Evgeniy Maloletka è un fotografo di guerra e giornalista di Berdyansk, Ucraina, che sta documentando la guerra dal 2014, a partire dalla rivolta di piazza Maidan. Ha raccontato anche le proteste in Bielorussia, la guerra del Nagorno-Karabakh e la pandemia di Covid in Ucraina.
Il premio assoluto è stato assegnato a Evgeniy Maloletka per una foto che documenta l’arrivo in ospedale di Iryna Kalinina, una donna di 32 anni, incinta e ferita; l’ospedale è semidistrutto per un bombardamento russo a Mariupol. Il suo bambino, chiamato Miron (pace), non è sopravvissuto e poco dopo è morta anche Iryna.
Dopo essersi laureato al Politecnico di Kiev nel 2010, Maloletka ha iniziato a lavorare come fotografo per i media ucraini per poi continuare come freelance, collaborando con Associated Press, Al Jazeera, Der Spiegel e altri giornali.
Il suo lavoro sull’assedio di Mariupol nel 2022 è stato premiato con il Knight International Journalism Award, il Visa d’or News Award e il Prix Bayeux Calvados-Normandie. Altri riconoscimenti gli sono stati assegnati in Italia, Germania, Norvegia e Stati Uniti.
Gli attacchi alle città ucraine hanno provocato sofferenze e morte. Quando hanno invaso l’Ucraina il 24 febbraio 2022, l’esercito russo ha subito preso di mira il porto strategicamente importante di Mariupol sul Mar d’Azov. I bombardamenti russi hanno devastato la città, senza risparmiare obiettivi civili, come l’ospedale di maternità.
In un primo momento la Russia ha definito “fake” le notizie dell’attacco all’ospedale, che ha provocato tre morti e circa 17 feriti; successivamente, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov lo ha ammesso, sostenendo però che l’ospedale ospitava soldati e che i pazienti e il personale erano stati evacuati.
Un’indagine dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha concluso che l’ospedale era stato preso di mira deliberatamente dai russi, in violazione del diritto internazionale, e che i responsabili avevano commesso crimini di guerra.
Evgeniy Maloletka era uno dei pochissimi fotografi che documentavano gli eventi a Mariupol e ha raccontato: “Siamo arrivati a Mariupol solo un’ora prima dell’invasione. Per venti giorni abbiamo vissuto nel seminterrato dell’ospedale con i medici e in rifugi con cittadini comuni cercando di mostrare la paura con cui gli ucraini dovevano convivere”.