Presentato ad inizio anno, Sigma 28-70mm F2.8 DG DN Contemporary è un obiettivo zoom standard molto compatto e leggero per fotocamere Mirrorless Full-Frame e APS-C. Vanta un’apertura massima costante di f/2.8 su tutta l’escursione zoom ed è disponibile sia per Sony con innesto FE-Mount sia per Leica, Sigma e Panasonic con innesto L-Mount.
Sigma 28-70mm F2.8 DG DN è l’ultimo obiettivo presentato per la serie “Sigma Contemporary“, modelli progettati per essere delle alternative più versatili, nonché economiche, rispetto all’offerta della concorrenza. Anche nei confronti della linea professionale marchiata Art ci sono notevoli differenze come ingombri, peso e schemi ottici, che ovviamente si ribaltano poi sul prezzo finale. A parità di luminosità la differenza con il suo “quasi” corrispettivo 24-70mm Art è tutta in quei 4mm di escursione focale; una piccola rinuncia per ridurre il peso complessivo e renderlo una scelta intelligente per qualsiasi fotografo che desidera un obiettivo da portare sempre con sé.
Presentato in streaming a febbraio scorso, questo nuovo 28-70mm è disponibile sia con innesto E-Mount Full Frame sia L-Mount; è quindi un’alternativa più piccola ed economica rispetto ad altre opzioni quali Sigma 24-70mm F2.8 DG DN Art, Sony 24-70mm F2.8 GM e Leica Vario-Elmarit SL 24-70mm F2.8 Asph. La riuscita di questo progetto è tutta da ricercare in quei 4mm di escursione in meno rispetto al solito, una strada presa anche da Tamron tempo fa: a parità di luminosità permette una costruzione più semplice interna ed esterna. La lente frontale ha un diametro molto più “umano” e una filettatura per i filtri ridotta: per fare un rapido confronto rimanendo in casa Sigma, il 28-70mm misura 72 x 102mm e pesa 470 grammi, mentre il 24-70mm segna 88 x 123mm in 835 grammi. Un peso di circa il doppio che per molti fotografi, soprattutto amatoriali, sarà una buona discriminante per la scelta. Oltre naturalemnte al risparmio generale dato che il Contemporary costa circa € 300 in meno della versione Art.
Attenzione però, perché con “fotografi amatoriali” non voglio dire “improvvisati”..non vuole essere un’accezione negativa. Sigma 28-70mm F2.8 DG DN Contemporary è una buona ottica tuttofare, con un’ottima nitidezza al centro e uno sfocato di tutto rispetto. Solo che bisogna far pace con un po’ di vignettatura e di distosione e rinunciare all’impermeabilizzazione. Fattori questi che per un professionista sono sicuramente imprescindibili ma di cui il restante 70% degli appassionati può fare a meno. Per le misure del Lab Test ho deciso di metterlo a confronto con un obiettivo sulla carta migliore e uno “peggiore”. Il primo molto più costoso, il secondo poco più economico e venduto in kit con la A7 III che ho utilizzato:
C’è da stupirsi in un certo qual modo.
È composto da una struttura interna da 16 elementi suddivisi in 12 gruppi, con due lenti FLD, due lenti SLD e tre lenti asferiche e un diaframma arrotondato a 9 lamelle. I rivestimenti Super Multi-Layer e Nano Porous aiutano a garantire che il riflesso sia ben controllato anche in condizioni di controluce. Completa il tutto un rivestimento idrorepellente e oleorepellente sulla lente frontale. La qualità costruttiva è eccellente dato il prezzo relativamente abbordabile. Esternamente il barilotto è in policarbonato nero opaco e l’innesto è a prova di polvere e spruzzi, mentre al suo interno è stata aggiunta una miscela di materiale composito TSC (Thermally Stable Composite) per permetterne un continuo utilizzo anche quando le temperature si fanno proibitive. Le ghiere sono due: una per lo zoom e una per la regolazione della messa a fuoco manuale. Singolo è il pulsante per lo switch AF/MF.
Il motore per la messa a fuoco interna è uno solo ed è passo passo ma è rapido, molto silenzioso e compatibile con la funzione “Direct Manual Focus (DMF)” delle fotocamere Sony, che consente al fotografo di passare istantaneamente dalla messa a fuoco automatica alla messa a fuoco manuale. Il fuoco ravvicinato di soli 19m a 28mm è un vero valore aggiunto, un quasi record per un simile zoom; l’ingrandimento è di 1:3.3 alla focale grandangolare e di 1:4.6 al teleobiettivo. Delle dimensioni ho parlato poco sopra: 72 x 102mm in un peso di soli 470 grammi. Viene fornito con un paraluce in plastica removibile. Non è stabilizzato, la compensazione è affidata al corpo macchina utilizzato.
Come anticipato ho deciso di paragonare Sigma 28-70mm F2.8 DG DN Contemporary a Sony FE 24-70mm F/2.8 GM e Zeiss Vario Tessar T* FE 24-70mm F4 ZA OSS . Il G Master rappresenta di sicuro l’eccellenza tra i 24-70mm luminosi mentre lo Zeiss lo ritengo un modello molto sottovalutato per quello che realmente è. Fortunatamente le misurazioni vanno a rispecchiare queste considerazioni: il Lab test è stato svolto a 24/28mm e a 70mm, per avere un buon termine di paragone sia alla minima che alla massima focale.
Partiamo dalle considerazioni sull’apertura e guardiamo la risoluzione che si presenta ad ogni stop. Alla focale grandangolare tutti e tre hanno un’eccellente risoluzione di partenza alla massima apertura: Sigma 28-70mm va a perdere qualcosa già da f/4 ma la discesa si fa tutto sommato più controllata da f/5.6 ad f/11; Sony 24-70mm dal canto suo vanta la risoluzione maggiore e se ne avvantaggia proprio dove il Sigma cala di più, tra f/5.6 ed f/11, ma perde qualche linea per millimetro ad f/16; Zeiss 24-70mm è quello con risoluzione minore, vuoi anche perché è l’ottica più datata delle tre, ma è straordinariamente costante da f/4 ad f/11 segno di una costruzione davvero eccellente. Ma è alla focale tele che vengono fuori tutte le differenze più evidenti: se Sigma ha un comportamento nella norma, Sony stupisce per la tenuta dell’alta risoluzione, addirittura sui livelli della focale grandangolare tanto che scattare a 24mm o a 70mm non fa alcuna differenza sul risultato finale; Zeiss stupisce ancora per la costanza con cui riesce a gestire la risoluzione, seppur decisamente minore, ad ogni apertura. (Allargare l’immagine per le dida)
Ora il rumore ad ogni aumento ISO. Alla focale grandangolare come a quella tele non ci sono grossi cambiamenti, tutte e tre le ottiche anche qui si comportano come da aspettative, perdendo un po’ di risoluzione a 70mm ma gestendo il rumore in maniera costante. Zeiss registra però una sopresa: i valori del rumore a 24mm e a 70mm sono identici. (Allargare l’immagine per le dida)
Sia Sigma che Sony registrano valori abbastanza alti in distorsione; si notano sul file sia alla focale grandangolare (a barilotto) sia a quella tele (a cuscinetto) ma vengono abbastanza agilmente corretti in camera dal software. Zeiss invece non ne avrebbe neanche bisogno. (Allargare l’immagine per le dida)
Da queste misurazioni si possono trarre un paio di considerazioni. Le differenze non sono così accentuate alle focali minime, la partita si gioca invece ai 70mm dove un obiettivo professionale come Sony 24-70mm F/2.8 GM (ma potremmo dire lo stesso di Sigma 24-70mm f/2.8 Art) fa valere tutto il suo peso..e il suo prezzo ovviamente. Sigma 28-70mm F2.8 DG DN Contemporary è invece un’ottima scelta per tutti quegli ambiti più da appassionati, dove si cerca il giusto compromesso tra qualità e salvaguardia del portafoglio. E che dire di Zeiss 24-70mm F4? Un’ottima idea se non si cerca un’ottica superluminosa.
La vita è fatta di scelte. In questo caso, parafrasando, la vita è fatta anche di compromessi. Come quelli da accettare quando si vuole un tuttofare così luminoso senza dover spendere un capitale. D’altronde a qualcosa si dovrà pur rinunciare, non si può avere tutto. Sigma 28-70mm perde il confronto sotto alcuni aspetti con modelli più professionali, blasonati e costosi. Certo questo era il piano dell’azienda fin dall’inizio, altrimenti si sarebbe limitata a distribuire il 24-70mm Art e non si sarebbe tanto impegnata a fare la linea Contemporary. Però attenzione. Questo 28-70mm offre una buonissima qualità soprattutto al centro del fotogramma, un’apertura f/2.8 costante e una costruzione estremamente curata in ogni dettaglio. Peccato solo non sia in metallo.
È davvero un piacere portarselo in giro, può essere un fedele compagno per lunghe passeggiate. Proprio per questo motivo ho deciso di paragonarlo anche al mio Zeiss 24-70mm F4; a circa parità di dimensioni e peso, c’è uno stop in più di luminosità. Sulla resa dello sfocato si può anche soprassedere dato che lo Zeiss è davvero oltre ogni aspettativa; i vantaggi si notano quando comincia a calare il sole o in ambienti davvero molto scuri. Con un f/2.8 si riesce a portare a casa uno scatto che con un f/4 abbisognerebbe di più lavoro, e conseguente perdita di tempo, in fase di editing.
Poi certo, se si decide di comprare un’ottica così luminosa si vorrà quasi sempre scattare alla massima apertura; sempre tenendo a mente il diktat della linea Contemporary: offrire una buona resa ad un prezzo accettabile. Come ha anche dimostrato il Lab test, a tutta apertura la nitidezza è sicuramente di buon livello soprattutto al centro e va ad ammorbidirsi agli angoli del fotogramma.
Per raggiungere un risultato migliore nelle zone periferiche bisogna quindi chiudere almeno di uno stop, due anche meglio: ad f/4 ed f/5.6 si ottengono quindi immagini più definite anche ai bordi. Per la fotografia notturna e di ritratto questo aspetto può non essere un problema, di più forse per quella naturalistica. Lo stesso discorso fatto per la nitidezza vale anche per la vignettatura, molto visibile agli angoli ad f/2.8 ma che va a scemare chiudendo il diaframma. Lo sfocato al centro è molto piacevole e morbido anche se si può notare un lieve onion ring già a partire da f/4. La resa delle luci ha un effetto perfettamente circolare al centro del fotogramma, ideale soprattutto per gli scatti ravvicinati e per i ritratti dove si preferisce sfruttare la più ampia apertura.
Discorso diverso invece per quanto riguarda le aree periferiche. In basso si comincia a percepire la presenza delle lamelle; ai bordi di quello che viene impropriamente chiamato effetto “occhio di gatto” che trasforma i cerchi prima perfetti in una forma più oblunga e schiacciata.
Soddisfazioni anche per quanto riguarda l’inseguimento AF: il motore passo passo di cui è dotato sostiene bene il sistema AF-C dei modelli Sony.
Nonostante A7 III non sia una macchina votata allo sportivo e si fermi a 10 fps, Sigma non sembra avere mai tentennamenti e aggancia il soggetto con precisione.
Sigma 28-70mm F2.8 DG DN Contemporary offre una buona qualità d’immagine: alta risoluzione, ottimo sfocato e grande nitidezza soprattutto a 24mm. È ideale per la street come per il ritratto o quando la luce tende a calare. Il suo più grande pregio è “ciò che gli manca”. Quei 4mm di focale in meno rispetto ad un classico 24-70mm fanno la differenza, lo rendono incredibilmente leggero, compatto e ben bilanciato in mano con un corpo Sony, cosa che non si può dire per ottiche più professionali. Ci sono però dei contro. Non credo sia l’ideale per chi ha bisogno di una qualità senza compromessi ad ogni focale; chi lavora tanto a 70mm e utilizza una fotocamera con sensore ad alta risoluzione si troverebbe un po’ penalizzato. Stesso discorso per chi è solito scattare in condizioni climatiche avverse. Queste le principali differenze valevoli tanto nei confronti di un FE 24-70mm F2.8 GM (che costa ben € 1500 in più) quanto per 24-70mm F2.8 Art (che, però, costa solo € 300 in più).