Richard Yu – CEO Huawei – calca un palco enorme, per la prima volta senza pubblico. Silenzio in sala, una situazione alquanto surreale per Huawei e per le presentazioni in grande stile alle quali siamo soliti partecipare.
Ma questo è, nel difficile contesto storico nel quale ci troviamo le presentazioni di prodotto avvengono perlopiù in streaming. Sicuramente con lo spauracchio coronavirus non dev’essere stato facile per Huawei rispettare i tempi di lancio ma ci sono riusciti anche questa volta: la famiglia P40 esce infatti ad un anno esatto dalla famiglia P30, oggi 26 marzo. Dopo aver trainato il segmento dei cameraphone fin dal primo P9 nel quale tutte le attenzioni erano sulla fotocamera, la serie P è divenuta a tutti gli effetti quella fotografica del colosso cinese: dopo essere stati i primi a sviluppare la modalità notte, dopo aver implementato algoritmi basati sull’intelligenza artificiale per l’analisi fotografica, ecco che arriva il nuovo Huawei P40 che, come i suoi predecessori, sposta l’asticella della fotografia mobile ancora più in là con un nuovo sensore ancora più grande e con una maggior risoluzione, nuove funzioni AI per l’editing in camera e nuove tecnologie di campionamento del colore.
I nuovi Huawei sono tre: P40 con tripla fotocamera, P40 Pro con quad camera e P40 Pro Plus con penta camera. Comune a tutti e tre i modelli è il nuovo sensore Ultra Vision Wide 1/1.28″ da 50 Mpxl con obiettivo con apertura f/1.9 equivalente ad un 23mm: rispetto a P30 Pro – qui le misurazioni di laboratorio – il sensore è si diventato quindi più grande (passando da 1/1.7″ a 1/1.28″) e con 10 Mpxl in più, ma è anche leggermente meno luminoso (downgrade da f/1.7 a f/1.9). La struttura è sempre QuadBayer SuperSensitive RYYB, che comporta due subpixel gialli al posto di due subpixel verdi per aumentare la sensibilità dei fotoricettori, ma è stato implementato anche un sistema chiamato Opta PD Auto Focus per una messa a fuoco più precisa che va a mappare il soggetto su tutto il fotogramma.
Su Huawei P40 le altre due fotocamere sono poi mosse da un sensore da 16 Mpxl con obiettivo Ultra Wide con apertura f/2.2 (equivalente ad un 17mm) e da un sensore da 8 Mpxl con ottica Tele 3x con apertura f/2.4 (equivalente ad un 80mm).
Huawei P40 Pro è invece equipaggiato con sensore da 40 Mpxl con obiettivo Ultra Wide Cine – perché in modalità video è quella la fotocamera utilizzata per i super slow motion – con apertura f/1.8 (equivalente ad un 18mm), un sensore da 12 Mpxl adibito allo zoom 5x con apertura f/3.4 (equivalente ad un 125mm) e tecnologia a periscopio e un sensore adibito all’analisi della profondità di campo. Particolarmente interessante qui è notare come Huawei abbia utilizzato il sensore con struttura RYYB anche per lo zoom a periscopio.
Ancora più sensori invece su Huawei P40 Pro Plus che unisce i due mondi precedenti: condivide con P40 Pro il sensore Ultra Wide Cine da 40 Mpxl e il sensore di profondità, condivide con P40 il sensore da 8 Mpxl con ottica Tele 3x con apertura f/2.4 (equivalente ad un 80mm) e aggiunge a tutto ciò un ulteriore sensore da 8 Mpxl adibito allo zoom 10x con apertura f/4.4 (equivalente ad un 240mm) e tecnologia a periscopio..ma con una struttura completamente diversa. Per poter raggiungere simili fattori di moltiplicazione senza che l’immagine diventi del tutto inutilizzabile, in Huawei hanno deiciso di utilizzare la tecnologia Multi-Reflection il che dovrebbe dare un file di elevata qualità fino a 10x e quantomeno leggibile fino a 100x.
Oltre ad aver implementato sul sensore principale un nuovo tipo di sistema AF, Huawei ha dotato tutti i suoi P40 di un sensore per la temperatura colore Multi-Spectrum coadiuvato dall’algoritmo che gestisce il bilanciamento del bianco: grazie alle sfumature, anziché rilevare i classici tre colori (rosso, verde e blu) ne rileva ben otto e questo dovrebbe garantire una maggiore fedeltà nella riproduzione dei colori.
Anche a livello di software cambia molto. Grazie al nuovo chip Kirin 990 la AI è stata potenziata e gli algoritmi aiutano ora anche a livello di “editing”: con la funzione Passersby la AI andrà a rimuovere automaticamente tutte le persone indesiderate entrate nel fotogramma al momento dello scatto, mentre con Remove Reflection andrà ad agire sulle alte luci per eliminare tutti i bagliori o i riflessi sul soggetto dovuti a specchi o vetri inquadrati.
Huawei P40 ha uno display da 6.1″ (2340 x 1080 pixel) con bordi appena accennati mentre P40 Pro e P40 Pro Plus hanno uno schermo da 6.58″ (2640 x 1200 pixel), rapporto di immagine 20:9, 441 ppi con refresh rate a 90Hz praticamente privo di cornici e con bordi smussati. Batteria da 3800 mAh e certificazione IP63 per P40, da 4200 mAh e IP68 per gli altri due. Ma eccoci al dunque: saranno basati su Android ma ovviamente i servizi Google non ci saranno. Huawei costruirà un sistema proprietario, come ha già fatto Apple, e svilupperà più a fondo l’integrazione tra l’ecosistema di prodotti che ha a listino: quindi una miglior comunicazione tra smartphone, tablet e accessori. E sicuramente la demo che abbiamo visto durante la presentazione fa ben presagire. Basterà questo a far dimenticare Big G? Ancora non lo sappiamo..almeno non fino a quando metteremo mano su P40.
Huawei P40 e P40 Pro saranno disponibili dal 7 aprile, ad un prezzo di € 799 ed € 1.049 rispettivamente Huawei P40 Pro Plus arriverà invece a giugno ad un prezzo di € 1399.