Richard Avedon lo definì “un genio, il maestro di tutti noi”, i suoi scatti hanno ispirato schiere di fotografi e influenzato la storia della fotografia. Eppure, il suo nome non è noto come le immagini che ha realizzato. Ora, a 125 anni dalla sua nascita, una mostra a Milano lo celebra e fa conoscere la sua straordinaria carriera al grande pubblico.
L’esposizione allestita nelle sale di Palazzo Reale ripercorre le tappe della vita di George Hoyningen-Huene (San Pietroburgo 1900 – Los Angeles 1968) e fa scoprire al visitatore l’evoluzione del suo approccio fotografico.
Tra cultura classica e avanguardie artistiche
Il giovane aristocratico, figlio del barone estone Von Hoyningen-Huene e dell’americana Anne Lothrop, cresce alla corte dello zar Nicola II ed è immerso nella cultura classica e circondato dal fermento delle avanguardie artistiche. Studia con insegnanti privati all’Hermitage di San Pietroburgo e frequenta, tra l’altro, il teatro Mariinskij, dove calcano le scene Michel Fokine e Anna Pavlova che incanteranno il mondo con i Balletts Russes di Sergej Djagilev, sulle musiche di Igor’ Stravinskij.
Erudito e poliglotta, Huene ha appena diciassette anni quando la rivoluzione bolscevica lo costringe a lasciare la Russia e a scappare con la famiglia a Londra, prima di trasferirsi nel 1920 a Parigi.
Nella capitale francese studia sotto la guida del pittore cubista André Lhote e diventa un assiduo frequentatore del Louvre dove si lascia affascinare dalle opere dell’antichità greca e romana.
Trova lavoro come comparsa cinematografica, una occupazione che gli permetterà di osservare da vicino il posizionamento delle lampade ad arco al carbonio per illuminare i volti e per dare vita alle scene filmate. Lezioni preziosissime che, più avanti, gli permetteranno di creare le atmosfere nelle sue immagini per Vogue.
Gli inizi fotografici
Entra facilmente a far parte della cerchia ristretta di Man Ray – con il quale collabora attivamente – e frequenta gli artisti di spicco come Salvador Dalì, Pablo Picasso, Francis Picabia Paul Eluard e Jean Cocteau.
È proprio da Man Ray che impara a fotografare quando, nel 1924, realizzano insieme una serie di ritratti delle donne più affascinanti di Parigi. La sua carriera è velocissima, nel 1926 viene nominato capo fotografo di Vogue Francia, carica che ricoprirà fino al 1936.
Si muove con disinvoltura tra i protagonisti della sua epoca e vive l’entusiasmo dei ruggenti anni Venti. Frequenta le Folies Bergère dove si esibisce Joséphine Baker che immortala nel 1927 in una serie di scatti iconici per Vanity Fair. Frequenta anche altri locali e conosce le più acclamate vedette della città. Fotografa Suzy Solidor, la leggendaria proprietaria di La Vie Parisienne che osava cantare di amori omosessuali e scandalizzava i benpensanti.
Nel 1928 le sue fotografie sono esposte al Premier Salon Indépendant de la Photographie tra i lavori di Berenice Abbot, Eugène Atget, Man Ray e altri grandi nomi. L’anno successivo si reca per la prima volta a New York e a Hollywood.
Fotografo dell’alta moda
George Hoyningen-Huene è tra i primi fotografi negli anni Venti e Trenta a cui viene affidato il compito di creare immagini per le case di haute couture di Parigi, tra cui Chanel, Balenciaga, Schiaparelli e per il gioielliere Cartier.
Lo stile delle sue fotografie è influenzato dall’arte classica e dal Surrealismo, presto diventa uno degli autori più affermati dell’epoca. Dalle pagine di Vogue e di Vanity Fair le sue fotografie fanno sognare il pubblico mostrando lo stile di vita invidiabile dei pochi privilegiati.
Huene ammira le immagini scattate da Edward Steichen, direttore dello studio di Vogue a New York, che considera “il più grande fotografo dai tempi dell’invenzione del mezzo fotografico”. Nel 1929, in occasione di una visita del fotografo americano a Parigi, ha l’opportunità di osservarlo all’opera e imparare da lui. Alcune immagini di Huene emulano l’estetica di Steichen, ma a poco a poco emerge un suo stile preciso.
L’iconica fotografia The Divers – scelta dagli organizzatori della mostra di Milano per tutta la comunicazione – fu scattata nel 1930 e ritrae due bagnanti (tuffatori) seduti su un molo mentre guardano l’orizzonte del mare. Siamo a Deauville? A Biarritz? Niente di tutto questo, siamo a Parigi sul tetto dello studio di Huene – al 65 di Avenue Des Champs-Élysées – e quello che sembra l’orizzonte è la balaustra del terrazzo. La grande padronanza del mezzo fotografico permise all’aristocratico russo di creare l’illusione del paesaggio marino.
I modelli ritratti di spalle che indossano i costumi Izod sono probabilmente Horst P Horst – collega e compagno di vita – e l’amica Lee Miller (sì, proprio lei, la modella, musa e amante di Man Ray che diventerà una grande fotografa di moda, poi inviata di guerra e si farà ritrarre da David Scherman nella vasca da bagno di Adolf Hitler a Monaco Di Baviera).
Horst, fotografo straordinario, l’anno successivo comincerà a pubblicare su Vogue e diventerà uno degli autori più importanti e acclamati, contribuendo alla storia della fotografia proprio come l’autore celebrato nell’esposizione.
La mostra
Realizzata in collaborazione con l‘archivio George Hoyningen-Huene, si compone di oltre 100 fotografie distribuite in 10 sezioni e accompagna lo spettatore alla scoperta dell’importanza che Huene ha avuto nell’evoluzione della fotografia di moda e della fotografia in generale.
Le prime stampe fotografiche in mostra sono esposte in modo da rendere visibile anche il retro, dove i timbri e gli appunti delle redazioni servivano a dare delle indicazioni sul loro utilizzo. Seguono le interessanti fotografie scattate ai Ballets Russes di Diaghilev, a Serge Lifar e Olga Spessivtzeva che danzano con i costumi disegnati da Giorgio De Chirico. Immagini che testimoniano il vivace contesto culturale dell’epoca, come i ritratti a Josephine Baker e Jean Barry che ballano al ritmo del jazz.
La sezione che esplora il fascino del corpo ideale, oltre a The Divers, include scatti di moda che rivelano l’interesse di Huene per l’antichità classica e l’estetica del corpo definito dalla scultura greca del V secolo a.c.
Ispirazioni classiche anche e ancora di più nelle immagini che ritraggono Sonia Colmer – iconico volto della maison Vionnet – con un pigiama che sembra un peplo svolazzante. L’effetto fu ottenuto posizionando la modella su una tavola inclinata ricoperta di tessuto nero sulla quale ogni piega del pigiama fu meticolosamente spillata dando l’impressione di movimento. Per la pubblicazione, Vogue decise di intitolare le immagini Bas Relief by Vionnet perché il risultato finale ricorda proprio dei bassorilievi.
Da Vogue a Harper’s Bazar
Dopo avere rotto la collaborazione con Vogue per una disputa contrattuale, nel 1935 Huene diviene il capo della redazione di Harper’s Bazar a New York. Inizialmente si divide tra Parigi e gli Stati Uniti, ma ben presto gli eventi storici gli fanno decidere di trasferirsi definitivamente a New York dove riesce a proseguire la sua carriera di fotografo.
Dal 1937 al 1943 condivide un appartamento nell’Upper East Side di Manhattan con Horst P Horst dove le pareti vengono abbellite con le opere d’arte degli amici Picasso, Bérard, Cocteau e altri.
La sala dedicata ai nudi maschili
Nella sala dedicata ai nudi maschili, sono esposte delle grandi stampe di corpi statuari nei quali il fotografo russo esprime e cita la sua conoscenza dell’arte classica e dell’archeologia greca. L’immagine intitolata Classic Greek Statue viene pubblicata da Vogue nel 1934 e raffigura un uomo muscoloso che posa come se fosse un telamone.
La fotografia ritrae presumibilmente Amor Benilla, un assistente di Huene che viveva con la moglie vicino alla casa per le vacanze in Tunisia. Huene aveva fatto costruire quel rifugio in riva al mare all’inizio degli anni Trenta spinto dal desiderio di sfuggire alla frenesia della vita cittadina.
Il periodo di Hollywood
L’ultima sala è dedicata al periodo di Hollywood dove Huene arriva invitato dell’amico regista George Cukor, con il quale inizia una assidua collaborazione cinematografica e una tenera relazione. Stringe amicizie con molte delle star dell’epoca – Joan Crawford, Sophia Loren e Ava Gardner, per citarne solo alcune – e dal 1954 al 1963 non si limita a fotografare, ma diviene coordinatore del colore per Cukor e altri registi di Hollywood.
I viaggi
Una sezione della mostra è dedicata ai viaggi in Tunisia, Algeria, Egitto e Grecia, dove il fotografo realizzò gli scatti poi pubblicati in cinque libri: African Mirage. The Record of a Journey (1938); Hellas (1943); Egitto (1943); Patrimonio messicano (1946) e Baalbek/Palmyra (1946).
Gli ultimi anni
Nel 1968, Huene è impegnato nella preparazione di un libro nel quale pubblicare i suoi scatti più belli e numerosi progetti fotografici, viene però colpito da un ictus e muore improvvisamente il 12 settembre nella sua casa di Los Angeles.
La relazione con Horst P. Horst, iniziata come storia d’amore, si era trasformata in solida amicizia durata tutta la vita. È infatti proprio a Horst che Huene lascia in eredità il suo prezioso archivio.
La mostra e il catalogo
La curatrice della mostra, Susanna Brown, ci informa che negli anni Ottanta Horst iniziò a realizzare stampe al platino-palladio per musei e collezionisti, esattamente come quelle che sono esposte sulle pareti di Palazzo Reale e valorizzano lo stile del fotografo.
L’esposizione accompagna il visitatore alla scoperta di questo straordinario autore anche con numerosi testi che spiegano e contestualizzano le immagini in modo approfondito.
Il bel catalogo è edito da Moebius e contiene una raccolta di immagini e saggi di diversi studiosi. Pagina dopo pagina si celebra l’eredità di un maestro del passato le cui fotografie continuano ad avere una grande rilevanza ancora oggi.
George Hoyningen-Huene ha definito l’approccio agli scatti di moda come forma d’arte lasciando un segno indelebile nella storia della fotografia. Il libro è stato curato da Susanna Brown – già curatrice del Victoria & Albert Museum di Londra – ed è un testo importante da leggere, consultare e conservare per chiunque ami la fotografia.
Enzo Dal Verme
George Hoyningen- Huene. Glamour e Avanguardia
Palazzo Reale, Milano, fino al 18 maggio 2025
Orari: 10:00 – 19:30. Giovedì 10:00 – 22:30. Lunedì chiuso
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)
Biglietto € 15
https://mostrageorgehh.it/