Insieme ad Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau è considerato uno dei padri della Street Photography; le sue fotografie raccontano il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero, la musica, la moda tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta.
La sua foto più famosa “Le Baiser de l’hotel de ville”, fu scattata nel 1950 mentre Doisneau stava realizzando un servizio fotografico per la rivista americana “Life”.
All’inizio degli anni Novanta una coppia francese, Denise e Jean Louis Lavergne, si presentarono a una televisione francese sostenendo di essere i due protagonisti del celebre bacio immortalato da Doisneau e denunciarono di essere stati defraudati dal fotografo che non avrebbe loro chiesto il permesso.
Doisneau per difendersi dall’accusa fu costretto a dichiarare che i due soggetti della foto si erano messi in posa e gli avevano rilasciato il loro permesso, ma non finì qui.
Si fece avanti la fotografa Francoise Bonnet che, mostrando la copia autografata dal fotografo, dimostrò di essere lei la vera protagonista dello scatto. La stessa Bonnet nel 2005 riuscì a vendere la copia autografata per 155.000 euro.
Una vita profondamente parigina
Robert Doisneau nacque a Gentilly, un sobborgo di Parigi, nel 1912. Da giovane studiò litografia all’Ecole Etienne, ma amava sostenere che le lezioni più importanti le avesse apprese nelle strade dei sobborghi operai in cui era cresciuto.
Nel 1929 iniziò ad occuparsi di fotografia lavorando per il fotografo pubblicitario Andrè Vigneau per poi passare, agli inizi degli anni Trenta, a lavorare come fotografo industriale per la Renault. In questo periodo iniziò fotografare nelle periferie parigine con lo scopo di vendere gli scatti alle riviste.
“Il fotografo deve essere come carta assorbente, deve lasciarsi penetrare dal momento poetico. La sua tecnica dovrebbe essere come una funzione animale, deve agire automaticamente.”
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Doisneau entrò a far parte della Resistenza, mettendo a disposizione le sue esperienze di litografo per falsificare documenti. Finita la guerra, riprese a scattare a come fotografo pubblicitario e realizzò anche alcuni reportage per Vogue. Nel 1949 pubblicò il suo primo libro di fotografie “La Banlieu de Paris”, il primo di una lunga serie a tema Parigi.
Sono immagini caratterizzate da uno spiccato senso dell’umorismo, da sentimenti anti-establishment e soprattutto da una profonda sensibilità umana.
Antologica con 130 immagini
Fino al 15 ottobre 2023, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita l’ampia antologica di Robert Doisneau a cura di Gabriel Bauret. Il percorso espositivo riunisce 130 immagini bianconero, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge che ne ripercorrono la carriera e i temi a lui più cari.
La grande protagonista è Parigi, la vita nelle sue strade, l’umanità. Come scrive il curatore Gabriel Bauret nel catalogo della mostra, Parigi e la sua periferia sono “un territorio che Robert ama più di ogni altro poiché è lì che può godersi il vero piacere di fotografare e dove trova l’ispirazione che guida le sue avventure visive e umane. La strada: è lì che bisogna andare, poiché vi si impara molto più che a scuola, come ripete spesso”.