Avete mai pensato di poter viaggiare con una fotocamera medio formato da 100 Mpxl? E magari con un teleobiettivo fisso da 250mm?
Quello che segue è l’inusuale viaggio test della nuova ammiraglia di Fujifilm GFX 100 II in compagnia del teleobiettivo Fujinon GF 250mm, una mirrorless medio formato che ha raggiunto caratteristiche che le permettono di uscire dal suo classico habitat naturale: lo studio.
Perchè un viaggio cosi vincolato? Perché scegliere un kit che di primo acchito non sembrerebbe proprio il più adatto? La risposta è semplice: spesso ci standardizziamo e pensiamo che per un genere fotografico si debba per forza stringere il cerchio su una sola categoria di fotocamere ma non è sempre così. Uscire dal coro ci permette di toglierci delle belle soddisfazioni e di mettere alla prova il nostro modo di fotografare.
Fujifilm GFX 100 II è una fotocamera mirrorless di medio formato che porta avanti l’eredità della serie GFX con miglioramenti significativi nelle sue specifiche tecniche.
Il sensore è un X-Trans CMOS 2 HS (High Speed) da 102 megapixel, mantenendo la stessa risoluzione del modello precedente GFX 100. Tuttavia, questo nuovo sensore beneficia di miglioramenti nella struttura retroilluminata che permettono una migliore gestione del rumore e una gamma dinamica più ampia, tutto preso in prestito dalla sorellina X-H2s..ma in versione “grande”. Inoltre è dotata di un otturatore meccanico con cui riesce a spingersi fino alla velocità di 8 fps con tempi di posa che vanno dai 60 minuti ad un massimo di 1/4000s e di un otturatore elettronico fino a 5 fps e un tempo di scatto di 1/32000s.
Velocità mai viste prima su una medio formato con cui è facile farsi prendere ‘’il dito’’ e iniziare a mandare volumi importanti di file (il Raw va da un minimo di 60 MB in versione compressa ad un massimo di 200 MB senza compressione con 16 bit di profondità) allo slot CFexpress o SD UHS-II con l’implementazione della possibilità di registrare direttamente su un SSD esterno tramite USB-C.
Qui entra in gioco il nuovo processore X-Processor 5 che garantisce prestazioni velocistiche migliorate rispetto ai modelli precedenti e la capacità di gestire il grande volume di dati, contribuendo a una messa a fuoco automatica più rapida e precisa.
Il sistema autofocus ibrido con algoritmi di Intelligenza Artificiale, che combina rilevamento di fase e contrasto, è stato ulteriormente perfezionato per offrire una copertura quasi totale del sensore grazie a ben 425 punti. Grazie a ciò GFX 100 II è in grado di seguire soggetti in movimento con maggiore precisione, merito anche dei miglioramenti nel rilevamento del volto e degli occhi che permettono di avere raffiche sempre a fuoco anche con soggetti in movimento sfruttando tutti gli 8 fps.
Non solo messa a fuoco ma anche assenza di mosso in caso di scatti a mano libera grazie al sistema di stabilizzazione dell’immagine (IBIS) a 5 assi integrato nel corpo macchina che offre fino a 8 stop di compensazione, utile anche per ridurre le vibrazioni durante le riprese video a mano libera dove si spinge alla risoluzione di 8K a 30 fps e 4K a 60p in formato 4:2:2 a 10-bit con profili colore F-Log e HLG.
Ampliati anche i formati di registrazione cinematografica, tra cui Premista, 35mm e anamorfico (35mm) quando si usano questi obiettivi di questo tipo tramite un anello adattatore.
Tutto ciò viene visto attraverso il mirino elettronico (EVF) rimovibile con tilt adapter e una risoluzione di 2048 x 1536 pixel e frame rate a circa 120 fotogrammi al secondo, sufficienti per tenere il passo con i soggetti in rapido movimento. Naturale poi che appoggiando l’occhio al mirino la visione sia estremamente nitida e dettagliata sia in ambienti con scarsa luce che luminosi come in esterno.
Il display LCD posteriore da 3,2 pollici è inclinabile e touch-screen, facilitando l’accesso ai menu e la revisione delle immagini.
Il corpo di GFX 100 II è costruito in lega di magnesio, garantendo resistenza e durabilità. È completamente resistente a polvere e umidità, adatta all’uso in ambienti difficili. Nonostante le dimensioni medio formato (152 x 117 x 99 mm) e il peso di circa 1 kg, l’ergonomia è stata studiata per assicurare una presa confortevole ed un utilizzo prolungato senza affaticamento.
La fotocamera supporta diverse opzioni di connettività, tra cui Wi-Fi e Bluetooth, per una facile condivisione e trasferimento delle immagini grazie all’app dedicata di Fujifilm e condivisa con le altre fotocamere del brand.
Come da tradizione Fujifilm, GFX 100 II offre una vasta gamma di simulazioni pellicola, tra cui Velvia, Provia, Acros, Classic Neg. (solo per citarne alcune) ma soprattutto la nuova REALA ACE.
Viaggiare con Fujifilm GFX 100 II e il Fujinon GF 250mm F4 R LM OIS WR non è stato come portare a spasso una compatta con ottica fissa da 35mm. In primis il peso dell’attrezzatura si fa sentire, inoltre in zone turistiche non si passa per nulla inosservati, con tutti i pro e i contro del caso. Anche sistemare l’attrezzatura prevede uno zaino adatto e comodo quando con una compatta basterebbe una piccola borsa, non ultimo anche la mole di file ci costringe a portare una buona scorta di schede di memoria (preferisco sempre più schede piuttosto che una sola che, in caso di malfunzionamento, manderebbe alle ortiche un intero lavoro o viaggio).
Ma ci sono anche dei pro. In primis il modo di vedere le cose che cambia radicalmente: siamo abituati a documentare viaggi con visioni grandagolari (24mm-35mm su Full Frame) complici anche gli smartphone di oggi ma in questo caso dobbiamo cambiare il modo di pensare i nostri scatti.
Una bella sfida quella di utilizzare come ottica da viaggio un 200mm equivalenti! Ci terrà lontani da pozzanghere che sembrano laghi ma ci aprirà le porte della compressione dei piani. Questo sensore riesce a garantire una tridimensionalità delle immagini difficile da raggiungere e ne premia la nitidezza, senza il classico effetto ‘’impastato’’ dovuto alla distanza tra soggetto e fotocamera, tipica di quando si usano superzoom o teleobiettivi spinti.
La messa a fuoco e sempre precisa anche quando i soggetti sono vicini, come ad esempio il nostro gatto che cercava di esplorare un giardino di un bar nella penisola del Gargano. Stesso discorso anche quando i soggetti sono lontani e piccoli, come un windsurf in mezzo al mare; qui l’algoritmo dell’intelligenza artificiale ha agganciato il soggetto senza mai perderlo durante la raffica, seguendo l’azione senza indugio. Complimenti a Fujifilm dato che l’immagine era prettamente uniforme ed in questo caso la messa a fuoco sarebbe potuta andare in crisi.
Anche settare la fotocamera durante il viaggio è rapido e intuitivo, ha un design pulito con i comandi essenziali tutti a portata di dito e il tasto Q che permette velocemente di accedere alle principali impostazioni senza entrare nel menù. Inoltre nella ghiera PSAM sono presenti ben sei modalità di scatto personalizzabili permettendoci di muoverci in tutte le situazioni senza lunghe pause per strada a guardare a testa china nel display.
Sembra un paradosso ma può capitare di essere ‘’lontani’’ anche con un obbiettivo da 250mm ma a salvarci interviene sempre il sensore da 102 megapixel. La nitidezza delle foto che riesce a generare lascia solo immaginare quanto ci possiamo addentrare nella maglia di pixel muniti di “forbice”.
Dimezzando l’immagine abbiamo ancora un file da 50 Mpxl, pari alla maggior parte delle mirrorless professionali odierne; tagliando ancora una volta si arriva ad un valore di 25 Mpxl. Senza dimenticare la qualità del sensore medio formato che in questo genere di post produzione ha una marcia in più. Quasi scontato dirlo ma elaborare un file raw da 200 MB permette delle performance incredibili quando si tratta di lavorare in situazioni difficili su alti luci e ombre. Posso solo immaginare il piacere di chi vada oltre il digitale e decida di stampare le proprie immagini di viaggio su supporti di grandi dimensioni, roba di lusso.
Questa sfida, se così la vogliamo chiamare, è per sottolineare come Fujifilm GFX 100 II rappresenta una svolta nel mondo del medio formato grazie alla sua versatilità. Il progetto soddisfa le esigenze dei fotografi più esigenti, sia nel campo della fotografia di paesaggio che in quello del ritratto e della moda. La sua costruzione robusta e l’ergonomia raffinata la rendono uno strumento versatile e affidabile in ogni situazione tanto da poter essere pensata anche per la fotografia d’azione senza pretendere di essere un ammiraglia sportiva. Ma siamo solo all’inizio di questa svolta.