Tutorial Nella pratica, la focale è quel parametro che ci permette di capire come un obiettivo inquadri la scena. Si definisce normale quella focale che restituisce un’inquadratura simile alla visione dell’occhio umano. Credo però che questa definizione possa creare confusione nei lettori attenti alla tecnica: a voler essere precisi infatti con le fotocamere Full Frame […]
Tutorial
Nella pratica, la focale è quel parametro che ci permette di capire come un obiettivo inquadri la scena. Si definisce normale quella focale che restituisce un’inquadratura simile alla visione dell’occhio umano. Credo però che questa definizione possa creare confusione nei lettori attenti alla tecnica: a voler essere precisi infatti con le fotocamere Full Frame la focale normale è quella che ha le stesse dimensioni della diagonale del fotogramma (il fotogramma ha una superficie di 24×36 mm), per cui la diagonale è di circa 43,26 mm… allora perché teniamo come riferimento 50 mm?
Non voglio entrare qui in dibattiti teorici!
Ora, stabilito che un obiettivo da 50mm riprende la scena come lo farebbe il nostro occhio (sia come angolo di campo, sia come prospettiva), possiamo classificare gli obiettivi in grandangolari (focale minore di 50 mm) e in teleobiettivi (focale maggiore di 50mm).
I grandangolari
Possiamo distinguerli in moderati (35 mm), spinti (24-14 mm) e ultragrandangolari (< 14 mm). Il loro pregio è l’angolo di campo molto ampio con una prospettiva decisamente spinta che favorisce riprese di ampio respiro.
Se la focale è corta aumenta la profondità di campo, cioè la zona di nitidezza che si estende prima e dopo il piano di messa a fuoco. Sono obiettivi molto utili per fotografare paesaggi mozzafiato, ma richiedono una stima attenta dell’esposizione; infatti all’interno dell’inquadratura molto ampia ci potrebbero essere situazioni di luce molto diverse.
Sono rischiosi nella fotografia di ritratto a causa delle distorsioni prospettiche che introducono sui soggetti vicini, ingrandendo il primo piano e allontanando i piani medi e lo sfondo. In pratica, se state facendo un primo piano, otterreste un viso deformato, più simile a una caricatura e non a un piacevole ritratto.
I teleobiettivi
Per semplificare, queste focali ingrandiscono il soggetto nell’inquadratura; hanno un angolo di campo stretto e limitano la profondità di campo.
In termini generali, possiamo classificarli in super-teleobiettivi (oltre 300 mm), classici (100 – 200 mm), moderati (85 – 105 mm). La focale migliore per ritrarre una persona è 85 mm, perché restituisce una gradevole proporzione dei volumi e dei lineamenti.
APS-C: il fattore di crop
Con una fotocamera APS-C, le dimensioni ridotte del sensore rispetto al Full Frame causano il cosiddetto effetto di “allungamento della focale”; in pratica l’obiettivo montato (ad esempio 50mm) inquadra come se la sua focale fosse più lunga (75mm).
Si parla in questo caso di focale equivalente e, per calcolarla, bisogna moltiplicare la focale dell’obiettivo per un fattore di moltiplicazione che dipende dalla dimensioni del sensore (APS-C Nikon = 1,5x; APS-C Canon = 1,6x; Quattro Terzi Olympus = 2x).
Attenzione: una focale equivalente permette di inquadrare con lo stesso angolo di campo della focale “moltiplicata”, ma l’obiettivo mantiene tutte le sue caratteristiche, dalla luminosità alle aberrazioni. Ad esempio un obiettivo da 35mm montato su una fotocamera APS-C inquadra più o meno come un 50mm (52.5mm per la precisione), ma luminosità, aberrazioni e profondità di campo restano quelle del 35mm originale).
