World Photography Organisation svela i nomi dei fotografi finalisti alla sezione Professional dei Sony World Photography Awards 2022. Tra di loro, il 12 aprile, sarà selezionato il Photographer of the Year.
Se tra le oltre 340.000 immagini pervenute 170.000 erano candidate al concorso Open, sono quasi 160.000 quelle arrivate per la sezione Professional. Dopo aver annunciato i finalisti Student e Youth e i vincitori dei National Awards, la World Photography Organisation comunica oggi i finalisti Professional dei Sony World Photography Awards 2022. Tre per ogni categoria, ognuno di loro concorrerà per il titolo di Photographer of the Year che come sempre verrà annunciato il 12 aprile a Londra.
In Nur-Sultan, Javier Arcenillas (Spagna) presenta una serie di scatti della sorprendente ed eccentrica architettura che contraddistingue la capitale del Khazakstan. Con Blueprint, Yun Chi Chen (Taiwan) crea delle immagini multi-livello che simulano il tradizionale procedimento della cianografia (o “blueprint”) mediante tecniche di post-produzione digitali. Dorf, di Domagoj Burilović (Croazia), esprime – attraverso il fotomontaggio – l’aspetto ironico di come la natura si sia riappropriata delle case della Slavonia, regione che nel corso del XIX secolo si è arricchita grazie allo sfruttamento di foreste e terre.
New Waves, di Raphaël Neal (Regno Unito), accosta scenari di cambiamento climatico ai ritratti di alcuni adolescenti, creando dei dittici che evidenziano le devastanti conseguenze proprio sulla generazione che sarà maggiormente colpita dai cambiamenti del clima. Sometimes the Sky Above us is Open, di Sarah Grethe (Germania), documenta il viaggio della fotografa nella città natale della madre nel sud della Germania, un percorso che esplora il loro rapporto attraverso ritratti in posa e nature morte. Mellow Apocalypse, di Alnis Stakle (Lettonia), attinge alle raccolte open source di musei, istituti scientifici e banche immagini per realizzare intricati collage di elementi eterogenei che si sovrappongono e si scontrano.
The Long Days of Hanau, di Fabian Ritter (Germania), documenta la comunità di Hanau in seguito ai violenti episodi di razzismo avvenuti nella città tedesca il 19 febbraio 2020. The Children of the Financial Collapse in Venezuela, del famoso fotogiornalista Jan Grarup (Danimarca), ritrae la disperazione e la degradante povertà dei venezuelani che vivono in Colombia. Insurrection, del rinomato fotoreporter Win McNamee (Stati Uniti), documenta le drammatiche scene di quanto accaduto il 6 gennaio 2021, quando una folla di sostenitori di Trump ha preso d’assalto il Campidoglio, facendo irruzione nella sede del Congresso americano.
Con la sua serie di scatti Living in the Transition, Shunta Kimura (Giappone) esplora l’impatto dei cambiamenti climatici sulla popolazione del Bangladesh, sempre più colpito da fenomeni quali erosione dei fiumi, frane e innalzamento dei livelli di salinità delle acque. In Nemo’s Garden, Giacomo d’Orlando (Italia) documenta le prime serre subacquee al mondo, possibile risposta alla disperata ricerca di metodi di coltivazione alternativi e sostenibili. Portraits in Ashes, dell’acclamato fotografo Gideon Mendel (Sudafrica), realizza i ritratti di famiglie e individui all’interno degli edifici distrutti dagli incendi verificatisi in Grecia, Canada e Stati Uniti.
Realizzati nel corso di un inverno caratterizzato da nevicate particolarmente intense dovute ai cambiamenti climatici, gli scatti della serie Solar Graphic di Andrius Repšys (Lituania) immortalano dall’alto diverse fonti di energia sostenibili, quali dighe, turbine eoliche e impianti fotovoltaici, riducendole ad astrazioni grafiche. Life on Earth, di Lorenzo Poli (Italia), si immerge nell’eterea magia della natura e nella misteriosa bellezza di un mondo selvaggio, il tutto ritratto in una serie eterogenea di paesaggi. Impossibilitato a svolgere il proprio lavoro durante il lockdown, il ritrattista Gareth Iwan Jones (Regno Unito) ha deciso di rivolgere l’obiettivo verso le sagome degli alberi al crepuscolo. Il risultato è la serie di immagini intitolata Tree.
The Beauty of Humanity, di Anna Neubauer (Austria), esprime il desiderio della fotografa di abbandonare i consueti stereotipi e celebrare la diversità con una serie di ritratti riflessivi. In Portfolio, Hugh Fox (Regno Unito) cattura dei tranquilli momenti di quotidianità trascorsi con la famiglia e gli amici durante la pandemia. Il fotografo commerciale ed editoriale Julian Anderson (Regno Unito) propone una selezione di ritratti, paesaggi e nature morte realizzati su incarico di svariate riviste.
Caryatis 2021 di George Tatakis (Grecia) è uno studio sui costumi tradizionali femminili risalenti ai diversi periodi della ricca storia della Grecia. Ogni fotografia è frutto di scrupolose ricerche e allestita con altrettanta meticolosità. Migrantes, dell’apprezzato fotogiornalista Adam Ferguson (Australia), è una serie di autoritratti di migranti messicani in attesa di attraversare il confine con gli Stati Uniti. Usando una fotocamera montata su un treppiede e un cavo di azionamento a distanza, Ferguson ha invitato i soggetti a scegliere personalmente il momento dello scatto, dando loro maggiore facoltà decisionale sulla propria immagine. Bushmeat Hunters, dello stimato documentarista Brent Stirton (Sudafrica), ritrae alcuni cacciatori di selvaggina con le proprie prede. L’allestimento degli scatti evoca i tradizionali dipinti dei cacciatori.
L’emozione e l’eccitazione dei Giochi Olimpici traspare in Tokyo Twenty Twenty One, la serie di scatti con cui il fotografo sportivo Adam Pretty (Australia) mette in luce la forza e l’abilità degli atleti. Kuarup, di Ricardo Teles (Brasile), documenta il rituale con cui gli indigeni dello Xingu, in Brasile, onorano i morti. A essere commemorate quest’anno con il Kuarup, che prevede anche la pratica di un’arte marziale denominata Huka-huka, sono state soprattutto le vittime del Covid-19. Loyal Fans, di Roman Vondrouš (Repubblica Ceca), ritrae il fervore e la devozione con cui i tifosi del Bohemians Praga 1905 hanno continuato a seguire la squadra del cuore nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, portando da casa qualsiasi tipo di scala per guardare le partite oltre il muro di cinta.
Nella serie From Nigeria to Nässjö, Cletus Nelson Nwadike (Svezia) fotografa nella neve gli oggetti che più gli ricordano casa, esprimendo il dolore per la morte della madre che non era riuscita a ottenere il visto per ricongiungersi con lui e conoscere la sua famiglia. Per Constellation, Haruna Ogata (Giappone) e Jean-Etienne Portail (Francia) hanno creato delle sculture astratte variopinte e le hanno poi fotografate in una serie di composizioni dall’elegante grafica. Concordia, di Alessandro Gandolfi (Italia), sceglie come soggetto una serie di effetti personali recuperati dal relitto della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata nel 2012 causando 32 vittime.
The Fox’s Tale, di Milan Radisics (Ungheria), rappresenta le osservazioni raccolte nel corso di otto mesi, periodo durante il quale il fotografo ha trascorso quasi ogni notte a fotografare la giovane volpe in visita nel suo giardino di casa. Absolute Beginner, di Oana Baković (Romania), è una serie di immagini che esplorano la grande varietà e bellezza della flora presente nella zona in cui vive il fotografo. Exotic Appetite – Inside the Italian Exotic Animal Trade, del fotogiornalista nonché vincitore del titolo di Photographer of the Year 2019, Federico Borella (Italia), getta lo sguardo sul poco noto commercio di animali esotici vivi in Italia, un mercato che vede l’esposizione e la vendita degli animali a fronte di enormi profitti.