E’ stato emesso e eseguito un sequestro di immagini esposte presso il Modern Art Museum di Fort Worth, immagini che non saranno più visibili al pubblico mentre l’indagine è in corso.
Queste immagini le avevamo pubblicate su Zoom negli anni Ottanta senza suscitare reazioni di alcun tipo, ma ora nel clima creato dall’elezione di Trump in USA si respira un’aria diversa.
L’artista non ha commentato. Anche un funzionario del Dipartimento di Polizia di Fort Worth non ha risposto a una richiesta di dettagli.
“È stata presentata una richiesta di informazioni su quattro opere d’arte della mostra temporanea Diari di casa – ha dichiarato un portavoce del museo Modern Art Museum of Fort Worth. Queste opere sono state ampiamente pubblicate ed esposte per più di 30 anni in importanti istituzioni culturali in tutto il Paese e nel mondo”.
La mostra “Diaries of Home” è visibile fino al 2 febbraio e comprende altri 12 artisti, tra cui LaToya Ruby Frazier, Nan Goldin, Deana Lawson, Catherine Opie e Carrie Mae Weems.
Nella campagna orchestrata dalla destra americana, il Dallas Express è arrivato a pubblicare un articolo in cui si chiedeva se importanti sostenitori del museo finanziassero la pornografia infantile. Secondo quanto riportato da Glasstire, l’Express è di proprietà di Metric Media News, che secondo la Columbia Journalism Review ha legami con il movimento Tea Party. Un articolo di D Magazine del 2021 fa il nome di Monty Bennett, ricco sostenitore di Trump, come proprietario dell’Express.
L’avvocato di Dallas Thomas S. Leatherbury è intervenuto affermando che il precedente più vicino al polverone sollevato potrebbe essere la crociata dell’allora sindaco di New York Rudy Giuliani contro il Brooklyn Museum per la mostra “Sensation” del 1999-2000, che comprendeva un’immagine della Vergine Maria dell’artista britannico Chris Ofili che incorporava elementi collage di riviste pornografiche e sterco di elefante. Giuliani ritirò il finanziamento comunale, ma perse la battaglia quando un giudice gli ordinò di ripristinarlo.
Secondo Leatherbury, “le persone che si lamentano non considerano il test per la pornografia infantile o l’oscenità stabilito nella causa Miller contro la California, e non valutano se l’opera ha un apprezzato valore artistico, letterario o sociale”.
Peter Steffensen, professore di diritto presso la School of Law della Southern Methodist University di Dallas, ritiene che per incorrere nei rigori della legge l’opera deve raffigurare una condotta sessuale in modo palesemente offensivo.
Julie Trébault, direttore di Artists at Risk Connection, ha commentato: “L’esecuzione di un mandato che prende di mira l’opera di Sally Mann e la possibilità di un procedimento penale che coinvolga il Modern Art Museum di Fort Worth costituiscono un allarmante tentativo di censurare l’arte.
Se i musei e gli operatori culturali sono costretti a evitare l’esposizione di opere d’arte audaci o provocatorie per paura di ripercussioni legali, rischiamo un aumento dell’autocensura e di minare l’essenza stessa dell’arte: sfidare, provocare e ispirare.”
Pubblichiamo qui anche un video su Sally Mann realizzato da Graeme Williams.
“All’inizio della sua carriera Sally Mann si è occupata di soggetti personali, come fotografare i suoi figli. Quando queste fotografie furono pubblicate, il suo lavoro fu definito immorale. In seguito, quando fotografò il Sud e i campi di battaglia della guerra civile, fu accusata di sentimentalismo. Quando tentò di affrontare le complessità razziali del Sud, fu accusata di sfruttare i suoi soggetti neri e di proteggere la sua identità bianca del Sud.
La caratteristica costante del suo lavoro è però la ricerca della bellezza, dell’eleganza estetica.”