solo attraverso dei ritratti: alcuni oggetti, il fumo, un palloncino. Ho pensato di raccontarlo così, anche con immagini che di Claudio sono solo una metafora.

© Davide Bertuccio

Come è nato questo progetto?
Quasi per caso, stavo facendo un lavoro su un circo in Germania e mi è stato segnalato questo circo proprio a Milano. Mi ha incuriosito, ho visto lo spazio e mi sono detto “devo fare questa cosa” anche se ancora non sapevo “cosa”. Inizialmente ho pensato “Ma come faccio ed entrare nella casa di uno che ha fatto spettacolo in tv?”. Poi mi sono detto che avrei potuto usare la scusa dell’essere stato un grande fan de L’albero azzurro..e infatti è stato abbastanza semplice, tutte le persone di spettacolo sono anche un po’ vanitose se vogliamo. Poi pian piano l’abbiamo conosciuto, abbiamo preso confidenza e la maschera è caduta..gli abbiamo detto che in realtà L’albero azzurro non l’avevamo mai visto! Ci abbiamo riso su per un bel po’. Dico “abbiamo” perché lavoriamo in due: io curo la parte fotografica e il regista Jacopo Marzi la parte video. Uscirà infatti anche un docufilm su Claudio, mi sono affezionato a lui sin dall’inizio. Il titolo invece mi è venuto quasi per caso. Ero in casa e stavo fotografando verso il palco, mi sono girato per andare verso di lui e ho visto che stava facendo delle prove: un inchino nella direzione dove solitamente si siede il pubblico a vedere lo spettacolo..ma chiaramente non c’erano applausi. E tu, che stai guardando, in quel momento te li aspetti. E invece niente e nessuno, solo silenzio. Questa cosa mi ha colpito, l’ho visto con i miei occhi non l’ho ripreso con la macchina, ma quel momento mi è rimasto impresso nella mente. Lì mi è venuto il titolo “Il silenzioso battito delle loro mani”. Lui, come tutti i saltimbanco e gli artisti di strada, passa tutta la vita alla ricerca di un pubblico e alla fine se l’è addirittura disegnato in casa, per cui si può dire che un pubblico ce l’ha sempre..secondo me questa cosa è di una poesia incredibile. È un lavoro molto diverso dai miei altri: a livello emotivo è molto più empatico e vicino al soggetto.

© Davide Bertuccio

Come ti prepari per un servizio?
Ho sempre voluto fare il fotogiornalista e avere un linguaggio molto personale. Normalmente sono molto preciso nel lavoro, devo avere il controllo, devo sapere cosa poi troverò. Ad esempio tempo fa dovevo fare un servizio sulla pesca del pesce spada: per prepararmi sono andato a pesca in barca, con i pescatori che poi avrei fotografato, per sei mesi, in modo da capire quali sono i momenti migliori e le giuste posizioni di scatto..e soprattutto per non essere d’intralcio. Io sono abituato a lavorare così, credo che una foto che funziona davvero non sia mai lasciata al caso.

Hai un background fatto di lavori importanti, da quanto tempo collabori con altre realtà?
Lavoro come fotografo professionista da quattro anni, dal 2018 ho iniziato la collaborazione con National Geographic. Ho avuto anche una nomination al World Press Photo 6×6 Talent Program, per cui prima del premio Canon Giovani Fotografi ho avuto altri riconoscimenti. In ogni caso chi solitamente vince questo concorso è già conosciuto nel segmento professionistico..ma evidentemente non troppo in Italia. Si dice che siamo un Paese vecchio..ed è un po’ vero. Il National geographic mi ha seguito, non sapevano chi fossi, hanno solo visto i miei lavori e presto potrei anche essere pubblicato sul cartaceo. E allora mi chiedo “Perchè ho cosi facilità fuori già a 29 anni, mentre in Italia ancora no?”. È incredibile. Questo è il problema della fotografia: all’estero non guardano quanti anni hai o cosa hai fatto prima. Però questo premio però ti da una visibilità mostruosa, da quando sono stato proclamato vincitore del Canon Giovani Fotografi il telefono non ha mai smesso di squillare..io non amo essere al centro dell’attenzione, ma ammetto che è stato piacevole.


Potete visionare le immagini che compongono “Il silenzioso battito delle loro mani” sul sito di Davide Bertuccio, oltre chiaramente a tutti i suoi lavori di reportage. Se invece volete, e vi assicuro che dovreste, capire in prima persona chi sia Claudio Madia potete seguirlo e prenotarvi per i prossimi spettacoli dalla sua pagina Facebook Circincà.

davidebertuccio.com
instagram.com/davidebertuccio
facebook.com/circinca/


Le interviste a Cortona On The Move sono state possibili grazie alla disponibilità di Canon Italia. Per questo motivo vorrei esplicitamente ringraziare Paolo Tedeschi (Head of Corporate & Marketing Communication), Alessandra Rotta (Events & Media Planning Communication Professional) e Giada Brugnaro (PR & Events Marketing Coordinator) per la loro disponibilità.

Francesco Carlini
In primis appassionato di fotografia, dal 2008 faccio parte del team di Editrice Progresso, storica casa editrice italiana fondata nel 1894, e gestisco il sito www.fotografia.it. Al lavoro redazionale e giornalistico nel corso degli anni ho affiancato il lavoro di prova dei prodotti e delle misurazioni di laboratorio riguardanti fotocamere, obiettivi e smartphone.
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