“Parigi 1999, vent’anni dopo”, un progetto editoriale ideato dal giornalista sportivo Alessandro Mamoli con le riprese e la regia dell’X-Photographer Simone Raso e che racconta il successo della pallacanestro italiana in ambito europeo – “Una delle pagine più importanti della storia della pallacanestro italiana”
Chi non ricorda quella iconica schiacciata di Meneghin contro la Russia, la partita che avrebbe portato la Nazionale italiana di pallacanestro direttamente alle Olimpiadi? “In quel periodo il miglior giocatore italiano” afferma Dan Peterson. Ecco, quello probabilmente è stato il momento che ha determinato il cammino della Nazionale Azzurra agli Europei. In quella schiacciata c’è tutto: rabbia, consapevolezza, fiducia. Sky e Fujifilm commemorano questo grande traguardo di Italbasket con il docufilm “Parigi 1999, vent’anni dopo”, un progetto editoriale ideato dal giornalista sportivo Alessandro Mamoli con le riprese e la regia dell’X-Photographer Simone Raso e che racconta il successo della pallacanestro italiana in ambito europeo – “Una delle pagine più importanti della storia della pallacanestro italiana”
Il docufilm è andato in onda in esclusiva su Sky Sport Uno ieri, 23 luglio alle ore 21, ma è disponibile anche on-demand e sarà ritrasmesso anche nei prossimi giorni. Ma chi non ha un abbonamento Sky potrà comunque godere di alcuni estratti importanti sul sito ventannidopo.com e sul canale Youtube dedicato. Fujifilm non solo ha sponsorizzato questo grande progetto ma ha anche messso a disposizione il materiale per girarlo – una Fuji X-T3 e una Fuji X-H1 con ottiche MKX per il girato e una Fuji GFX con ottiche GF per i ritratti dei protagonisti – e il fotografo Simone Raso che ne ha curato la regia, un ritorno alle origini per lui che è un professionista nel calcare i palazzetti.
Sono tutti contentissimi di raccontare quell’esperienza. Comodi nelle loro case, grandi campioni che non hanno vissuto l’epoca dei social e che quindi hanno una gran voglia di condividere quelle storiche emozioni: Tanjevic, Myers, Meneghin, Abbio, De Pol solo per citarne alcuni. Ma sul sito ventannidopo.com usciranno piano piano tutte le interviste, o almeno degli spezzoni.
“Il girato di questo documentario si conta in 30 ore. In Italia abbiamo grandi narratori come Buffa, Porrà, Marani ma per la prima volta abbiamo provato a fare un tipo di storytelling diverso; qui non c’è il narratore, qui la storia la racconta chi l’ha vissuta in prima persona, sulla falsa riga del modello americano di documentario sportivo che viene utilizzato molto da ESPN” ci dice Alessandro Mamoli durante la presentazione di questo progetto. “Abbiamo svolto trenta ore di interviste che abbiamo dovuto rileggere più volte per trovare un filo condutttore e riuscire a condensare la storia in questo docufilm di 55 minuti.”
Sono storie forti, commoventi e vincenti di uno sport meraviglioso. “Sarebbe stato scontato raccontare solo la vittoria, soprattutto basandosi solo sulle immagini dell’epoca..anche perché non c’è un finale a sorpresa, tutti sanno com’è andata.” commenta Simone Raso – “La cosa piu bella è stata scoprire la storia dentro la storia. La più grande sfida, ma anche il più grande successo, è stata questa: aver trovato nel racconto dei protagonisti tutte le vicende umane di questa corsa al titolo.”
In “Parigi 1999, vent’anni dopo” c’è tutto: storia, emozioni ed anche grandi retroscena. Per esempio l’esclusione di Gianmarco Pozzecco, uno che aveva vinto tutto , mai raccontata prima d’ora in questo modo. Oppure di come la pallacanestro sia riuscita a creare un legame tra padre e figlio, Dino e Andrea Meneghin, un non rapporto che in molti addetti ai lavori conoscevano ma che nesusno aveva mai sentito direttamente da loro. Oppure di come Tanjevic ha cambiato il percorso sportivo di Carlton Myers con quel “Tu pensi di poter vincere da solo, ma tu non sei nessuno” durante il timeout in quella semifinale contro la Jugoslavia, dove Myers aveva forzato a canestro e non ne aveva messa neanche una, facendogli capire che non avrebbe mai potuto vincere senza fidarsi delle capacità realizzative dei suoi compagni.
Questo e molto altro in un docufilm pazzesco, ricco di emozioni e in grado di far commuovere non solo i protagonisti ma anche chi si ricorda di quella cavalcata incredibile verso il titolo europeo del 1999. Sono passati vent’anni da quel momento, ora la Nazionale si appresta ad affrontare il Mondiale: in bocca al lupo ragazzi.
Parigi 1999, vent’anni dopo
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