Alla ricerca della massima definizione.
La fotografia di paesaggio, come quella di still life, cerca il massimo dettaglio fine per dare un’immagine che sia la più realistica e convincente possibile. Quindi per questi generi di ripresa dovreste cercare un corpo macchina che vada oltre a quello che oggi è lo standard, sui 20-26 Mpxl. Non che questi siano pochi, ma le alternative sui 36-60 mpxl sono anche meglio in vista di possibili stampe di grandi dimensioni, le uniche che rendono giustizia a questi soggetti.
Non è necessario andare su fotocamere aggiornatissime, perché qui parliamo di foto ragionate e in qualche modo preparate, per cui ve ne farete poco o niente dell’Eye AF più performante, dell’autofocus fulmineo e forse anche dello stabilizzatore da 8 diaframmi, visto che lavorerete di preferenza su soggetti fermi e da treppiede. Ecco quindi che una buona Reflex da 36 megapixel come una Nikon D800/D810 o una Pentax K-1/K-1 II andranno ancora oggi meglio di una Nikon Z6 o di una Sony A7 III, proprio grazie a quel 50% di pixel in più e all’affidabilità complessiva di questi modelli. Ciò non toglie che una Nikon Z7 oppure Nikon D850, una Lumix S1R o una Sony A7R IV siano ancora meglio per l’ulteriore margine nella risoluzione; in questi casi però stiamo parlando dei prodotti di punta del momento e non tutti ci potranno arrivare col budget.
D’altra parte, se si arriva a considerare un investimento sui 5.000 euro come quello richieste da una Sony A7R IV completa di obiettivo 24-70mm f/2,8, entrano in gioco anche le macchine di medio formato; con cifre del genere si possono infatti avere le due Fujifilm GFX 50S/50R e la Pentax 645Z, tutte da 51 Megapixel. Le Fuji sono mirrorless di concezione moderna e caratterizzate da un corredo ottico di prim’ordine; invece la Pentax è una reflex che dispone di un corredo ottico più ampio, seppure datato, grazie alla compatibilità con gli obiettivi del sistema Pentax 645 a pellicola, autofocus e manual focus. Essendo basate su sensori simili, ambedue prodotti da Sony, queste macchine dovrebbero dare risultati di base non troppo dissimili, fatte salve le differenze nel software e nella resa degli obiettivi. Certo, esistono anche reflex relativamente economiche nella categoria entry level del Full Frame, ma nel paesaggio potrebbero non dare quel margine di qualità che gli specialisti del settore si aspettano. Avendola provata di recente, ci sentiamo invece di consigliare caldamente la Nikon D780, anche abbinata allo zoom 24-120mm f/4. Qui si torna oltre i 2.500 euro, ma li vale tutti.
Se invece si dispone già di una reflex Full Frame di alta risoluzione come quelle citate (ma non solo), un regalo perfetto potrebbe essere un obiettivo più moderno e in grado di sfruttare meglio il sensore; infatti non sono infrequenti i casi si acquistano corpi macchina sempre più evoluti ma senza aggiornare gli obiettivi. In questi generi fotografici un obiettivo d’epoca può essere limitante, soprattutto perché nel campo degli zoom grandangolari e dei trattamenti antiriflettenti l’ottica ha fatto veramente passi da gigante negli ultimi dieci anni. Non è affatto raro che uno zoom 16-35mm o 24-70mm di progettazione recente surclassi perfino le ottiche professionali a focale fissa di vent’anni fa o più, per non parlare degli zoom. Provare per credere. Può essere che con l’obiettivo di vecchia generazione stiate sfruttando al 50% o poco più le capacità del vostro corpo macchina modernissimo. La questione si pone molto meno per le mirrorless, che sono tutte fornite di obiettivi recenti o recentissimi, ma in questi casi potrebbe esserci la voglia di espandere il corredo in fase di formazione; è il motivo per cui, volendo valutare un regalo natalizio, suggeriamo di considerare attentamente gli obiettivi.
Finora abbiamo preso in considerazione il Full Frame e il Medio Formato, che nella fotografia di paesaggio e nelle riprese in studio (still life e pubblicità) esprimono al massimo le loro prerogative, tuttavia suggeriamo di non escludere a priori i formati minori. Soprattutto quando ci si avventura in escursioni, magari in ambienti disagevoli, può tornare molto utile la maggiore trasportabilità di un corredo APS-C o M43.
Come detto, l’importante è puntare su sensori ad alta risoluzione, quindi 24-33 Mpxl per l’APS-C e 20 Mpxl per il Micro Quattro Terzi. Da notare che un’ammiraglia M43 come la Olympus OM-D E-M1 Mark III (con l’opzione Pixel Shift per aumentare la risoluzione) costa sui 2.500 euro completa di zoom standard professionale 12-40mm f/2,8, equivalente ad un 24-80mm, cioè la metà di una Full Frame di punta come la Sony A7R IV o la Lumix S1R, che con lo zoom standard sono sui 5.000 euro.
Invece, una professionale APS-C come la Fujifilm X-T3 da 26 Mpxl costa 1.550 euro con lo zoom 16-80mm f/4, equivalente ad un 24-120mm. Ancora più economiche, in questa fascia di caratteristiche tecniche e di prezzo, ci sono diverse ottime reflex APS-C, a partire dalla Nikon D5600. Qui l’importante è non lesinare sulla qualità dell’obiettivo, evitando di fermarsi allo zoom del kit amatoriale. È il caso di ragionare anche in questi termini, perché in effetti stare fra 2.500 e 5.000 euro può essere una cifra troppo elevata.
Alcune fotocamere permettono di eseguire riprese in Pixel Shift per aumentare la risoluzione effettiva eseguendo 4, 8 oppure 16 scatti. Ad esempio, la Olympus OM-D E-M1 Mark III può dare file da 50 megapixel pur avendo un sensore da 20 megapixel, e questo anche a mano libera.
Queste funzioni di super-risoluzione prevedono di eseguire più scatti mentre si sposta il sensore di un valore pari o inferiore al pixel.
Già con quattro scatti e spostamenti di un pixel del sensore, ciascun pixel dell’immagine risultante disporrà di tutte le informazioni sul colore, evitando l’interpolazione di questi dati. Così facendo, si ha un dettaglio fine più accurato pur non aumentando la risoluzione nominale dell’immagine. È la soluzione adottata da Pentax, sulle sue reflex della serie K-1. Invece con otto scatti separati da spostamenti di mezzo pixel si raddoppia la risoluzione lineare, quadruplicando i pixel. È quello che fa Panasonic con la sua Lumix S1R, che arriva così a 187 megapixel effettivi.
Al momento il record nella funzione Pixel Shift Multi Shooting è detenuto dalla Sony A7R IV, che con sedici scatti arriva a 240 megapixel con dati sul colore non interpolati.
Queste possibilità si applicano bene soltanto a soggetti statici, mentre con quelli in movimento si creano dettagli inesistenti o deformati; per questo il Pixel Shift si usa più che altro nel paesaggio e si consiglia caldamente l’uso del treppiede. Va ricordato che per gestire queste immagini sono richiesti computer potenti.