I risultati della Sfida Fotografica #6 dedicata ad “ISOLARE il SOGGETTO per STRADA”!
Ogni nuova Sfida Fotografica non offre unicamente ai nostri lettori un tema su cui mettersi alla prova. Garantisce anche a noi della redazione un’incredibile opportunità per renderci conto di come si muovano il gusto e le abilità di ripresa di coloro che frequentano i nostri contenuti web e cartacei. Questa premessa è d’obbligo considerando il fatto che, all’arrivo delle proposte fotografiche in risposta al nuovo tema della Sfida Fotografica SF#6, ISOLARE il SOGGETTO per STRADA, pur restando in sostanza invariato il numero di partecipanti, si è elevato considerevolmente il livello qualitativo degli scatti pervenuti. Al punto da creare a noi una certa difficoltà nel decidere quali comprendere e quali scartare dalla selezione finale. Cernita la quale, come vedrete, è particolarmente ricca in questa occasione! La street insomma piace e credo di poter dire che sia un genere fotografico che già spontaneamente viene percorso da chi ci segue tenendo al centro dell’attenzione il soggetto umano. Ciò è estremamente positivo come atteggiamento poiché la fotografia nutre nei confronti di questo tipo di soggetto, il ritratto-non-ritratto, ovvero quello ambientato e non posato, un certo grado di devozione sin dagli albori.
Una bellissima ripresa in bianconero che utilizza la focale e la profondità di campo da essa derivante come strumento di selezione. Va però notata anche l’eccezionale illuminazione del volto del ragazzo che pare quasi operata artificialmente in studio per come esso venga rischiarato da entrambi i lati a creare un eccezionale effetto tridimensionale e plastico. Molto bello anche il taglio laterale dei passanti, a destra di fronte ed a sinistra di spalle, i quali chiudono perfettamente il fotogramma e danno comunque la sensazione di uno scatto colto al volo durante lo svolgersi della vita per strada. Ottimo anche l’editing: contrastato ma non troppo, chiuso e bruciato solo laddove si poteva fare. Bravo.
In questo caso è nuovamente la profondità di campo che opera la funzione tecnica e pratica di isolamento del soggetto ma leggendo meglio lo scatto rinveniamo un ulteriore chiave narrativa che coloro che hanno studiato le tecniche del reportage conoscono molto bene. Il rapporto dimensionale tra il protagonista (grande) e ‘tutti gli altri’ (piccoli) che stanno di fronte ad esso sullo sfondo è un ulteriore strumento abbastanza classico che in fotografia è utilizzato per evidenziare i soggetti nei confronti di un intorno. Se anche non ci fosse il pur estetizzante bokeh e separare i piani avremmo all’incirca il medesimo riscontro in termini di sensazione. Fatto sta che anche questa ripresa è realizzata in modo tecnicamente ineccepibile ed il fermo assoluto del protagonista in posa dinamica vale di certo la menzione. Aggiungo che la scelta del colore giova molto alla ripresa anche perché l’autore lo ha controllato in ogni parte del fotogramma ottimamente nulla disturba pur nella scena priva di vuoto.
Bella ripresa a colori di una parade cittadina. Il ritratto della ragazza merita di certo la selezione anche in virtù di una posa, sicuramente spontanea e non orchestrata, che è al tempo stesso classica dal punto di vista scultoreo, plastica per la luce che la coglie in pieno volto e fotograficamente composta al meglio. Vi è inoltre in questo scatto una densità di colore di non poco conto con nessuna concessione a sbavature di sorta. Niente bruciature, saturazione elevatissima ma senza ‘pelature’ dei colori, ombre intense a giustificare la luce dall’alto. Belle anche le due bandiere che chiudono a destra e sinistra la diagonale su cui emerge lei con lo sguardo rivolto all’alto.
All’autore vorrei fare di certo i complimenti per la composizione ed il buon gusto nella scelta dei soggetti d’eccezione. Al medesimo però vorrei rimproverare un editing che riesce a fare di uno scatto meritevole di essere stampato in grande formato e tenuto in soggiorno una ‘prova generale’ che, tutto sommato, è meglio non destinare alla carta! Le mani delle persone coinvolte in questo scatto non si possono guardare, mi spiace per la schiettezza ma è così. Io posso capire l’esigenza di ‘tirarle fuori’ per renderle decifrabili ma l’editing va curato, come lo sviluppo. Allo stesso modo posso capire la volontà di rendere diafano uno sfondo che voglio considerare come già sufficientemente bruciato in origine. Però lo stacco netto di questo rispetto alle sagome scure fa il paio con il profilo artefatto delle mani. Mi piace moltissimo il suo gusto nel comporre questa immagine ma occorre maggiore cura in post produzione, se la si vuole fare.
L’isolamento di questo soggetto verte totalmente sulla composizione di ciò che gli sta intorno nei confronti della sua postura e illuminazione e questo mi piace perché richiama le pratiche reportagistiche classiche. Queste, per prima cosa, si rifanno alla necessità di percepire, da parte del fotografo, il momento, il contesto, l’inquadratura, la posizione, l’illuminazione che ‘faccia andare tutto a posto nella foto’. E’ una questione di sentire più che di orchestrare gli elementi dello scatto. In questo caso, un po’ per tutti i motivi suddetti, il personaggio al centro fa da soggetto pur trovandosi in un contesto estremamente caotico, colorato e dinamico. Bravo, non uso il termino “colpo d’occhio” perché non è casuale questa capacità di percepire l’attimo in cui scattare.
La scelta dell’isolamento tramite sfocatura dei piani l’abbiamo già vista e commentata per altri scatti giunti in occasione di questa Sfida Fotografica. Quello che qui si aggiunge a questo elemento tecnico consiste in una composizione diagonale fortemente orientata al soggetto. Sia che la si intenda nell’ottica dello spazio lasciato in direzione dello sguardo della ragazza, sia che la si legga al contrario ovvero come una direttrice che porta l’attenzione verso di lei, ebbene questa composizione diagonale riesce benissimo nel mettere in risalto la protagonista. Si tratta di una composizione semplice ma molto efficace. Bello il taglio altissimo e cinematografico che rende la folla una sorta di ‘terreno’ da cui si leva lo scenario urbano retrostante.
Bravo l’autore nel cogliere questo momento di attenzione da parte del soggetto al centro! Si tratta di un altro caso in cui la scelta del punto di vista, dell’istante, della combinazione di innumerevoli fattori rendono possibile la cattura di un fotogramma in stile prettamente street ma anche reportagistico. Mi piace moltissimo anche la granulosità della ripresa che la rende materica ed il gioco cromatico tra i due toni principali della foto: bianco e rosso. La riduzione della gamma cromatica nelle immagini a colori è una pratica che è stata presa in prestito dal color grading cinematografico e che oggi, per via delle LUT a loro volte adottata dai sistemi di editing mobile, va parecchio di moda. In questo caso non credo vi siano interventi particolari in editing ma resta il fatto che la pulizia di insieme che le poche tonalità in gioco creano è meritevole.
Vorrei dire panning ma non so se sia il caso. Fatto sta che il mosso in cui si muove, anzi in cui sosta (!), la protagonista dello scatto fornisce un ottimo elemento di isolamento per lei che al contrario appare nitida o quasi. Questo scatto non è particolarmente ordinato, né tantomeno costruito o ricercato ma si percepisce nella spontaneità della ripresa un intento davvero meritevole. Esistono innumerevoli esempi di fotografia reportagistica che sfruttano proprio il tempo di posa al fine di realizzare il proprio scopo di mettere in risalto alcune parti dello scatto. Il panning cui accennavo in principio ne è un esempio. Tempi medio lunghi ed un inseguimento del soggetto, non tramite tracking ma tramite il movimento della fotocamera, sono una tecnica che suggerisco di approfondire a chiunque si interessi di street photography. Bravo, anche per avere scelto questo specfico scatto da inviarci.
Ho voluto includere in questa selezione due fotogrammi che rispondono solo in parte al tema della Sfida Fotografica di questo mese ma che, a mio parere, meritano la citazione per alcuni dettagli tecnici o realizzativi degni di nota. Il primo è questo, ove l’isolamento del soggetto è ottenuto tramite un fascio di luce diretta e tramite un gioco di ombre e silhouette di carattere estremamente teatrale, anche per la genesi della situazione, ovvio! Il contesto non quello street come richiesto dalla traccia e quindi lo cito in quanto ‘fuori concorso’ in ogni caso degno di essere eletto ad esempio. Molto bello in bianconero che riesce a tenere traccia di tutto, anche delle ombre a costituire l’ambiente, tramite un dosaggio perfetto di luminosità e contrasto. Bella anche la composizione, pesata al meglio tra pieni, vuoti, luci ed ombre.
Anche in questo caso ho voluto ‘ripescare’ questo fotogramma tra quelli giunti poiché, in effetti, il contesto prettamente stradale che si richiedeva nella traccia della Sfida Fotografica viene un po’ meno. Invero definire la street come un genere unicamente ‘stradale’ non è corretto ma qui è il contesto controllabile e circoscritto che fa venire un po’ meno il carattere di improvvisazione che teniamo a sottolineare. In ogni caso mi piace molto la selettività del fascio di luce che illumina il soggetto come anche il taglio bassissimo che lascia la scena al cielo azzurrissimo (attenzione a non esagerare però con la saturazione) ed al ragazzo illuminato. Sicuramente un ottimo fotogramma da cui prendere spunto. Sarei stato un pizzico più moderato con il contrasto però.