Dal 28 aprile all’ 11 giugno 2023 torna Fotografia Europea a Reggio Emilia con tema “Europe matters: visioni di un’identità inquieta”, un’importante occasione per osservare un mondo in continuo e veloce cambiamento, di cui la fotografia congela il momento per aiutarci a capirne e comprenderne direzioni e dinamiche.
Partendo da una riflessione sull’idea di Europa e sugli ideali che la costituiscono, le mostre mettono in luce domande sulla condizione attuale del mondo multiculturale e globalizzato che viviamo, un mondo in cui l’Europa non esercita più, ormai da tempo, quell’egemonia spirituale e materiale che per secoli le è stata riconosciuta. Gli artisti tracciano quindi, attraverso il medium fotografico, le linee dinamiche e incerte di un’identità sempre più mobile e variegata, con l’obiettivo di dare senso all’ inquietudine che la attraversa.
Un’edizione “anche un po’ politica”, così viene presentata da Davide Zanichelli – Direttore Fondazione Palazzo Magnani, Luca Vecchi – Sindaco di Reggio Emilia, Annalisa Rabitti – Assessore alla Cultura Comune di Reggio Emilia e Walter Guadagnini – Direttore di Camera Torino che, assieme a Tim Clark – Editor di 1000 words magazine, si è occupato della direzione artistica del festival.
“Questa edizione parla dell’Europa e la sua contemporaneità, mettendo al centro la complessità identitaria che ne ha tracciato la storia. Vengono affrontati i grandi temi dell’attualità, dalla Bosnia fino all’Ucraina, dei diritti delle minoranze, dalla questione ecologica, dei muri e dei confini. Il tutto attraverso le esplorazioni creative dei fotografi in mostra. Questa scelta di ripercorrere la storia attraverso la fotografia è strettamente legata alla città di Reggio Emilia che si è misurata sui diritti civili, umani e di cittadinanza.” Ecco le parole del Sindaco Luca Vecchi in apertura. A queste fanno seguito quelle dell’Assessore alla cultura, Annalisa Rabitti: “Ci siamo chiesti quale fosse la vera natura dell’Europa, oggi più che mai dai confini incerti e fragili. Le immagini che vediamo è come se ci dessero uno schiaffo e ci mettessero davanti agli occhio le criticità che ruotano attorno all’identità. La sensazione che ho avuto guardando le immagini è stata quella di fare un viaggio zaino in spalla, in cui si incrano le persone con le loro storie, un viaggio che ti purifica. Ti lascia un impatto molto forte, molto potente: una mostra che andava fatta.”
Le giornate inaugurali saranno quattro, dall’apertura fino al primo maggio. Oltre agli autori e ai curatori ci saranno molti ospiti, artisti non necessariamente legati al mondo della fotografia ma che aiuteranno ad approfondire il tema di questo festival. Inoltre Fotografia Europea sarà aperta anche i mercoledì e giovedì, così da poter supportare le esigenze delle scuole e degli studenti.
“Abbiamo cercato soprattutto di approfondire i temi e le persone, a confronto con tutte le altre identità con cui l’Europa si deve confrontare ogni giorno. Tante piccole storie che fanno una grande storia, uno schiaffo e una carezza.” Così si è espresso infine Walter Guadagnini.
Tantissime le mostre di cartello in calendario ai Chiostri di San Pietro. Mónica De Miranda mette in discussione le nozioni standard di identità basate sulle categorie di razza e genere con il progetto “The Island”.
“Güle Güle” è la personale rappresentazione di Istanbul e dei profondi cambiamenti che stanno interessando la società turca attraverso lo sguardo di Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni.
“Merrie Albion” di Simon Roberts, fotografa il Regno Unito offrendo spunti di riflessione indispensabili sulle nozioni di identità e appartenenza e su cosa significhi essere britannici in questo momento cruciale.
The Archive of Public Protests con “You will never walk alone” raccoglie, invece, le tracce visive dell’attivismo sociale, di tutte quelle iniziative di massa che si oppongono alle decisioni politiche, alle violazioni delle norme democratiche e dei diritti umani.
Alessia Rollo parla nel suo progetto multimediale “Parallel Eyes” di un viaggio alla scoperta degli antichi riti del Sud, restituendo all’osservatore il mistero della magia e delle forze ancestrali che legano la natura all’uomo e ai suoi simili.
Samuel Gratacap torna con “Bilateral”, un lavoro inedito sul paesaggio visto da entrambi i lati del confine e attraverso la voce delle persone che quel confine cercano di attraversare.
“Odesa” dell’ucraina Yelena Yemchuk documenta i volti dei ragazzi e delle ragazze di sedici e diciassette anni dell’Accademia militare.
Geoffroy Mathieu con “L’Or des ruines” segue le persone che, ai margini delle aree coltivate o negli spazi incolti, vivono dei prodotti che la natura in modo spontaneo continua a offrire.
Cédrine Scheidig esplora con “De la mer à la terre” le narrazioni personali dei giovani, in Francia e in Martinica, nel processo di scoperta di sé, aprendo al contempo spazi di riflessione su temi politici come il passato coloniale, l’ibridazione culturale, le mascolinità moderne e la migrazione.
Qui ci sarà anche una personale dedicata a Sabine Weiss, una tra le più importanti voci della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau. Attraverso foto d’archivio e numerosi documenti e riviste dell’epoca, la mostra Sabine Weiss. Una vita da fotografa a cura di Virginie Chardin, ripercorre l’intera carriera di Weiss, dagli esordi nel 1935 fino agli anni ’80.
La committenza quest’anno è andata a Myriam Meloni che ha realizzato “Nelle giornate chiare si vede l’Europa”: un ritratto delle “Europa” contemporanee: giovani donne, autonome, professioniste, l’esito più felice del Novecento e del progetto Erasmus, che stanno attuando una rivoluzione gentile, radicandosi nelle comunità che le accolgono ma continuando a incarnare i valori dai quali provengono. Assieme a lei, nei Chiostri di San Domenico, due vincitori di Open Call.
Il primo, Mattia Balsamini, con “Protege Noctem – If Darkness Disappeared” documenta un’altra battaglia nella guerra ecologica in atto in questa era, quella della difesa dell’oscurità.
La seconda, Camilla de Maffei, con “Grande Padre”: un progetto a lungo termine che, partendo dal caso particolare albanese, invita a riflettere sul rapporto globale tra individuo, società e potere.
Fotografia Europea
28/04-11/06/2023
Reggio Emilia