Le fedeli ricostruzioni di Giancarlo Zanardo nelle fotografie di Antonio Zuccon, con la storia di Giovanni Battista Caproni.
Il libro “ La leggenda continua…” che fa seguito a “L’alba del volo”, è nato dalla collaborazione tra il fotografo Antonio Zuccon e Giancarlo Zanardo, con i testi di Roberto Tomadini, autore anche delle accurate didascalie.
Antonio Zuccon, affermatosi con le sue Quadrigrafie, ha realizzato la nota serie “I Piccoli Borghi” 10 libri sui piccoli centri del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.
Giancarlo Zanardo ha riprodotto fedelmente anche il Caproni CA 3, il più grande bombardiere della Prima Guerra Mondiale: questo è l’unico esemplare al mondo in grado di volare. Ha partecipato a Pratica di Mare per la festa dei 100 anni dalla fondazione dell’Aeronautica Italiana; decollato dal Campo di Volo di Nervesa della Battaglia della Jonathan Collection e ha fatto tappa prima a Ravenna poi a Foligno, per arrivare successivamente a Pratica di Mare, per la festa del 19 giugno.
Giancarlo Zanardo, pilota e appassionato di aviazione, si è dedicato a ricostruire aerei che hanno fatto la storia del volo; tra i dieci esemplari ricostruiti – tutti di pregiata costruzione tecnica – vi è il monoplano Bleriot Xl, primo aereo a trasvolare la Manica nel l909 (evento celebrato 80 anni dopo da Giancarlo Zanardo con un raid in un gruppo di 10 velivoli storici italiani e inglesi).
Ma soprattutto vi è la ricostruzione del Flyer con cui i fratelli Wright nel 1903 hanno iniziato la storia dell’aviazione: evento celebrato a Guidonia da Giancarlo Zanardo decollando nello stesso giorno cento anni dopo. Un evento questo tanto eccezionale da aver suscitato l’ammirazione di un importante scienziato della Nasa.
La storia di Giovanni Battista Caproni
Protagonista della storia dell’aviazione è stato certamente l’italiano Giovanni Battista Caproni”, nato il 3 luglio 1886 a Massone, allora territorio austriaco oggi frazione di Arco in provincia di Trento; dopo gli studi superiori a Rovereto si laurea in ingegneria civile al politecnico di Monaco di Baviera nel 1907 e nel 1908 consegue una specializzazione in ingegneria elettrotecnica a Liegi, in Belgio. Proprio durante la sua permanenza a Liegi, Caproni assiste a una dimostrazione dei fratelli Wright e in quell’occasione scocca la scintilla: non solo della passione per il volo, ma anche del sogno di volare su un mezzo da lui stesso ideato, progettato e costruito.
Tornato a Massone verso la fine del 1909 costruisce, insieme al fratello Federico, il suo primo biplano a motore e dopo pochi mesi si trasferisce a Cascina Malpensa dove ottiene il permesso dal Genio Militare di Milano di effettuare “esperimenti di aviazione”. Verso la fine del 1910 però, il Genio Militare gli ordina di sgomberare l’area e così Caproni è costretto a trasferirsi a Vizzola Ticino (VA), dove continua lo sviluppo dei biplani e anche dei monoplani, che vengono prodotti in piccole serie.
Qualche anno prima dello scoppio della Grande Guerra, intuisce che la nascente aviazione militare sarebbe stata l’arma che avrebbe segnato la differenza in un futuro conflitto armato: un grande aereo spinto da potenti motori avrebbe potuto portare a bordo un considerevole numero di bombe, un bombardiere, appunto. Ma per realizzare questa idea e indispensabile trovare finanziatori. Arriviamo così all’inizio dell’estate del 1913: l’lng. Caproni gestisce, con il sostegno finanziario del socio Luigi Faccanoni, la sua piccola azienda aeronautica con annessa scuola di pilotaggio.
A seguito dell’esito negativo di un concorso indetto dall’Aeronautica Militare per la realizzazione di un nuovo progetto, l’azienda si trova in grosse difficoltà economiche: il socio finanziatore si ritira e l’azienda viene messa in liquidazione. La società però viene rilevata dallo Stato e l’lng. Caproni, assunto come direttore tecnico, può così dedicarsi completamente alla realizzazione del suo progetto.
Caproni vuole costruire un aeroplano unico nel suo genere: un enorme biplano con due fusoliere e una carlinga centrale. Alle spalle dei due piloti trovano posto tre motori rotativi Gnome: uno esprime una potenza da 100 cv e aziona un’elica spingente in presa diretta, gli altri due (da 80 cv ciascuno.) azionano le eliche centrali.
Il progetto però ha un difetto: costa troppo. Sembra la fine del sogno, ma Caproni trova un importante appoggio nel generale italiano Giulio Dohuet che riesce a prevalere sui potenti oppositori del progetto che preferiscono la costruzione dei dirigibili, ritenuti meno costosi e più sicuri. Alla fine Dohuet riesce ad ottenere i finanziamenti per la realizzazione del primo prototipo.
Rispetto al progetto ideato da Gianni Caproni si rendono necessarie alcune importanti modifiche. Il capitano Ottavio Ricaldoni – responsabile dell’Ufficio Tecnico del Ministero della Guerra – colloca il motore Gnome da 100 cv in carlinga, in posizione spingente, e gli altri due in presa diretta in testa alle rispettive fusoliere. Nasce così il Caproni A.l.
Il tempo scorre veloce e si arriva al 1915; l’Italia è in guerra contro gli imperi centrali e il Caproni si dimostra subito un’arma formidabile. I piloti sono consci di avere un’arma straordinaria per quei tempi, dotata di una grande autonomia, carico bellico, tangenza; prestazioni che permettono loro di esercitare importanti missioni all’interno del territorio nemico.
Nel 1917 l’ingegnere Caproni rileva con il fratello Federico l’azienda che diventa la Società Italiana Caproni e nello stesso anno compare la versione più potente del bombardiere, il CA.3, dotato di tre motori lsotta Fraschini per complessivi 450 cv di potenza. Un vero gigante dell’aria con un’apertura alare di 22,74 metri, una lunghezza di 11,05 metri, con un peso massimo al decollo di circa 4 tonnellate
Gli aerei usciti delle Officine Caproni (tra i quali anche trimotori e idrovolanti) vengono adottati dalle aviazioni Francese, Britannica e dagli Stati Uniti.
L’lng Caproni può essere considerato quindi tra i padri della moderna aviazione, tanto che si racconta che i presidenti degli Stati Uniti Roosevelt e Truman tenessero alla parete due foto: una dei fratelli Wright e una dell’lng. Caproni.
Il libro “ La leggenda continua…”
152 pagine
Edito da Arcari Editore
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