Dopo quattro anni di silenzio, e tante nuove tecnologie presentate, Sony aggiorna la sua ammiraglia presentando Sony A1 II: non lo stravolgimento di un progetto già vincente bensì un aggiornamento ai tempi moderni.
Sony A1 è stata forse la mirrorless più importante dell’era moderna. No, non sto esagerando: questa macchina, quattro anni or sono, ha effettivamente messo una pietra tombale sul segmento reflex una volta per tutte là dove ancora eccelleva come prima scelta. A1 è stata la dimostrazione che la tecnologia senza specchio poteva effettivamente soppiantare tutti gli altri modelli non solo per qualità del file e per prestazioni ma soprattutto per affidabilità, nonostante all’occhio potesse non sembrare. Da quel momento in poi anche tutti gli altri produttori hanno cominciato la ricerca del proprio Graal, un modello che fosse talmente versatile da poter essere utilizzato in praticamente ogni ambito.
Con Sony A1 II l’azienda giapponese punta quindi a consolidare una posizione, senza stravolgimenti particolari, puntellando una macchina già di per sé ottima ed introducendo due novità in termini di specifiche e di ergonomia del corpo basandosi sui feedback dei professionisti. Come sempre però parliamo di una nicchia molto ristretta, un professionista che principalmente collabora con le agenzie ed è “costretto”, a seconda dell’assignment, a lavorare da solo e con un unico corpo macchina. E questo deve saper fare bene praticamente tutto potendo contare su specifiche che vanno dall’alta risoluzione alla velocità, passando per il video. Negli ultimi quattro anni Sony ha presentato nuove soluzioni e nuove funzionalità che hanno reso questo aggiornamento necessario ma, come ho detto inizialmente, non a stravolgere il progetto iniziale. Nel mentre la concorrenza si è mossa molto bene, leggasi Nikon e Canon con le loro Nikon Z8 e Canon EOS R5 II che sono andate a pareggiare quanto offriva Sony A1. Dal secondo modello quindi ci si aspettava quindi molto; l’unica cosa certa è che non avrebbe avuto un Global Shutter, in quanto 50 Mpxl sono ancora troppi per renderlo possibile..anche se non nego di averci ingenuamente sperato.
Come si posiziona quindi ora Sony A1 II?
EOS R5 Mark II | Nikon Z8 | Sony A1 II | ||||
Sensore | — | BSI-CMOS Stacked | — | BSI-CMOS Stacked | — | BSI-CMOS Stacked |
Risoluzione | — | 45 Mpxl | — | 45 Mpxl | — | 50 Mpxl |
Processore | — | Digic X + Digic Accelerator | — | Expeed 7 + 3D Tracking | — | Dual Bionz XR + AI |
ISO | — | 100-51200 | — | 100-25600 | — | 100-32000 |
ISO ext | — | 50-102400 | — | 50-102400 | — | 50-102400 |
IBIS | — | 8.5 stop | — | 6 stop | — | 8.5 stop |
EVF | — | 5760000 + Eye Control | — | 3686400 | — | 9437000 |
Display | — | 3” orientabile | — | 3” articolato | — | 3.2″ articolato |
AF | — | 1053 punti + Action Priority | — | 493 punti + 3D Tracking | — | 759 punti + AI |
Raffica | — | 30 fps | — | 30/60/120 fps | — | 30 fps |
Video | — | 8K/60p | — | 8K/30p | — | 8K/30p |
Memoria | — | Dual SD UHS-II + CFexpress B | — | Dual SD UHS-II+ CFexpress A | — | Dual SD UHS-II + CFexpress A |
Dimensioni | — | 138.5 × 101.2 × 93.5 mm | — | 144 x 119 x 83 mm | — | 129 x 97 x 81 mm |
Peso | — | 656 g | — | 930 g | — | 737 g |
Come si può notare, sulla carta, siamo di fronte a tre modelli che offrono praticamente le stesse (o quasi) caratteristiche e che si danno battaglia sullo stesso campo. Canon e Nikon sono riuscite a colmare un gap evidente e sicuramente erano alla finestra per capire quale sarebbe stato lo step evolutivo di A1 II, saranno quindi felici di notare che la rincorsa è davvero finita e da ora in poi si giocherà ad armi pari partendo dallo stesso blocco di partenza. Le differenze si devono andare a ricercare nelle soluzioni adottate per far sì che la macchina sia un effettivo prolungamento della mano del fotografo, consentendogli di avere a disposizione tutto ciò che gli serve sul campo. E, rispetto ad A1, sono effettivamente molte anche se di primo acchito potrebbe non sembrare. Già immagino quali saranno le prime recriminazioni ma, come sempre, bisogna andare oltre.
Partiamo da qui. Le grandi novità che si affacciano nel mondo Alpha sono principalmente due, uniche su questo modello. La prima è l’IBIS, che arriva a toccare gli 8.5 stop al centro ed i 7 stop ai bordi del fotogramma con ottiche non stabilizzate, rendendo praticamente impossibile il mosso ed il micromosso a meno di grossolani errori da parte del fotografo. Valore questo che si rendeva necessario aggiornare soprattutto guardando altri brand come Canon che a luglio scorso è arrivata alla stessa compensazione con EOS R5 II. La seconda è la velocità di trasferimento Lan che passa da 1 Gbps a 2.5 Gbps e che va ad affiancarsi al già presente Wi-Fi 802.11ac 2×2 MIMO (Multiple Input, Multiple Output), quindi gestito con due antenne e due distinti flussi che lavorano in contemporanea per la comunicazione dei dati. A fronte di queste due “prime” ci sono anche gli aggiustamenti, i dettagli, che mettono in mostra come Sony si sia concentrata sulle piccole cose, quelle fondamentali per rendere un’ammiraglia il più operativa possibile.
Pur rimanendo pilastri fondamentali il sensore Stacked Exmor RS da 50 Mpxl ed il doppio processore Bionz XR, è l’aggiunta dell’AI Processing Unit a dare una marcia in più, in primis alla qualità dell’immagine. La riproduzione del colore ma soprattutto il calcolo esposimetrico ed il bilanciamento del bianco automatico sono stati migliorati di circa il 20% grazie ad un nuovo algoritmo in grado di rilevare i toni della pelle del soggetto inquadrato e di bilanciarli con l’ambiente circostante. Anche il segnale del rumore è meglio analizzato: nonostante il valore base sia fermo ai 32000 ISO, a partire dai 6400 ISO ed in tutti i valori mediani, la grana viene abbattuta e la nitidezza aumentata sui volti rilevati. Rimanendo in tema viene aggiunta una modalità che si siede accanto al classico Pixel Shift Multi Shooting: la nuova NR Shooting in grado di generare un’immagine con un bassissimo rumore. Il come è semplice: con il software Imaging Edge Desktop si potranno fondare assieme da un minimo di 4 ad un massimo di 32 immagini in formato Raw, scattate anche a mano libera, per creare un file che sia migliore possibile.
Ma chiaramente, quando si parla di AI, non si può non arrivare alla Human Pose Estimation che ha fatto il suo debutto su Sony A7R V. Derivata dallo Skele Track Tracking System di Hawk-Eye Innovation, tecnologia basata su algoritmi AI e utilizzata per tracciare i movimenti degli sportivi, questo rilevamento AF è in grado di riconoscere la figura umana analizzando 18 punti sensibili del suo corpo: partendo dall’analisi della postura è in grado di stabilire la posizione degli occhi anche se il soggetto è di profilo o se il suo volto è coperto da occhiali da sole o da copricapi di vario genere e dimensioni. Inoltre ne tiene traccia anche se questo dà le spalle all’obiettivo. Grazie agli algoritmi vengono quindi introdotte altre casistiche che su A1 non c’erano: animali, uccelli, insetti, treni, auto ed aeroplani, rilevabili ora sia in foto che in video. Su A1 II però, rispetto al passato, il rilevamento è più veloce del 30% per umani e animali e del 50% per gli uccelli. Inoltre fa la sua comparsa anche una modalità “Auto”, ovvero di rilevamento automatico: quando azionata, il sistema capirà da solo se si trova davanti ad una persona o ad un soggetto differente senza doverlo cambiare quindi da menù.
Arriviamo alla velocità. Il sistema AF è lo stesso, con 759 punti a rilevamento di fase e di contrasto che coprono il 92% circa del sensore. Qui sono state aggiunte alcune caratteristiche di Sony A9 III. Una è la possibilità di avere più aree come una XS ed una XL, così come la possibilità di averne di “Custom” (personalizzabili) per dimensione e forma andando ad agire sulle ghiere di controllo, un po’ come avviene anche sui corpi macchina Canon tanto per intenderci. Ma le opzioni più interessanti sono operative e sono pensate per la raffica che va da un minimo di 5 fps ad un massimo di 30 fps. La prima è il Pre Capture che si attiva premendo la mezza corsa del pulsante di scatto e fa sì che la macchina cominci a salvare nel buffer le immagini: si potrà programmare da 0.3 secondi ad 1 secondo e, una volta premuto a fondo il pulsante, la verranno salvati nella scheda tutti i fotogrammi presenti nel tempo stabilito. Di pari importanza la seconda: il Continuous Shooting Speed Boost. Con questa modalità si può variare la cadenza di scatto durante la raffica; premendo il tasto dedicato C5 sul fronte si può passare automaticamente da una raffica bassa (ad esempio 15 fps) alla massima di 30 fps, anche se abbiamo già premuto la mezza corsa del pulsante di scatto. A causa di questa miriade di foto che si andranno ad accumulare nelle schede, in Sony hanno pensato ad una nuova riorganizzazione dei playback. Ora infatti si possono marcare con un rating differente due scatti della stessa raffica: il primo è quello acquisito dalla mezza pressione del pulsante di scatto, il secondo quello derivante dalla sua piena pressione. In questo modo si avrà una galleria ordinata e sarà molto più facile selezionare una determinata scena andando a richiamare solo l’immagine di apertura marchiata dall’*.
Anche lato video l’upgrade potrebbe sembrare limitato, dato che si passa solo dal formato 8K/30p 4:2:0 10 bit al 8K/30p 4:2:2 10 bit, ma anche qui ci sono nuove funzionalità ereditate non più come in passato dalla linea A7S ma dalle più aggiornate A9 e ZV. In tema di stabilizzazione, grazie al chip AI, all’Active Mode vengono aggiunti anche il Dynamic Active ed il Framing Stabilizer di Sony ZV-E1: nel primo caso per potersi riprende in maniera più efficace a mano libera, nel secondo per rimanere centrati all’interno del frame qualora mancasse un secondo operatore poiché il sistema inquadra il soggetto all’interno di una cornice e ne segue i movimenti lungo tutto il campo inquadrato. Queste modalità sono anche state migliorate di circa il 20% rispetto al passato. Ovviamente il chip sblocca anche tutte le casistiche di riconoscimento in video: se su A1 si aveva solo il riconoscimento umano, su A1 II si hanno anche animali, uccelli, insetti, auto, treni ed aeroplani. E poi, oltre al classico S-Cinetone, si possono importare fino a 16 Lut personali.
Novità anche lato corpo. Sony si è concentrata in prima battuta sull’ergonomia, piccoli dettagli che però si “sentono”: il pulsante di scatto è stato spostato in posizione più prominente ed il grip e l’impugnatura è stata smussata, il tutto per rendere più salda la presa e comodo il puntamento. Il mirino è sempre lo stesso invece, un pannello OLED QXGA da 9.44 milioni di punti ed ingrandimento 0.9x che ora riesce però a raggiungere il refresh rate di 120 fps mantenendo la massima risoluzione (su A1 si fermava a 60 fps).
Novità anche il display posteriore TFT LCD Touch da 3.2″ che finalmente è con cerniera a 4 assi, quindi non più solo basculante ma anche estraibile ed orientabile. Aggiornate anche le porte e la velocità di connessione. HDMI di tipo A e presa USB-C tipo II hanno ora un nuovo alloggiamento per permettere di non intralciare il posizionamento e l’aggancio di accessori; ma è la porta LAN ad essere interessante dato che passa da 1 Gbps a 2.5 Gbps. Come su A9 III troviamo poi un piccolo microfono dedicato al Voice tag subito sotto al display.
La mia amata pista di motocross mi ha sicuramente fatto apprezzare quello di cui prima si sentiva la mancanza e che oggi è diventata quasi una necessità. Mi riferisco a soluzioni come il Pre Capture ed il Continuous Shooting Speed Boost sono essenziali quando ci si trova di fronte ad azioni imprevedibili; saper di poter contare sulla massima raffica alla sola pressione di un tasto è una garanzia maggiorata dalla certezza di poterla cambiare anche quando si ha già il dito sul pulsante di scatto. Così come il rilevamento di molteplici soggetti e casistiche grazie al chip AI, necessario su un simile modello. In questo caso la modalità Auto, quella che permette alla macchina di riconoscere autonomamente il soggetto che ha di fronte, mi è sembrata abbastanza affidabile anche se credo sia destinata principalmente a chi fa dell’imprevedibilità non solo una questione di azioni sportive bensì una vera routine. Mi rivolgo a chi fa reportage sul campo ad esempio, che non sa mai cosa si troverà di fronte e che potrebbe non avere il tempo di azionare una ghiera manualmente.
La miglior resa dei colori si può invece apprezzare solo se si proviene da un modello Alpha precedente ad A7R V, il chip li gestisce bene, così come il rumore che rispetto ad A1 sembra minore in condizioni di scatto similari. Stesso discorso per la gestione del bilanciamento del bianco e dell’esposizione che sembrano più precisi rispetto al modello di quattro anni fa.
Non possono però bastare una manciata di giorni per poter fare il punto su un simile modello, bisognerebbe metterla alla corda in molteplici situazioni di scatto per poterne apprezzare davvero la versatilità. In realtà ciò di cui mi accorgo sempre più utilizzando una A1 è come sia riuscita ad abbattere il timore reverenziale che solitamente si ha nei confronti delle ammiraglie..perché in realtà non lo sembra. Non mi riferisco alle specifiche, che comunque sono da prima della classe, è proprio la sensazione che si ha quando la si prende in mano, come se fosse una macchina normalissima. E questo, al netto di chi storcerà un po’ il naso, è proprio il suo pregio: la discrezione unita alla consapevolezza di avere con sé un prodotto abbastanza totale. Ma, tornando alla frase iniziale, l’idea che possa essere adatta a tutti è chiaramente un’illusione. Neanche io probabilmente saprei sfruttarla al meglio delle sue possibilità essendo focalizzata su chi, di mestiere, deve saper fare proprio tutto: dal reportage agli eventi passando per lo sport ed il ritratto.
La tabella iniziale credo debba far riflettere (e metto subito le mani avanti perché già immagino che qualcuno starà “mugugnando”): siamo effettivamente arrivati ad un breakeven di prestazioni dalle quali difficilmente ci scosteremo a breve. Sony, che dieci anni fa è stata la prima a credere nel mercato Mirrorless Full Frame e che poi si è alzata sul sellino e ha staccato la volata grazie alle sue innovazioni, è stata ora raggiunta dal gruppone inseguitore. Ed è del tutto normale che sia così, era inevitabile accadesse prima o poi. E ora? Ora di conseguenza l’attenzione si sposta sull’essenziale..che poi, alla fine, è sempre quello che fa la differenza. E credo che Sony con A1 II faccia proprio questo: puntellare la sua ammiraglia con soluzioni richieste dalle necessità del campo. La tecnologia credo sia arrivata nuovamente ad un suo culmine, difficilmente vedremo tanto presto altri grandi scossoni.